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MISTERI TEMPLARI

Post n°23 pubblicato il 13 Gennaio 2007 da Baphomet6
Foto di Baphomet6

Questo è veramente un bell’argomento, tanto bello quanto difficile da trattare. Nel corso degli anni infatti si sono venute a creare moltissime leggende intorno ai Templari e quindi dire qual’ è la “linea di confine” (per citare un famoso programma televisivo) tra verità e leggenda risulta un compito difficilissimo. Io proverò a farlo, ma le conclusioni dovranno essere a vostra discrezione.

Cominciamo dall’inizio: dall’origine del fantastico tesoro dei Templari. Certo, era formato anche da oro, monete, oggetti d’arte e quant’altro, ma c’era anche qualcos’altro, qualcosa di mistico e di antico.

Bisogna partire dall’anno 70 D.C. quando sotto il regno dell'imperatore Tito, i romani assaltarono il Tempio di Salomone e lo saccheggiarono, uccidendo tutti quelli che trovarono al loro interno, e portando via, il tesoro là custodito. Ma alcuni sacerdoti, prima dell'assalto delle truppe romane, erano stati avvertiti del pericolo imminente, ed allora pensarono di nascondere quello che per il popolo ebraico vi era di più sacro nei sotterranei del Tempio, inaccessibili in quanto pieni di labirinti e di trappole. Lo stesso costruttore del Tempio era uno degli ingegneri più importanti dell’epoca e costruì sotto il Tempio la famosa stanza “Sancta Sanctorum” dove Salomone nascose il suo tesoro. Si dice che i romani non trovarono questa stanza e i sacerdoti fecero una specie di inventario su quello che c’era custodito. Il tesoro era composto da reliquie sacre di non poco conto, come l’Arca dell’Alleanza, la Vera Croce, la Sindone, il Graal, la Menorah (il candeliere a sette braccia completamente d’oro) suppellettili, vasi d'oro e di bronzo, pezzi di colonne e trabeazioni, ma soprattutto tanti, tantissimi documenti, in papiro o in fogli di rame, antichissimi sui quali vi erano scritti dei segreti che era possibile rivelare solo a pochi eletti con informazioni di capitale importanza per la comprensione delle dottrine cristiane ed ebraiche.

 Alcuni di questi sacerdoti riuscirono però a sfuggire alla strage perpetrata dalle truppe romane, proprio nascondendosi in questi sotterranei e poi, non potendo più rimanere in Palestina, partirono raggiungendo l'Europa, sparpagliandosi per il continente. Essi formarono nuclei familiari, che si tramandarono di padre in figlio quello che consideravano "il segreto del Tempio". Per ogni famiglia, ad ogni primogenito veniva svelato, al momento della maggiore età, questo segreto, e solo a lui. Ovviamente queste famiglie erano di ceppo ebraico, ma con l'andare dei secoli ci fu una vera e propria "cristianizzazione" di questi nuclei, che rimasero comunque sempre in contatto, e formarono una specie di confraternita che venne chiamata "Rex Deus".

Questa organizzazione si portò dietro il segreto per secoli, finché non colse l’occasione di tornare in Terra Santa a riprendersi ciò che era loro con la prima Crociata, quella di Goffredo di Buglione.

I Templari infatti, oltre a svolgere con diligenza il loro scopo di difesa dei pellegrini (i tributi pagati in sangue ne sono una prova schiacciante), iniziarono anche il recupero di questi reperti e a dimostrarlo sarebbero gli scavi da essi cominciati nella spianata del Tempio di Salomone, dove venne aperto un pozzo di oltre 20 metri di profondità.

A questo punto tutto si tinge di giallo e la leggenda entra in campo.

Fatto sta che di misteri non spiegati ce ne sono tantissimi! Un esempio?

 Le Cattedrali Gotiche. In tutta la Francia sorsero, in brevissimo tempo (tra il 1200 e il 1250), chiese particolari, in uno stile che fino ad allora era sconosciuto: le grandi cattedrali in stile gotico. Una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. Uno stile incredibile, quello gotico, tutto proteso verso l'alto, con un sistema di spinte e controspinte straordinario, una tecnica costruttiva che a quel tempo era veramente rivoluzionaria. Come avranno fatto i Templari a progettare e costruire queste cattedrali che, nonostante le loro migliaia di tonnellate di peso, sembrano leggerissime e tali da sfidare la legge di gravità?

 I piani di costruzione e tutti progetti originali di esecuzione di queste cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una maestria eccezionale. Per i tecnici, come gli architetti, ad esempio, possiamo vedere come i contrafforti esterni esercitano una spinta sulle pareti laterali della navata, e così facendo il peso, anziché gravare verso il basso, viene come spinto verso l'alto, e tutta la struttura appare proiettata verso il cielo.

Le Cattedrali inoltre sono tutte poste allo stesso modo: con l’abside rivolto verso est (cioè verso la luce), sono tutte dedicate a Notre Dame, cioè alla Vergine Maria e se unite insieme formano esattamente la costellazione della Vergine. Curioso no?

Nella parte nord delle cattedrali ci sono molto spesso immagini di demoni e nella cattedrale di Amiens c’è addirittura un Pentalfa, cioè una stella a 5 punte rivolta verso il basso (oggi uno dei simboli dei satanismi, gente che ….. vabbè va, lasciamo perdere, non è questa la sede per scagliarmi contro di loro), che è una simbologia esorcizzatoria.

Le cattedrali poi sono STRACOLME di segni e di messaggi che sono stati lasciati dai Templari, che soltanto in pochi sono in grado di comprendere, perché criptati. Questo è dovuto al fatto che i templari erano di vocazione giovannita, cioè cultori e interpreti del più ermetico dei quattro Vangeli, propensi a una lettura più simbolica che letteraria delle verità  della fede.

Quello che avevano da dire lo mettevano negli affreschi, nelle statue, nei bassorilievi e nelle stesse cattedrali, ci hanno lasciato un’infinità di segni che dobbiamo decifrare, anche se mi sembra molto improbabile, visto che oggi l’uomo guarda le cose con l’occhio della scienza, mentre prima si guardava con l’occhio della fede… un’interpretazione dei segni lasciati dai Templari è possibile solo con una visione non scientifica, ma religiosa. 

Le Cattedrali sono libri di pietra nei quali sono nascosti dei segreti di sapienza e conoscenza che gli antichi Templari hanno voluto tramandare ai posteri.

Ma non una conoscenza sporca, per divenire i padroni del mondo, o per avere tutti per sé i segreti alchemici e di ricchezza, bensì una conoscenza pulita, soltanto per comprendere ciò che non poteva essere spiegato con un semplice dogma.

Comunque, la domanda sorge spontanea, “Che fine ha fatto il formidabile tesoro dei Templari?”.

