BULIMIA DI VIVERE

EVOLUZIONI VERSO L'ALTO - PARTE QUARTA


Dal mio Diario, 8 maggio 2003
Sono cambiate un sacco di cose. Finalmente riesco a SENTIRE me stessa!Sono entusiasta del gruppo con il quale sto lavorando a livello di psicoterapia e, più che i medici, sono utili per me le 8 ragazze con le quali condivido la mattinata di ogni mercoledì…mi permettono di crescere, esponendo le loro esperienze ed ascoltando le mie.Assieme condividiamo momenti del nostro passato che a volte non avremmo il coraggio di raccontare a coloro che ci conoscono e tutto diventa più leggero. Ieri (4a seduta) finalmente si è RISO e SCHERZATO anche sulle cose che prima sembravano insostenibili e questo comportamento ci ha unite forse ancora di più.Ci siamo incontrate per la prima volta circa un mese fa. Allora eravamo in 12 poi, nelle sedute successive, siamo rimaste in 9. Durante la prima seduta quasi tutte abbiamo raccontato parte del nostro vissuto per far capire cosa ci aveva spinte ad iniziare la terapia e come ci sentivamo in quel determinato momento. Tra tutte mi ha colpita molto Lo.: a soli 17 anni già da 5 vive il problema delle abbuffate, ha tentato più volte il suicidio ed ancora oggi non riesce a "capirsi". Ma le altre storie non sono da meno: L. è arrivata alla bulimia successivamente alla morte del ragazzo della sorella maggiore; R. patisce della malattia da 3 anni a causa della rigidità della madre; D. trascina il proprio sfogo ormai da 20 anni ed in parte si è rassegnata. Abbiamo tutte vite completamente diverse eppure ci accomuna un filo molto sottile che ci permette di capirci al volo.Inizialmente io e Manuela eravamo stupite dal fatto che i due medici che controllano gli incontri dicessero pochissimo o dessero delle spiegazioni molto scarse. Normalmente chi vuole parlare parla e, se viene posta una domanda, questa viene girata al gruppo per conoscere le diverse opinioni sull’argomento. Ci angosciava ed infastidiva il fatto che non ci venissero date spiegazioni mediche o derivanti da studi scientifici sul tema. Eppure, nonostante il non-intervento degli specialisti, ogni volta che usciamo dall’ospedale, non riusciamo a non riflettere a lungo sulle frasi che "escono" spontaneamente. Ne ho parlato con Cry e lui ha dato una spiegazione plausibile a questo modo di gestire i gruppi: "se i due psicoterapeuti vi indicassero, per così dire, il modo di uscire dal tunnel, non vi renderebbero autonome. Poiché il processo di guarigione può scaturire solo spontaneamente, da se stessi, e nel momento giusto, non può essere uguale per tutti e si può solamente auto-scoprire". In effetti…Parlando a ruota libera innanzi tutto si decide di intervenire per scelta e non perché si è costretti; inoltre si crea un reciproco aiuto, nel senso che: le ragazze che sono nel pieno della malattia possono trarre spunti ed incoraggiamenti da coloro che ne stanno uscendo, mentre le persone che, come me, in parte hanno oltrepassato l’ostacolo, vengono stimolate a combattere ancora di più ascoltando tutti i problemi che hanno dovuto superare. L’unica cosa che mi dispiace (oltre al fatto che 3 hanno mollato) è che il ciclo terapico sia costituito solo da 8 sedute (…). Intanto, io sto vincendo la mia battaglia!Dopo 10 anni spaccati, ora affronto la bulimia a testa alta e sono soddisfatta dei passi compiuti. Mi sento pronta per ricominciare e forte soprattutto. Lunedì sono andata dalla dietologa. Sono uscita dall’ospedale con il sorriso. E’ addirittura arrivata a farmi i complimenti perché, nonostante la malattia, ho raggiunto un equilibrio alimentare adatto al mio corpo.Inoltre, dopo aver ascoltato il racconto del decorso della mia sofferenza, mi ha detto: "Dovresti venire tu al posto nostro a visitare le pazienti. Serviresti a far capire loro molti concetti che, a fatica, noi medici riusciamo a spiegare perché spesso le persone malate ascoltano molto di più chi ha dovuto superare i loro stessi problemi piuttosto che gli specialisti".Con immenso affetto,Selvatica