verba volant

Bottoni di madreperla


 
Era tardi, anche il sole aveva troppo sonno per uscire. Stava andando via. Avevo lasciato le luci accese, mentre le spegnevo, toglievo le scarpe che gli piacevano.Me lo disse quand'ero  accanto a lei e  ne appoggiavo una sulla panchina. Mi sembri un pirata, le sue parole. La rassicurai aggiungendo che all'età di 15 anni volevo un dente d'oro. Santa Mamma non mi concesse la grazia. Quella folla passeggiava, quel paese mi ricordava le auree vacanze  adolescenziali e lei era arrivata, in qual modo resterà un mistero, di fronte al percheggio in cui l'aspettavo. Tra noi c'erano solo dei binari invalicabili. Il punto in cui si trovava,citato dalla pubblicistica locale come il non luogo per eccellenza, gli permetteva di oscillare gli arti superiori, gettandomi nel peggiore degli incubi, aspettare trenta minuti, forse più, per vederla, per abbracciarla. Colpa dei sensi unici, mi riferì, di quelle isole pedonali, che in una ridente  località rivierasca, non possono certo mancare.Passeggiare per consumare. Seguendo l'adagio , percorriamo le case colorate, bevendo un caffè. Eravamo felici, come due scolaretti in gita, di andare in bagno contemporeneamente prendendo l'ascensore. Quel bagno,  dotato di sala d'aspetto con boiserie in wengè, dava l'idea della Holl in cui ancora non c'era la chiave della nostra stanza. Usciti fuori, nelle vetrine un vestito nero, mi avvertiva che presto un suo sodale, sarebbe stato suo.Intanto la spiaggia ci regalava quello che restava di un bonsai, un cadavere ligneo di notevole bellezza.Alla vistra dei nostri simili con cono e coppetta, non mi restava che informarmi. Ottenni con un trucco italiota, di bypassare la fila. C'era un frigo stracolmo di gelati al biscotto alla mia destra, bastava solo versare l'obolo alla cassiera. Metre gli altri aspettavano, la mangiavo passeggiando. Le macchine sono in quella direzione. Le facevo notare che i bottoni, gli ultimi bottoni delle camicie, possono essere in madreperla.Il  tatto è importante.Lei pragmaticamente mi ricordava che stavamo andando a cena, senza aperitivi di sorta, me lo disse anche in un locale pubblico, dove si vendevano oggetti per la casa. Nell'autostrada perenni lavori, non ci impedivano di raggiungere le tagliatelle con la papera.Bianche o rosse. Che domande. Doppia razione di sugo e frammmenti di papera.La stradina che ci accompagnava verso il mare , era staccionata di ulivi e querce centenarie.Incontrammo quel paesino che non avevamo ancora visitato. Dove i mattoni respiravano.C'erano troppe chiese addossate le une alle altre, in un orgia di stilemi che si ripetevano nei vicoli, i giardini pensili venivano innaffiati dagli occhi dei passanti. Un pozzo veneziano, raro esempio di una vecchia amicizia,rendeva il portico degno delle cycas che ospitava.Dalla terrazza pubblica , lo scintillio dei paesi a 0 m. s.l.m. sfidava i nostri occhi. Un albero di natale abbattuto che ancora luccicava. Quando si parla in quei posti, non si palesa mai contemporaneamente l'idea brillante che ce ne sono altri,vicini ed altrettanto stimolanti. Quando ciò avviene, si ragguingono senza dubbi. Salivamo le scale, di nuovo. Mi ero ripromesso di  non trattenerla oltre i limiti. Ci sono dei limiti fisici. Noi, non li conosciamo ancora.