Devo premettere che il fantastico tesoro, fu spostato dal Tempio di Gerusalemme in Francia nel 1160, in quanto si riteneva che la Terra Santa non era più sicura. A spostare il tesoro fu il Gran Maestro Bertrand de Blachefort che era originario ed aveva possedimenti vicino a Rennes-le-Chateau, dove si dice che fu spostato TUTTO il tesoro Templare, ma ipotesi più accreditate lo posizionano a Parigi, nelle stanze segrete dell’imponente fortezza dei Templari, che svettava sulla città con le sue sette torri. Di questa fortezza oggi non rimane quasi niente, solo una stazione del metrò ricorda questa antica costruzione che fu adibita a carcere durante la rivoluzione francese e nei primi anni del 1800 fu completamente distrutta. Comunque la maggior parte del tesoro si trovava a Parigi.

Bene, dopo questa divagazione torniamo alla domanda iniziale, che fine ha fatto il tesoro? Su questo argomento ho trovato 2 ipotesi differenti, anzi opposte. Per la par Condicio ve le dirò tutte e due:

I - Filippo il Bello nell’assalto dell’alba del 13 Ottobre 1307 (data in cui il Re di Francia mise sotto arresto in una sola volta tutti i Templari di Francia, con l’accusa di eresia. Vedi la sezione “Il Processo Infame”) riuscì a prendere

solo i Templari, non il loro tesoro, in quanto i Templari sarebbero stati informati in tempo dell’imminente agguato ed avrebbero così messo in salvo il loro tesoro (o almeno la maggior parte), nascondendolo in carri coperti di fieno che poi si sarebbero diretti in tre direzioni:

A-      Verso Ovest, precisamente verso il porto di La Rochelle, dove era ancorata la maggiorparte della flotta Templare. A tal proposito si pensa che questa parte del Tesoro sia poi finita in America, in quanto si ritiene che i Templari avessero scoperto l’America molto prima di Colombo. Ci sono delle ipotesi che sostengono tale tesi:

1)     il fatto che il principale porto Templare e quello più collegato con l’entroterra fu La Rochelle, strano, visto che La Rochelle si trova ad Ovest della Francia, sull’oceano… a cosa serviva ai Templari un porto sull’oceano se i loro viaggi erano rivolti verso la Terra Santa? Da qui l’ipotesi che le flotte Templari avessero anche altre destinazioni.

2)    Quando Colombo arrivò in America con le caravelle le cui vele erano Templari (bianche con una croce scarlatta al centro) gli indigeni mostrarono di aver già visto quel simbolo e si mostrarono fin troppo amichevoli, in più quando Colombo tornò disse che gli indigeni avevano le orecchie stranamente grandi, guarda caso nella Cattedrale di Chartres ci sono bassorilievi raffiguranti persone poco vestite e con orecchie grandissime (per tornare al discorso dei libri di pietra che lasciarono i Templari).

3)    Molti Templari erano stati reclutati tra normanni, bretoni, scozzesi e norvegesi, discendenti dei Vichinghi i quali a loro volta sono “indagati” per il fatto di aver scoperto anche loro l’America ben prima di Colombo.

4)    i Templari sapevano perfettamente che la terra era rotonda non piatta come si pensava che fosse allora. Di questa affermazione si hanno prove nei famosi libri di pietra dei Templari, nella cattedrale di Chartres, le cui misure sono esattamente in proporzione con le misure dell'equatore e del raggio terrestre. Cristoforo Colombo per il suo viaggio consultò i cartolari di Calatrava, guarda caso redatti dai templari.

5)    Si dice che sia stato trovato una tomba in America con dentro un Templare, con tanto di spada, elmo e cotta di maglia! (Attenzione: questo l’ho solo sentito dire da altre persone, non ho letto niente a riguardo e non ho uno straccio di riferimento bibliografico o documento, quindi prendetelo con i guanti!)

            B- Verso l’Italia. I carri fecero tappa in Liguria e poi alle precettorie del Tempio di Firenze, di Orvieto, di Roma e di Anagni. Poi, la colonna di fermò nei dintorni di Sermoneta vicino all'Abbazia Cistercense di Valvisciolo. Una tradizione radicata, recita che una parte del tesoro del Tempio è nascosta nei sotterranei dell'Abbazia di Valvisciolo, ma non se ne è mai avuta prova. La particolarità di questa abbazia è quella che è architettonicamente situata fra il romanico ed il gotico, ed è dotata di contrafforti, come quelli delle cattedrali gotiche sulle quali torneremo più tardi, ma tali contrafforti sono perfettamente inutili, in quanto non devono sostenere una cosiddetta "controspinta" dall'interno e internamente sono vuoti! Anche la struttura interna dell’Abbazzia richiama ai Templari… il pozzo ottagonale, La Sala Capitolare è strutturata esattamente come tutte le sale ove si svolgevano i Capitoli dell'Ordine del Tempio, nodi Templari incisi sulle chiavi delle volte a crociera della sala. Per chiudere in bellezza c’è un bel SATOR, cioè il crittogramma Cristiano colmo di mistero fino all’orlo che decodificato da il Pater Noster e che era spesso usato dai Templari.

            C- Verso il confine con la Francia, più precisamente a Rennes le Chateau.

Bel casino! Su Rennes le Château ci sarebbe veramente da scrivere un libro!!! L’argomento è troppo vasto e distoglierebbe l’attenzione da quello principale, che sono i Templari. Per un approfondimento vi rimando alla sezione sul sito dedicata esclusivamente a questa piccola cittadina, che ha creato un polverone, anzi un tornado a livello mondiale.

Un’ultima teoria parla anche della Foresta d’Oriente, dove potrebbe essere stato nascosto tutto o parte del tesoro Templare. La Foresta d’Oriente è una zona che si trova nella Champagne francese, ed è estesa circa 20.000 ettari. Per la sua conformazione morfologica si presenta poco accogliente e su di essa si raccontano molte leggende su fate e folletti. A est della foresta c’è Payns, città natale del primo Gran Maestro, Hugues de Payns, a sud-ovest c’è Clairvaux, città natale di Bernardo di Chiaravalle, nella foresta vi sono moltissime case Templari e ogni cosa ha un nome che ricorda il Tempio (strada del Tempio, ruscello del Tempio ecc…). In ultima cosa si dice che la Foresta era piena di passaggi segreti, trabocchetti e trappole allestite dai Templari per difendere ….. cosa? A cosa poteva servire una simile concentrazione di precettorie Templari e una simile protezione? Questo desta molti sospetti…

Tutto questo seguendo la prima ipotesi, cioè che il tesoro si sia salvato, ma come ho premesso mi sento obbligato anche a parlare dell’altra ipotesi…

II - L’assalto di Filippo il Bello dell’alba del 13 Ottobre 1307 sarebbe andato a buon fine (per lui, per il Re falsario!) e insieme ai Templari sarebbe stato preso anche tutto il loro favoloso tesoro (almeno quello che era in Francia!). A sostenere questa filone di pensiero naturalmente ci sono delle tesi:

A- I Templari non hanno mai saputo dell’assalto, altrimenti non avrebbero messo in salvo solo il tesoro, ma anche il Gran Maestro e i massimi dignitari sarebbero fuggiti in tempo, si sarebbero messi al sicuro, magari in Portogallo oppure a Cipro, insomma, in posti dove il Re di Francia non aveva nessuna autorità e soprattutto nessuna influenza.

