L'Anticonformista

Addio a tre grandi del Cinema


Il mondo del Cinema è in lutto. Nell'arco di tempo di soli due giorni ci lasciano nel dispiacere tre grandi personaggi che hanno dato lustro e importanza al mondo del cinema con le loro opere e rappresentazioni. Due sono registi, Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni, l'altro è il bravo attore d'oltralpe Michael Serrault. So che siamo in periodo di vacanze, di voglia di divertimenti, di svago e quant'altro ma essendo un amante del cinema e dell'arte di spettacolo in generale mi è sembrato doveroso dedicare loro, nel mio blog, un pensiero e ricordo, per la bravura e maestria dimostrata sulla scena cinematografica mondiale e riguardo ai due registi, di cui uno italiano, per averci lasciato film intensi, di ottima fattura e pregio.
Michael Serrault: ha raggiunto il successo internazionale nel 1978 con Il Vizietto arrivando alla fine della carriera ad interpretare 135 film e vincere tre Cesar. L’esordio al cinema come attore comico nel 1954, i film con registi del calibro di Clouzot, Chabrol e Kassovitz, i ruoli drammatici nella maturità ma soprattutto la serie comica gay portata sul grande schermo dal produttore italiano Marcello Danon. Il film è un adattamento cinematografico di una commedia recitata in teatro più di 1500 volte insieme a Jean Poiret, l'ideatore della storia. Ad affiancarlo nella pellicola un grande Ugo Tognazzi, il proprietario del night Renato Baldi che deve sopportare i capricci della diva Zazà Napoli in tacchi alti, permanente e rossetto. Un'interpretazione che non risparmia nessun luogo comune sull’omosessualità e nonostante questo amata dal pubblico per la sua capacità di far sorridere senza scadere nella volgarità.
Ingmar Bergman: nato a Uppsala, figlio di un pastore luterano della corte reale svedese, viene segnato dalla severa educazione religiosa, dalla quale fugge drasticamente. Studia all'università di Stoccolma e si avvicina alla regia dal teatro facendosi le ossa su Shakespeare e Strindberg.  Dalla morte della sua ultima moglie Ingrid (grandissima attrice), nel 1995, Bergman viveva solo per gran parte dell'anno sull'isola di Faaro, in cui ha anche ambientato diversi suoi film. Comandante della Legion d'onore, membro dell'Accademia delle lettere svedese, drammaturgo, ha sondato i rapporti fra uomo e donna in una luce spesso tragica, dominata dall'angoscia dell'esistenza. Sposato cinque volte, Bergman lascia nove figli. Dal 1944 conduce una carriera parallela, teatrale e cinematografica, ottiene fama internazionale con il cinema ma rimanendo legato in modo particolare al teatro. Il successo gli arride nel 1956 con Il settimo sigillo che vanta diversi riconoscimenti oltre al premio speciale al Festival di Cannes. Arrivano poi l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e il premio della critica al Festival di Venezia per Il posto delle fragole del 1957. Successivamente Alle soglie della vita e Il volto gli valgono il premio per la miglior regia rispettivamente a Cannes e a Venezia, mentre nel 1960 con La fontana della vergine gli viene assegnato il suo primo Oscar. Il suo nome è legato anche a Sussurri e grida del 1972, Scene da un matrimonio del 1974, Sinfonia d'autunno del 1978 e a Fanny e Alexander del 1982.
Michelangelo Antonioni: i film di Antonioni più che puntare sull'azione puntano a descriverne le conseguenze; con la "non azione" si compie l'opera di questo straordinario film-maker. Nato a Ferrara, laureato in economia e commercio, pittore, critico cinematografico, soggettista ma anche sceneggiatore, è cineasta ardito, figura di rilievo della settima arte. Autore di una regia moderna strutturata filmando i cosiddetti "tempi morti". La sua è  una cinematografia complessa, lenta e riflessiva, montaggio essenziale, lunghi e statici piani sequenza intrisi di ripetuti silenzi, limitati dialoghi esageratamente intellettualistici se non al limite del comprensibile. Ha dichiarato: "...sento il bisogno di essere asciutto, di dire le cose il meno possibile, di usare il minor numero di mezzi più semplici". Dall'analisi dei comportamenti egli giunge alla critica sociale, così come, attraverso i conflitti dei personaggi, descrive l'aridità dell'ambiente borghese in cui si muovono. Le attrici che con lui hanno goduto di un grande successo, sono state in particolare Lucia Bosé e Monica Vitti. Eccezionale nei cortometraggi quanto nei lungometraggi. I suoi capolavori restano I Vinti, La Signora Senza Camelie, Le Amiche, Il Grido, L'avventura, Deserto Rosso, Blow-Up e Zabriskie Point. Al pari dei mitici Fellini e Visconti anche se attraverso tragitti differenti.