...PROSEGUE IL POST PRECEDENTE...Mia madre si è scusata con me per il suo comportamento. Ora come ora ritiene che, cercando di superare la paura e provando ad esporsi seguendo il proprio istinto materno, avrebbe comunque potuto offrirmi delle opportunità. Ha capito inoltre che, per evitare di danneggiarmi, contemporaneamente non mi fece sentire la sua presenza in altri modi. Il distacco va bene, ma il suo completo e voluto isolamento venne registrato dalla mia testa come indifferenza.Oggi sarebbe pronta a fare marcia indietro e si rammarica per non aver nemmeno tentato un gesto di avvicinamento nei miei confronti.Da parte mia non voglio giudicare o accusare mia madre: come tutti è umana e si è comportata, in un momento delicatissimo, come meglio riteneva e poteva; credo però che sia giusto sottolineare una cosa che potrebbe essere d’aiuto per altre persone che si trovano in una situazione simile.In definitiva: non posso comunque scrivere che l’atteggiamento di allora dei miei genitori sia servito a qualcosa. Il punto è: tra l’imporre una cura ad una persona (quasi ritenendola incapace di intendere e di volere) e l’evitare di sfiorare addirittura qualsiasi cenno alla situazione che si è creata, esistono tantissime sfumature possibili.Allo stesso tempo è importante tenere presente che chi sta male non è insensibile ai gesti di coloro che gli stanno vicino, anzi! Se apparentemente una persona che soffre di bulimia sembra un pezzo di ghiaccio, dentro di lei esiste una quantità di emozioni bloccate che non si riescono ad esprimere e qualsiasi gesto compiuto nei suoi confronti viene debitamente assimilato.Un esempio? Qualche mese dopo l’episodio del bagno, andai nello studio di mio padre per prendere un oggetto e casualmente trovai in un cassetto dei ritagli di giornale che trattavano di disturbi alimentari.
DIFFERENZE DI VISUALE TRA GENITORI E FIGLI terza parte
...PROSEGUE IL POST PRECEDENTE...Mia madre si è scusata con me per il suo comportamento. Ora come ora ritiene che, cercando di superare la paura e provando ad esporsi seguendo il proprio istinto materno, avrebbe comunque potuto offrirmi delle opportunità. Ha capito inoltre che, per evitare di danneggiarmi, contemporaneamente non mi fece sentire la sua presenza in altri modi. Il distacco va bene, ma il suo completo e voluto isolamento venne registrato dalla mia testa come indifferenza.Oggi sarebbe pronta a fare marcia indietro e si rammarica per non aver nemmeno tentato un gesto di avvicinamento nei miei confronti.Da parte mia non voglio giudicare o accusare mia madre: come tutti è umana e si è comportata, in un momento delicatissimo, come meglio riteneva e poteva; credo però che sia giusto sottolineare una cosa che potrebbe essere d’aiuto per altre persone che si trovano in una situazione simile.In definitiva: non posso comunque scrivere che l’atteggiamento di allora dei miei genitori sia servito a qualcosa. Il punto è: tra l’imporre una cura ad una persona (quasi ritenendola incapace di intendere e di volere) e l’evitare di sfiorare addirittura qualsiasi cenno alla situazione che si è creata, esistono tantissime sfumature possibili.Allo stesso tempo è importante tenere presente che chi sta male non è insensibile ai gesti di coloro che gli stanno vicino, anzi! Se apparentemente una persona che soffre di bulimia sembra un pezzo di ghiaccio, dentro di lei esiste una quantità di emozioni bloccate che non si riescono ad esprimere e qualsiasi gesto compiuto nei suoi confronti viene debitamente assimilato.Un esempio? Qualche mese dopo l’episodio del bagno, andai nello studio di mio padre per prendere un oggetto e casualmente trovai in un cassetto dei ritagli di giornale che trattavano di disturbi alimentari.