Oppure ancora avrebbero avvertito il Papa, che come specificherò nella sezione “Il Processo Infame” non seppe nulla dell’arresto dei Templari fino a qualche giorno dopo l’arresto!!!

 Inoltre i Templari sapendo che l’atto contro di loro era ingiusto avrebbero forse anche reagito, non facendosi imprigionare, però sottoponendosi tranquillamente al processo, ma DA PARI con i loro accusatori, non in manette e torturati! Avevano il massimo rispetto dei popoli europei quindi nessuno avrebbe negato loro il DIRITTO di convenire in giudizio DA UOMINI LIBERI.

            B- I lavori per la costruzione di Notre Dame e del Palazzo Reale di Parigi erano fermi da mesi, il Re non aveva più i soldi! Intanto la Fortezza Templare dominava su Parigi con le sue sette Torri.

In più la moneta francese ( talleri e bourgeoises) era stata svalutata due volte in un anno e le stesse monete erano fatte con una lega squallidissima… non a caso Filippo il Bello fu chiamato “Il Re Falsario” dal Papa Bonifacio VIII e si diffuse un detto: Il Re di Francia è falso come le sue monete.

Stranamente già pochi mesi dopo il processo i lavori ripresero alla grande e le vecchie monete furono sostituite con delle nuove, fatte in una lega pregiatissima. Ma che casualità! 

 
 
 

L'evoluzione della specie bugiarda

Post n°22 pubblicato il 11 Gennaio 2007 da Baphomet6
Foto di Baphomet6

L’impero britannico non si era ancora ri­preso dalla tragedia del suo testimonial più ardito, il Titanic (come abbiamo abbondantemente documentato in queste pagine), che, quasi in contem­poranea, si infilava a capofitto sulla rotta di un altro iceberg. Il quale ci mise un po’ più di tempo per profondare (ma nel ridicolo, stavolta) un altro degli orgogli britannici, il British Museum. Purtroppo mai mi è capitato di vedere citata questa storia - quella che vado a com­memorare – nei sussidiari dell’obbligo, i libri delle elementari sulla cui copertina trovate uno scim­panzé a sinistra e un distinto signore nudo a destra; in mezzo, ci sono le varie fasi dell’“evoluzione”.

Certezze e ipotesi

La Scienza non ha mai dimostrato (forse è meglio dire: non è mai riuscita a dimostrare) che l’uomo discende dalla scimmia e negli Usa i genitori possono rifiutare che la teoria evoluzionistica venga am­mannita nelle scuole ai loro figli. Poiché di una teoria si tratta.Ancora oggi, dai tempi di Darwin. Di solito, quando non si riesce a di­mostrare un assunto, è “scientifico” rivolgersi verso altre direzioni, battere nuove strade, prendere in considerazione ipotesi diverse. Fa eccezione l’evoluzionismo, da quasi due secoli ostinatamente divulgato come cosa praticamente certa. Pazienza se a ogni pie’ sospinto dobbiamo retrodatare di un ennesimo milione di anni la comparsa dell’Homo Sapiens sulla terra. Pazienza se veniamo a sapere che l’Uomo di Neandertal era perfettamente in grado di parlare, e non era peloso nè curvo. Ma perché nulla di tutto ciò finisce sui sussidiari? Forse perché 1’evoluzionismo deve essere vero?

Se non c’è la prova…

Nel 1912 gli scienziati positivisti (cioè tutti, pena la scomunica accademica) cercavano il “famoso anello mancante” tra l’uomo e la scimmia. Doveva esserci, dal momento che lo si cercava. Poiché lo pterodattilo era (secondo loro) l’anello di congiunzione fra i rettili e gli uccelli (come dire che il divano discende dal bastone pas­sando per lo sgabello, la sedia e il letto; oppure che il pipistrello è l’anello intermedio tra il topo e l’aquila) bisognava trovare un Homo mezzo scim­mia. Per forza. E a trovarlo doveva essere, altrettanto per forza, un Homo Britannicus, cioè il massimo punto d’arrivo dell’evolu­zione. E così fu. Il geologo Charles Dawson e il direttore del dipartimento dl geologia del British Museum, Arthur Smith Woodward, annunciarono alla londinese Geological So­ciety e al mondo intero che, sì, a Piltdown nel Sus­sex finalmente l’anello mancante era venuto alla luce. L’Eoanthrupus dawsoni (così fu battezzato) consisteva in un pezzo di calotta cranica umana coi una mandibola inequivocabilmente di scimmia. Il discusso (già allora) gesuita Teilhard de Chardin, paleontologo dilettante, precipitò sul Luogo e trovò un dente scimmiesco che sicuramente apparteneva all’Uomo dì Piltdown. Dawson, l’eccezionale scopritore, ebbe la straordinaria ventura di trovarne un altro, di Uomini di Piltdown, due anni dopo, a Sheffield Park. Dopodiché defunse, sazio di onori, nel 1916. Il suo Homo Pilt­downi, accuratamente ricostrulto (un pezzo di cranio e di mandibola; il resto, tutto il resto, era cartapesta) e munito di diorama in stile, fece bella mostra di sé al prestigioso British Museum in una sala dove le scolaresche venivano quotidianamen­te portate in religioso pellegrinaggio.

… la costruiamo

Per quasi mezzo secolo, dico mezzo secolo, l’Uomo di Piltdown fu la prova provata che discendiamo dalle scimmie, e guai agli oscurantisti che si azzarda­vano a mettere in dis­cussione il dogma: l’in­quisizione in camice bian­co prima li riduceva alla fame, poi al silenzio e infine alla disperazione. E senza processo. Ebbene, solo nel 1953 si venne a sapere che la mascella dell’Uomo di Piltdown non era sua ma di un ~ rango morto di recente: i condili erano stati limati per farli combaciare col pezzo di cranio e i denti erano stati “invecchiati” col pennello. I tre furbac­chioni? Woodward finì presidente della Geological Society, Dawson ebbe l’ambitissimo titolo di Honorary Collector del British Museum, Teilhard fu intronizzato in una cattedra universitaria di geologia a Parigi. Si venne a sapere (ma decenni dopo) che quest’ultimo aveva lavorato agli scavi con Dawson fin dal 1908. Ora, accanto al cosid­detto Uomo di Piltdown, i tre “scienziati” ave­vano trovato un femore di mammuth. Quest’osso era stato “lavora­to” per farne una mazza. Insomma, l’Uomo di Pilt­down andava a caccia con quello, così come Stanley Kubrick in 2001 Odissea nello spazio descriverà, poi, la tras­formazione della scimmia in uomo per influsso del misterioso monolito.

