L'Anticonformista

Post N° 196


.....continuiamo a camminare con loro
Giornali e tv hanno calato il sipario sulla Birmania ma l'emergenza umanitaria e politica continua. Per questo Cesvi e Terre Des Hommes Italia con altre 11 organizzazioni internazionali presenti in quel paese hanno rivolto un appello alla comunità internazionale perché l'«ondata emotiva» successiva alla violenta repressione della rivolta dei monaci e dei dissidenti «si trasformi in un impulso di aiuto e cooperazione». Non potevo quindi esimermi dal collaborare con tutti gli amici blogger e pubblicare anche io, un post che riguarda questa difficile e tormentata situazione del popolo birmano. Ciò a cui abbiamo tutti sentito e ne siamo stati inermi spettatori televisivi, è davvero qualcosa di allucinante. Ancora oggi nel nuovo millenio (dicasi civile), dobbiamo assistere ad atroci barbarità repressive che offuscano la piena libertà. Diffondere ed ampliare a macchia d'olio la voce ritengo sia un'azione necessaria per risvegliare quelle volontà assopite e forse indifferenti allo stato attuale delle cose. So che la Francia, da tempo paese amico della ex Birmania (oggi rinominata Myanmar) insieme alla gracile presenza americana abbia fatto qualcosa in più, ma non basta. Le ritorsioni punitive continuano come continuano gli assassinii. Ogni anno oltre 130.000 bambini in Birmania muoiono prima di compiere i 5 anni; oltre un terzo di questi bambini sono malnutriti e nella Dry Zone questa percentuale tocca il 50%. A dispetto di questa tragedia gli aiuti della comunità internazionale raggiungono a malapena i 2 dollari per persona. E' forse pretendere troppo che tutte le parti in causa aumentino i loro sforzi per contrastare le cause che hanno condotto alla situazione attuale? Sicuramente NO!! Non dobbiamo dimenticare che esistono altre realtà nello scacchiere internazionale (Darfur, Somalia, Irak, alcune zone dell'Africa e dell'America Latina) dove l'indigenza, la malnutrizione, il dominio perseverante sulle classi sociali più deboli, è sovrano. Come non dobbiamo altrettanto dimenticare la violenza sui bambini, sulle donne, il razzismo e peggio ancora gli atti xenofobi che continuano a disseminare paura e terrore destabilizzando quella tranquillità che ognu essere umano ha il diritto di esigere e vivere. Allora coloriamoci ancora di rosso. Un rosso simbolico che rappresenta non il sangue versato, ma l'energia dinamica, il coraggio, la passione profusa di svariate voci e volontà. Camminiamo fianco a loro.