Ultimamente capita spesso che io e mia madre ci mettiamo a parlare del passato. Non so spiegare il motivo per il quale, proprio ora, si abbia voglia di fare luce su determinati punti: forse, semplicemente, certi tipi di chiarimenti si possono ottenere soltanto dal momento nel quale si è davvero pronti.Fatto sta che, proprio ora, la rabbia, il rancore, la voglia di rivendicazione hanno lasciato spazio ad uno scambio di opinioni sereno e questo permette un dialogo aperto e sincero.Da entrambe le parti non c’è voglia di accusare ma più che altro voglia di rendere l’altra persona partecipe del proprio punto di vista che, fino anche solo a qualche anno fa, sarebbe stato interpretato in modo distorto.Curiosamente, in parallelo, proprio nei giorni scorsi ho avuto modo di parlare con genitori di persone che stanno soffrendo di disturbi alimentari: questo mi ha spinta ad approfondire determinati argomenti. Risultato? Vi racconto…Durante la malattia, io, cosa percepivo?In sostanza un comportamento passivo da parte dei miei genitori. Per quanto riguarda mia madre: ricordo soltanto un episodio in particolare nel quale il confronto tra me e lei avvenne apertamente, ma in modo casuale. Io mi ero chiusa, come al solito, a vomitare in bagno e, per caso, il mio fidanzato di allora passò da casa mia per chiedermi di uscire. Mia madre, non avendomi vista in camera, iniziò a cercarmi dappertutto. Quando sentii i suoi passi nel corridoio feci soltanto in tempo a ripulirmi alla bene meglio il viso e, ancora tutta arrossata per lo sforzo, ad aprire la porta, anticipandola, per evitare spiegazioni. Lo sguardo di mia madre in quel momento valse più di mille parole.
DIFFERENZE DI VISUALI TRA GENITORI E FIGLI - 1a parte
Ultimamente capita spesso che io e mia madre ci mettiamo a parlare del passato. Non so spiegare il motivo per il quale, proprio ora, si abbia voglia di fare luce su determinati punti: forse, semplicemente, certi tipi di chiarimenti si possono ottenere soltanto dal momento nel quale si è davvero pronti.Fatto sta che, proprio ora, la rabbia, il rancore, la voglia di rivendicazione hanno lasciato spazio ad uno scambio di opinioni sereno e questo permette un dialogo aperto e sincero.Da entrambe le parti non c’è voglia di accusare ma più che altro voglia di rendere l’altra persona partecipe del proprio punto di vista che, fino anche solo a qualche anno fa, sarebbe stato interpretato in modo distorto.Curiosamente, in parallelo, proprio nei giorni scorsi ho avuto modo di parlare con genitori di persone che stanno soffrendo di disturbi alimentari: questo mi ha spinta ad approfondire determinati argomenti. Risultato? Vi racconto…Durante la malattia, io, cosa percepivo?In sostanza un comportamento passivo da parte dei miei genitori. Per quanto riguarda mia madre: ricordo soltanto un episodio in particolare nel quale il confronto tra me e lei avvenne apertamente, ma in modo casuale. Io mi ero chiusa, come al solito, a vomitare in bagno e, per caso, il mio fidanzato di allora passò da casa mia per chiedermi di uscire. Mia madre, non avendomi vista in camera, iniziò a cercarmi dappertutto. Quando sentii i suoi passi nel corridoio feci soltanto in tempo a ripulirmi alla bene meglio il viso e, ancora tutta arrossata per lo sforzo, ad aprire la porta, anticipandola, per evitare spiegazioni. Lo sguardo di mia madre in quel momento valse più di mille parole.