Un complice zoologo

Invece, guarda un po’, si scopre che il terzetto era un quartetto: era stato lo zoologo (sempre del British Museum) Martin A. Hinton a sottrarre dalla raccolta del museo l’osso in questione, a limarlo per farlo assomigliare a una mazza da cricket e a seppellirlo negli scavi. Credete che la scoperta della truffa nel 1953 sia stata dovuta ai nuovi metodi scientifici, al Carbonio 14, all’uso del radio eccetera? Niente affatto. C’era un sacco di gente, già nel 1912, convinta che Piltdown fosse un falso, gente che conosceva bene i protagonisti della vicenda e li sapeva capaci di tutto per averli già visti all’opera in altre occasioni. Ma il British Museum per più di quarant’anni impedì chiunque di esaminare i resti di Piltdown. Anche gli esperti dovevano contentarsi di ammirarli dietro un vetro o maneggiare copie. Il bubbone scoppiò proprio a un congresso internazionale nel 1953 e grazie alle proteste di un gruppo di scienziati che prese a sciorinare i propri dubbi sulle riviste più prestigiose. Certi vizi, però, non perdono mai il pelo. E’ ancora nelle orecchie la polemica che ha accompagnato l’analisi della Sindone, le vere e proprie accuse di truffa rivolte agli esperti che l’hanno analizzata con il Carbonio 14. 

Rino Camilleri

 
 
 

Giorgio Gaber

Post n°21 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da Baphomet6
Foto di Baphomet6

Devo confessare che l’impeto di don Giussani, questo suo attingere a ottant’anni a una speranza così semplice e cristallina - la Madonna “fontana vivace” di speranza - mi lascia sconcertato e purtroppo estraneo. Questa sua fede, che anche a me, come a tutti in questo paese di radice cattolica, è stata insegnata, a sessantadue anni fatico a comprenderla.

La speranza per me è nella forza della vita, nella vita che ti dà questa spinta a fare, a costruire, ad andare avanti ogni mattina.

Si sviluppa da sola, senza che nessuno ti abbia detto nulla, ce l’hai misteriosamente dentro. Ecco, in questo siamo Mistero, mistero persino a noi stessi.

Ma forse per me ormai è caduto il velo di Maya e questa spinta, questa speranza oggi fatico a trovarla.

Mi spiace per don Giussani, a cui faccio i miei auguri più affettuosi, ma oggi le mie parole arrivano solo fin qui.

           


Le domande del signor G

Massimo Bernardini

A colloquio col cantante milanese. Sollecitati da una canzone che mette a tema l'appartenenza, il fattore fondamentale per la vita di un uomo, che la nostra epoca guarda con sospetto. Un'ora a parlare di libertà, Mistero, dimenticanza della tradizione e pericolo della barbarie

Alcuni amici, vedendo lo spettacolo «Un'idiozia conquistata a fatica - Gaber 98/99», che sta toccando con grande successo i teatri italiani, sono stati colpiti, tra l'altro dalla Canzone dell'appartenenza di Giorgio Gaber, scritta nel'96 e tuttora presente nel suo ultimo spettacolo. Un tema, una parola, l'appartenenza, che non poteva non incuriosirci; fino al punto di far conoscere la canzone a don Giussani, anch'egli colpito dall'insolita "scoperta" dell'artista milanese, che ha da poco compiuto sessant'anni. Ce n'era abbastanza per incontrarlo, indagare le sue ragioni e metterle a confronto con quanto suggeritoci da don Giussani in questi anni.

Innanzitutto perché scrivere una canzone su un tema così insolito?

Sarà insolito, ma io e Sandro Luporini, con cui scrivo da decenni i miei spettacoli, è già la seconda volta che lo affrontiamo. Tutto è cominciato con la Canzone della non appartenenza, in cui indicavamo in questa mancanza la radice della falsa solidarietà oggi tanto di moda («Quando non c'è nessuna appartenenza/ la mia normale, la mia sola verità/ è una parvenza di altruismo/ magari compiaciuto/ che noi chiamiamo solidarietà»; ndr). Ma non ci bastava, quindi ci siamo tornati su con un'altra canzone. Per la cultura dominante la parola appartenenza è una parola scomoda: appartenenza vuol dire essere intruppati, vuol dire...

Vuol dire semplicemente essere parte di qualcosa.

Forse è esattamente questo che alla cultura dominante fa paura.

Forse perché c'è ancora in giro un fastidioso residuo di collettivismo. Però per quanto ci riguarda, individualismo non è sinonimo di egoismo.

Si può dire che il lavoro suo e di Luporini in questi ultimi anni sia stato quello di tornare ad occuparsi dell'io?

Direi proprio di sì, a partire forse dalla scoperta di Max Stirner (filosofo tedesco dell'Ottocento, seguace di Hegel e precursore dell'anarchismoindividualistico; ndr), fatta in anni in cui era considerato un inascoltabile, un reazionario. Ci ha interessato, in Stirner, la coscienza della propria unicità come risposta alla massificazione e a qualsiasi processo di collettivizzazione.

Senta cosa scrive a questo proposito don Giussani: «Il supremo ostacolo al nostro cammino umano è la trascuratezza dell'io». E ancora: «Nulla è così affascinante come la scoperta delle reali dimensioni del proprio io».

Io credo di averli sempre fatti i conti con l'io, in fondo già dai tempi di Chiedo scusa se parlo di Maria, canzone che riaffermava i diritti dell'io in anni in cui l'imperativo morale era occuparsi di tutt'altro: la rivoluzione, la politica...

Però da qui come si arriva all'appartenenza?

Per noi l'appartenenza è considerare che dentro agli altri c'è un pezzo anche di sé. È un concetto nobile di individuo, che va oltre i bisogni primari; anzi che fa del rapportarsi con gli altri un nuovo bisogno primario. Perché fin da quando uno nasce dipende dall'altro.

Torno a don Giussani: «Il bambino viene educato e cresce con una personalità ben forgiata per il puro fatto di appartenere a suo padre e a sua madre».

Assolutamente condivisibile. La prima appartenenza è la famiglia, non c'è dubbio. In qualche modo è il conforto di una prima appartenenza che poi si ripeterà chissà come nella vita.

Però don Giussani ne desume una legge più grande e decisiva. Scrive: «Diventare sempre più veri, autentici, significa cambiare la nostra falsa coscienza di essere padroni di noi stessi e arrivare alla consapevolezza di appartenere totalmente a un Altro».

Al mistero, come lo chiamo io, anche se magari con la m minuscola. Mi pare che nella natura umana sia presente una ferita che l'uomo cerca continuamente di rimarginare, pur sapendo che non ci riuscirà mai.

Perché la definisce una ferita?

Che la nostra vita sia dominata dal mistero è una ferita. La nostra ragione non basta a capire quello che ci succede.

E se invece la ragione fosse un'ultima porta, un'ultima possibilità verso il mistero?

Una ragione che non rispetta il mistero non è ragione, ma irrazionalità.

Quindi si può essere uomini ragionevoli, che usano fino in fondo la propria ragione, e contemporaneamente accettare la ferita del mistero?

È necessario essere così, uomini ragionevoli e proprio per questo coscienti della impossibilità di svelare il mistero. La ricerca continua, non esistono risposte, il mistero ne verrebbe svilito. È questa pretesa di soluzione del mistero che ci allontana da qualsiasi atteggiamento religioso.

E se invece il mistero avesse deciso lui di rivelarsi?

Nessuno può comandare il mistero.

Non riesco a vedere nel mistero questa volontà di rivelarsi, non ne sono capace.

