BLUCERCHIATO FANS

DORIA-BOLOGNA 2-0


Nel primo tempo: Pieri, Franceschini, Padalino, Franceschini, Delvecchio e Padalino. Nel secondo tempo: Bellucci, Bellucci, Franceschini e Sammarco insieme, Cassano. Fanno dieci occasioni da rete, con i due gol diventano dodici: otto sono limpide, due sono mezze, due gonfiano la rete.
L’elenco dice un po’ di cose. La prima, e più importante, è che ieri la Sampdoria aveva una voglia di vincere straordinaria; la seconda è che per vincere, quest’anno, la Sampdoria sembra condannata a faticare come una bestia. Anzi, come Ercole, che proprio dodici fatiche dovette superare.Otto occasioni da gol limpide, due mezze, oltre a due reti, sono uno sproposito di sforzo, altro che catturare il cinghiale di Erimanto, altro che rubare le cavalle a Diomede. Soprattutto nel calcio di oggi, soprattutto quello italiano, dominato dal tatticismo e deciso spesso da un calcio piazzato. Nessuna di quelle costruite dalla Sampdoria, nemmeno i due gol, sono arrivate da palla ferma o “inattiva”: tutte frutto di manovra, di gioco ragionato e costruito, spesso a partire dai difensori. È bello, è motivo di orgoglio per il tecnico e per i giocatori, ma è anche faticoso, soprattutto se il gol stenta ad arrivare. Ma otto occasioni limpide da gol, due mezze e due reti sono anche la ragione per la quale Mazzarri non ha mai dubitato del valore della propria squadra e la società non ha mai dubitato di Mazzarri.