Torniamo alla Canzone dell'appartenenza. A un certo punto si riferisce agli uomini del passato che avevano «la misura del dovere e il senso collettivo dell'amore».

In effetti la nostra sopravvivenza si è affrancata da quello per cui i nostri avi hanno combattuto, hanno lottato, hanno faticato e fatto figli. Risolto il problema della sopravvivenza, anche la prosecuzione di sé nei figli ci sembra superflua. Però così l'uomo finisce per disgregarsi.

Ma non è che per un popolo come il nostro l'aggregazione, e dunque l'appartenenza, coincidevano con una radice cristiana?

Pasolini diceva...

Ma questo lo dico io: se in qualche modo questi principi cristiani vengono a mancare, si disgrega il senso stesso della civiltà occidentale, che è sostanzialmente civiltà cristiana. Su questo ci siamo legati, su questo abbiamo costruito il nostro mondo. Tutte le opere d'arte che abbiamo davanti da secoli, queste grandi costruzioni, queste cattedrali, sono impossibili persino da pensare senza un luogo in cui tutti sentono che è importante farle. Quando uno parla di valori, di che valori parla? Sì, di valori civici, ma i valori civici da dove nascono?

Insomma lei, da laico, dice che i nostri fondamenti cristiani ce li dobbiamo tenere ancora stretti.

Io da laico ritengo che bisogna paragonare i propri principi a quelli di Cristo, perché i nostri valori nascono da lì. Non credo che la civiltà sia molto solida, credo sia un velo sottile che possa saltare da un momento all'altro, la barbarie è a portata di mano.

Per questo mi vien quasi da dire che i Balcani sono abitati da gente che ha un diverso rapporto con la vita e la morte. Ma diverso da cosa, da chi? Diverso da una concezione cristiana che sentiamo ancora comune. Credo che quando auspichiamo con leggerezza l'avvento della cosiddetta società multietnica, non ci rendiamo bene conto di cosa comporti in termini di scontro culturale.

A chi appartiene Giorgio Gaber, con le sue canzoni, coi suoi spettacoli?

Esistono due modi di far spettacolo: o vai sul palcoscenico per farti vedere (e quindi affermi te stesso), o ci vai perché cerchi una comunicazione col pubblico. Non dico che con noi in teatro si formi un'appartenenza, ma certo nasce qualcosa che ne fa parte. Sa perché alla fine io grido, faccio queste smorfie, ho queste reazioni? Perché mi vergogno, e mi vergogno perché sono stupito di questo riconoscimento che avviene tutte le sere su cose che io e Luporini abbiamo in qualche modo scoperto per noi stessi. È questo che rende il mio mestiere uno dei più belli che si possano fare. Cosa volere di più, per 120 sere all'anno?

Anche gratis

 
 
 

Indovinello...

Post n°20 pubblicato il 08 Gennaio 2007 da Baphomet6
Foto di Baphomet6

1)      Se conosceste una donna che si trova in stato interessante, che ha già 8 figli, tre dei quali sordi, due sono ciechi, uno è ritardato mentale e lei stessa ha la sifilide, le consigliereste di abortire?

 

Leggete la prossima domanda prima di rispondere a questa.

 

2)    E’ tempo di eleggere un leader mondiale e voi siete chiamati a votare. I tre candidati posseggono le seguenti caratteristiche:

Candidato A: il suo nome è spesso associato a quello di politici corrotti ed inoltre egli è solito consultare gli astrologi. Ha due amanti. Fuma una sigaretta dopo l’altra e beve da 8 a 10 Martini al giorno.

Candidato B: è stato licenziato 2 volte dal lavoro, dorme fino a tardi, all’università faceva uso di oppio ed ogni notte consuma un quarto di bottiglia di whisky.

Candidato C: è un eroe decorato di guerra. E’ vegetariano, non fuma, beve una birra di   tanto in tanto e non ha mai avuto relazioni extraconiugali.

Quale dei 3 candidati eleggereste?

Prima decidete e poi cercate la risposta in fondo alla pagina....

 

 

 

RISPOSTA AL 2° QUESITO:

Il candidato A è Franklin D. Roosevelt

Il candidato B è Winston Churchill

Il candidato C è ADOLPH HITLER...

 

A proposito... se alla domanda sull’aborto avete risposto SI... avete appena ucciso Beethoven!

 
 
 

L’INGANNO DEL PRIORATO DI SION

Post n°19 pubblicato il 06 Gennaio 2007 da Baphomet6
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Negli anni recenti sono state pubblicate, in libri quali Il Santo Graal, molte informazioni in cui si è affermato che in realtà il Santo Graal farebbe riferimento a una linea di successione originatasi direttamente da Gesù. Secondo quest’ipotesi, Gesù e Maria Maddalena ebbero dei figli i cui discendenti dettero in seguito origine alla dinastia Merovingia che dominò la Francia dal 476 al 750 A.D.

Molti lettori e vari autori si sono fatti ingannare da questa storia, credendo in buona fede che si trattasse della nuova rivelazione d’una storia volutamente soppressa quando nella realtà, sfortunatamente, la sola cosa che appare esser stata soppressa è la verità storica. Il Graal non è una linea genealogica; questa falsa credenza si origina a causa di una serie di documenti fraudolenti messi in giro da una setta francese di estrema destra. Il gruppo responsabile di queste fole si autodefinisce il “Priorato di Sion” e, con la pretesa di possedere un antico lignaggio esoterico, mantiene accuratamente segreta la propria vera storia. Fino a oggi Il modo con cui questa frode è stata perpetrata non è mai stato rivelato. E’ quindi tempo che la luce della verità riveli cosa sia in realtà il “Convento di Sion” e la finta linea di sangue da essi propagandata: una frode. Il retroterra culturale del gruppo ne rivela le finalità segrete così come le fonti che sono state utilizzate per attingere alle informazioni rilevanti. La pista della frode del “Priorato di Sion” comincia a metà del diciannovesimo secolo in Francia, quando un nuovo interesse per l’occulto spinge alla creazione di molti nuovi gruppi esoterici. I membri di questi gruppi appartenevano spesso a diverse organizzazioni contemporaneamente, mentre i loro leader talvolta si allontanavano dai movimenti di appartenenza per crearne di nuovi. Allo stesso tempo continui problemi d’instabilità all’interno del governo francese portarono la Francia a dividersi tra due campi crescentemente ostili, ambedue alla ricerca della supremazia politica. I realisti, composti dalla Chiesa cattolica, dall’estrema destra, e dai sostenitori del vecchio sistema monarchico, si disputavano il potere coi repubblicani, composti da massoni e altri sostenitori dei governi democraticamente eletti. La loro lotta ebbe un’influenza importante nelle vite e nei modi di vedere di ogni francese. Dal 1877 sino alla vigilia del Secondo Conflitto Mondiale i massoni rappresentarono una forza dominante nel governo francese, mentre la loro influenza a livello politico e sociale contribuiva spesso ad accrescere il numero dei loro acerrimi rivali. Negli anni ‘80, all’apice di questo conflitto politico, Giuseppe-Alessandro Sant’Yves d’Alveydre, “il supremo Ermetico della sua epoca”, propose una nuova idea per iniettare il concetto di valori morali nella società governante. Egli chiamò questa nuova idea socio-politica “Sinarchia”, affermando che si trattasse dello stesso metodo usato dai Cavalieri Templari per influenzare la società medievale. Con questo sistema un gruppo eletto di iniziati influenzerebbe i vari gruppi rappresentanti dei diversi aspetti della società. Questi gruppi influenzerebbero a loro volta gli ambienti nei quali si trovassero ad operare, ed infine l’intero ordine sociale verrebbe a cambiare. Dalla fine del secolo in poi la fazione dei realisti iniziò a temere seriamente la sinarchia, la cui influenza andava espandendosi ben oltre il ristretto ambito dei gruppi esoterici. Negli anni ‘20 i raggruppamenti massonici professanti distinte politiche sinarchiche risultavano essere in Francia una realtà concreta. Negli anni ‘30 anche un gruppo di sinistra, denominato il “Club X Cruise”, propagandava una tecnocrazia di matrice sinarchica. In questo periodo l’estrema destra francese procedeva alla formazione di propri gruppi apparentemente esoterici. Si trattava in realtà di organizzazioni frontiste che pretendevano di avere affiliazioni esoteriche e massoniche al fine di togliere la terra sotto i piedi dei Massoni. Mentre negli anni ‘30 l’antisemitismo si andava spargendo attraverso Europa, l’estrema destra francese denunciava in un sol fascio Massoni ed Ebrei; e quando quattordici ordini iniziatici crearono una federazione denominata FUDOSI al fine di promuovere la pace e gli ideali positivi, l’estrema destra incrementò la formazione di falsi gruppi massonici. Durante l’occupazione la politica nazista fu quella di arrestare i capi delle organizzazioni esoteriche, metterli in campi di concentramento, e confiscare gli archivi dei gruppi e i piedilista, che venivano poi trasferiti in un deposito centrale. In Francia questo deposito venne chiamato il “Centro d’Azione Massonica”, e il governo francese di Vichy collaborò attivamente con la Gestapo nell’opera di persecuzione di ordini massonici ed esoterici. La paura dell’influenza massonica da parte dell’estrema destra fu così grande che da fonte ignota venne emesso un documento, detto “Rapporto Chauvin”, che smascherava i presunti coinvolgimenti massonici col governo di Vichy. Mentre questi eventi avevano luogo, gl’individui che più tardi daranno vita al “Priorato di Sion” facevano parte di due gruppi. Il primo gruppo, del quale si hanno notizie già dal 1934, veniva chiamato degli “Alfa Galati”. Verso la fine degli anni ‘30 gli Alfa Galati utilizzarono come capo legale un giovane di nome Pierre Plantard, nato il 18 marzo 1920. Nel 1937 Plantard, all’età di soli diciassette anni, tentò di fondare un gruppo antisemita e antimassonico da impegnare nell’opera di “purificare e rinnovare la Francia”, chiedendo il permesso ufficiale di pubblicare un periodico denominato “Il Rinnovamento della Francia”. Questo tema apparirà poi costantemente in connessione con gli Alfa Galati e più tardi col “Priorato di Sion”. Dal 1939 Plantard capeggiò un gruppo giovanile cattolico che organizzava ritiri in Bretagna per adolescenti e nel 1939 il gruppo si distinse nell’organizzazione di un congresso della gioventù cattolica. Delle due l’una: o Plantard fu individuo eccezionalmente precoce oppure veniva attentamente manovrato da qualcuno più maturo di lui, con la probabile inclusione di sponsor all’interno della Chiesa che si occupavano attivamente dell’organizzazione degli eventi culturali. Molto probabilmente egli stabilì queste connessioni attraverso legami con l’organizzazione-madre degli Alfa Galati e attraverso le proprie attività giovanili alla parrocchia parigina di San Luigi d’Antin, dove l’arte della menzogna era di casa. Sotto il regime collaborazionista di Vichy, il gruppo che era dietro a Plantard e agli Alfa Galati cercò di accrescere la propria influenza sul governo. Il 16 dicembre 1940 Plantard scrisse al Maresciallo Petain, capo del regime di Vichy, per denunciare un enorme complotto giudeo-massonico, rapporto peraltro largamente ignorato dalla polizia. Nel 1941 Plantard fece domanda di fondare un’organizzazione denominata “Rinnovamento Nazionale Francese”, ma gli venne negato il permesso nel settembre di quell’anno. Di nuovo nel 1942 Plantard e i suoi superiori cercarono di accrescere la loro visibilità, usando pubblicamente il nome di Alfa Galati e promovendo una pubblicazione denominata “Vaincre” (Conquistare). Vaincre, che iniziò le proprie pubblicazioni nel settembre del 1942, era zeppa di articoli antisemiti, dichiaratamente pro-Vichy e imbevuta di esoterismo superficiale e di bassa lega, fondato su tradizioni celtiche e sugl’ideali cavallereschi. Sebbene scarsamente seguito, gli Alfa Galati tentarono di accreditare il giornale come palestra letteraria di un gruppo relativamente nutrito di giovani intellettuali. Dopo sei numeri il giornale cessò la propria attività, ma fruttò comunque a Plantard una certa notorietà. Egli veniva periodicamente controllato dalla polizia che, sino al febbraio 1945, ancora continuava a tener sott’occhio i circa 50 membri degli Alfa Galati, concludendo infine che non pareva trattarsi di un’organizzazione pericolosa. Almeno un ricercatore serio, però, di nome Robert Amadou, che si unì agli Alfa Galati credendo si trattasse di un gruppo esoterico genuino, ebbe invece il dubbio che si trattasse di un’organizzazione a fini politici. Più tardi Amadou, divenuto massone e martinista, si rifiutò per 40 anni di discutere sul tema degli Alfa Galati, affermando solamente che, da parte sua, “non fu mai coinvolto, prima o dopo, in alcuna attività politica”. Nel 1947, mentre un redivivo FUDOSI iniziava a incontrarsi nuovamente a Parigi, Pierre Plantard registrava una nuova organizzazione detta l’”Accademia Latina”, ponendovi a capo sua madre. Il suo scopo apparente era incentrato sulla “ricerca storica”, mentre i suoi veri propositi erano quelli di continuare il programma di destra dell’organismo predecessore. Dalla metà degli anni ‘50 Plantard cominciò ad autopromuoversi nei circoli cattolici come il pretendente merovingio al trono di Francia. I luoghi ove egli spesso si impegnava in tali attività propagandistiche erano la chiesa parigina e in particolar modo il seminario di S. Sulpice. Nel 1956 Plantard e i suoi amici crearono un nuovo gruppo detto il “Priorato di Sion”, con statuti stranamente simili a quelli degli Alfa Galati, pubblicando un periodico denominato “Circuito”. La disinformazione, che sarebbe poi diventata la regola nel corso dell’affare “Rennes-le-Chateau” iniziò a far la propria comparsa nel periodico “La Depeche de Midi” agli inizi del 1956. Plantard ed il suo gruppo cercarono nuovamente d’influire politicamente sul governo francese, in difficoltà nel 1958, dichiarando di controllare i Comitati pro De Gaulle di Salvezza Pubblica e utilizzando articoli scritti dallo stesso Plantard su “Le Monde”, al fine di pubblicizzare l’esistenza di una sedicente associazione segreta tra De Gaulle e lo stesso Plantard. A questo proposito, comunque, qualsiasi preteso collegamento tra De Gaulle e la cosiddetta “eminenza grigia dalla quale i grandi di questo mondo cercano consiglio” è risultato essere completamente ignoto a collaboratori e biografi di De Gaulle, sebbene nel 1959 nuove edizioni di “Circuito” continuassero a strombazzare questo presunto collegamento. “Circuito” passò allora a una dieta costante a base di argomenti massonici ed esoterici superficiali, amoreggiando poi con la mitologia, l’astrologia e la Cavalleria; la possibile riorganizzazione del governo francese; l’unica (anche se mai ben specificata) grandezza di Pierre Plantard e, naturalmente, il “Rinnovamento Nazionale Francese”. Si promuovevano fieramente, inoltre, le tematiche antisemitiche e antimassoniche di “Vaincre”. Nel 1962 il libro I Tesori del Mondo di Robert Charroux fu un grande successo popolare in Francia. La mistura di Charroux di misticismo, misteri storici e tesori perduti, assieme all’interesse del pubblico nella sua narrazione sul “mistero di Gisors”, permisero al “Priorato” di lanciarsi col grande pubblico. Citando una fonte interna, infatti, il “Priorato” dichiarò che la perduta cappella sotterranea di S. Anna a Gisors, in Normandia, avrebbe potuto contenere gli archivi segreti del “Priorato” oppure il tesoro perduto dei Cavalieri Templari. Naturalmente nessuna di queste fole si materializzò mai, ma la storia dette in compenso al “Priorato” quella visibilità necessaria per reclamizzarsi con successo, assieme con la sua falsa storia di Francia, quella dei discendenti di Gesù, e i vari ordini esoterici, soggetti che vennero pubblicati in diversi libri ed articoli. Il vero Priorato di Sion era un autentico ordine monastico cattolico. Un priorato è una casa religiosa od ordine. Sion o Zion è l’antico nome di Gerusalemme, dove l’ordine era acquartierato nel convento di Nostra Signora di Mt. Zion. Quest’ordine monastico trasferì in seguito la propria sede centrale a S. Leonardo d’Acri in Palestina e più tardi in Sicilia. Nel 1617 cessò di esistere e venne assorbito dall’ordine dei Gesuiti. Non si trattò mai di una “cabala” d’interessi esoterici e politici, non ebbe mai alcuna influenza sui Templari o altri ordini esoterici, e non esiste oggi come ordine legittimo, cattolico o altrimenti, ma ne venne semplicemente usato il nome, così come nel caso di molte altre storie autentiche, o vere tradizioni ed ordini esoterici, per creare una falsità storica. In omaggio alla verità, mi riferirò nel resto di questo articolo al falso “Priorato” ponendolo tra due virgolette. Due esempi illustreranno rapidamente come il falso “Priorato” agiva per creare le sue storie. Esso ha tentato di impossessarsi della storia Templare e di ritrarre i Templari come fedeli all’ordine ed al proprio lignaggio romanzesco attraverso documenti interamente costruiti, che vari autori definiscono “i documenti del Priorato”; secondo uno di questi documenti la famiglia di un Gran Maestro Templare era originaria di Blanchefort, nelle vicinanze di Rennes-le-Chateau. Blanchefort era invece la magione di un nobile Cataro dallo stesso nome, e non di un Gran Maestro Templare. Pochi ricercatori si sono assunti la fatica di investigare questa o le innumerevoli altre storie completamente false. Similmente Plantard dichiara che il suo vero nome fosse St. Clair, benché non vi sia alcun brandello di prova a testimoniarlo. I Sinclairs (originariamente St. Clair), capi ereditari del rito massonico scozzese, erano legati secondo il “Priorato” da un matrimonio al fondatore dei Templari, Ugo de Payen. Così facendo il “Priorato” cercò di dimostrare di aver avuto un ruolo importante e antico in massoneria. L’impossessarsi di nomi famosi associati con l’esoterismo è una tattica spesso usata al tempo degli Alfa Galati dalla destra francese antimassonica di prima della guerra. Il “Priorato” costruì la farsa del lignaggio di Gesù creando dapprima l’apparenza di un autentico lignaggio esoterico per se stesso. Ci riuscì fabbricando storie che poi venivano depositate in biblioteche, nelle quali si parlava di associazioni fittizie con antichi gruppi esoterici, usurpando l’eredità di gruppi autentici, realmente esistiti anteguerra. Il gruppo maggiormente plagiato dal “Priorato” appare essere l’Ordine dei “Rosa-Croce del Tempio e del Graal”, fondato da Josephin Peladan nel 1891, che fu veramente il gruppo intimamente connesso con l’affare di Rennes-le-Chateau. Alcuni tra i veri ed i presunti collegamenti adottati dal “Priorato” includono: l’opera del pittore Nicolas Poussin; Emma Calvé, una cantante con numerosi legami occulti; presunte associazioni col Santo Vehm, i Cavalieri Templari e la sopravvivenza di una monarchia apparentemente perduta; diverse associazioni con prominenti personalità del mondo della cultura; sensazionali annunci della scoperta della tomba di Gesù; l’esistenza di un alto ordine esoterico dotato di conoscenza suprema; i Catari; e altri temi che appaiono in storie che risultano ispirate dal “Priorato”. Berenger Sauniere, curato di Rennes-le-Chateau dal 1885 al 1917, avrebbe potuto essere legato all’Ordine dei Rosa-Croce del Tempio e del Graal. Questa associazione risulta essere la fonte delle informazioni frammentarie che il “Priorato di Sion” ereditò sulla vicenda di Rennes-le-Chateau attraverso il vero fondatore del “Priorato”, il “Conte Israele” Monti. La storia attuale del “Priorato” comincia con l’oscura figura di Georges “Conte Israele” Monti, segretario di Josephin Peladan. Nato a Tolosa nel 1880 ed educato dai Gesuiti, Monti considerò seriamente il sacerdozio prima di entrare nel mondo degli ordini iniziatici all’età di 22 anni, per divenire in seguito un massone d’alto livello del rito scozzese. Nel 1906 risultava già rapidamente avanzato all’interno dell’ordine di Peladan. Nel 1908 viaggiò in Egitto e nel 1909 si recò a Monaco di Baviera per conto di Peladan.In seguito alla morte di Peladan nel 1918, Monti tenta disperatamente d’imporsi come personalità di spicco dell’occultismo, riuscendo però sempre e solo a dare l’impressione di possedere solamente conoscenze parziali e incomplete. Così importanti erano per lui questi riconoscimenti che s’industriò per acquisire il titolo di “Conte Israele” Monti. Egli iniziò poi a raccontare storie melodrammatiche relative al suo coinvolgimento nelle presunte attività politiche di alcuni ordini esoterici, sebbene suo unico collegamento politico noto appare essere stato quello con Leon Daudet, fratello del dirigente del gruppo di destra “Azione Francese”. Nel 1922 Monti dichiarò entusiasticamente d’essere affiliato al controverso mago Aleister Crowley e al suo gruppo occulto, e disse di esser stato incaricato da alcuni gruppi occulti in Inghilterra ed in Germania di creare un nuovo ordine. Nel 1924 l’apprendista stregone cercò di divenir maestro e formò un nuovo gruppo. Secondo l’occultista Anna Osmont egli tentava di mettere in pratica un piano per “distruggere tutto ciò che mi è caro e prezioso, al fine di costruire una società illusoria”. Insieme con un uomo che si faceva chiamare Gaston Demengel, Monti, usando il nome di Marcus Vella, formò un gruppo detto “Gruppo Occidentale di Studi Esoterici”, un ordine di minuscole dimensioni. Si trattava di un’organizzazione altamente segreta, che pretendeva d’essere un corpo d’élite dedicato a condurre il mondo verso una pace duratura e composto da un ramo maschile e uno femminile (la loggia di Iside). Il numero degli adepti e il tipo di attività effettuate rimasero sempre ignote. Nel suo unico documento noto si fa riferimento alla riconciliazione degli ordini esoterici con la Chiesa cattolica come uno degli obiettivi dell’ordine. Di questa meta, così come delle pretese di esclusività, elitarismo, e di un dichiarato interesse per la pace nel mondo, si ritrova molte tracce negli insegnamenti del “Priorato di Sion”. Nell’ottobre 1936, il Bollettino delle officine superiori della Gran Loggia di Francia, organo della Gran Loggia Massonica, pubblicò un articolo che denunciava il Monti come trafficante d’informazioni, falso pretendente alla nobiltà, e possibile agente gesuita. Il 21 dello stesso mese Monti venne trovato morto. Il suo stretto collaboratore, Dott. Camille Savoire, precipitatosi a esaminarlo dichiarò che questi era stato avvelenato. Savoire viene menzionato nei primi numeri del periodico “Vaincre” degli Alfa Galati come colui che, assieme con Plantard, l’estremista di destra Louis Le Fur, e un certo Maurizio Moncharville, fu uno dei responsabili della rivista stessa. Nel numero 4 di “Vaincre” infatti, Le Fur scrive di essere stato iniziato nel 1934 negli Alfa Galati da Georges Monti. Dal 1934 fino alla sua morte Monti abitò al n. 80 di rue du Rocher a Parigi. Per una strana coincidenza nel 1942-43 “Vaincre” veniva stampato nella stessa strada al numero 45 da un certo Poirer Mitirat, il cui nome affiorerà di nuovo, dopo la guerra, in associazione con Plantard. Savoire poteva vantare una lunga storia di formazione di gruppi esoterici alternativi. Durante la sua esperienza in massoneria, Savoire si trovò spesso in disaccordo con le pratiche massoniche stabilite da lunga data, così come con gli obiettivi e gli stessi vertici dell’organizzazione. Come Monti, Savoire era un massone di alto livello del rito scozzese, iniziato a Ginevra nel 1910. Ma dal 1913 Savoire aveva formato un proprio gruppo, la Gran Loggia Nazionale Francese. Nel 1935, dopo la formazione degli Alfa Galati, egli formò un gruppo dall’interessante nome di Gran Priorato delle Gallie; morì nel 1951. La sua relazione con Monti e il suo coinvolgimento con ordini alternativi fecero del Savoire un probabile candidato per l’assunzione della leadership del Gruppo Occidentale di Studi Esoterici, carica rimasta vacante a causa della morte di Monti. Esistono molte connessioni tra le attività del periodo pre-bellico di Plantard, di Monti e dei loro soci da un lato e i temi identificabili col postbellico “Priorato di Sion” dall’altro. E’ molto probabile che gli Alfa Galati possano esser stati una copertura per il gruppo di Monti che poi continuò le proprie attività perfezionando e attuando un piano che sarebbe poi stato portato avanti sotto l’ombrello del “Priorato di Sion”. Il primo obiettivo del “Priorato” fu quello di posizionarsi nella mente del pubblico inconsapevole come la suprema organizzazione esoterica occidentale. Esso sognava di utilizzare tale serbatoio di forze in modo sinarchico come mezzo per promuovere la sua agenda mista di politiche destrorse e insegnamenti esoterici da fine secolo. Non rappresenta i veri insegnamenti di alcun ordine positivo esoterico. E’ materialistico, ossessionato dal raggiungimento della maggior influenza possibile sulle masse, e ha fabbricato documenti senza alcun riguardo per possibili considerazioni etiche. Il suo programma è quello di manipolare le persone per mezzo della menzogna al solo fine di aumentare il proprio potere. Il cosiddetto lignaggio creato dal “Priorato” non esiste. Non c’è alcuna linea di discendenti di Gesù fino ai Merovingi o ad altre famiglie; anzi, non esiste alcuna prova di qualsivoglia discendenza di Cristo. La sopravvivenza della linea di sangue Merovingio come asserito dai documenti del “Priorato” si basa sul presunto matrimonio di Giselle de Razers col Re merovingio del settimo secolo Dagoberto II. Giselle de Razers però non è mai esistita, ma risulta esser stata fabbricata da Plantard e dai suoi soci. La storia fraudolenta del “Priorato di Sion” e il suo falso lignaggio è stata creata utilizzando la grande mole di documenti esoterici pubblicamente disponibili nelle biblioteche francesi, nelle quali venivano inoltre introdotti documenti fasulli. Per esempio, le carte di Peladan sono state depositate nella Biblioteca dell’Arsenale, e gl’incartamenti di St. Yves vennero depositati alla Sorbona nel 1938 dal figlio del noto occultista francese Papus, insieme con molte altre carte di Papus stesso. Una ricerca effettuata da Paul Smith ha dimostrato che alcuni dei documenti che proverebbero il supposto lignaggio e un poema ispirato dal “Priorato” detto del “Serpente Rosso” risultano esser stati stampati dalla stessa pressa. E’ anche probabile che nel corso della guerra il “Priorato” possa aver avuto accesso agli archivi di società esoteriche e massoniche, alcuni dei quali piuttosto antichi, depositati nel Centro d’Azione Massonica controllato dal regime. Questo deposito era diretto da Henri Coston, un giornalista e collaboratore di destra antisemita, citato sulla prima pagina del primo numero di “Vaincre”. Similmente, per creare una certa credibilità tra gli addetti ai lavori, il “Priorato” collegò l’albero genealogico di Plantard a una genealogia autentica originalmente apparsa in un’edizione speciale del diario storico “Les cahiers de l’histoire” No. 1 (1960), che venne inserito nelle biblioteche contenenti altri documenti fabbricati dal “Priorato”. L’idea del lignaggio fasullo s’origina in due luoghi diversi. Negli anni ‘30 gli scritti e i discorsi dell’esoterista italiano Julius Evola ricevettero una certa prominenza in molti circoli filosofici, esoterici e politici di destra, mentre egli era ammirato da gerarchi nazisti come Heinrich Himmler. Molti temi del “Priorato” si originarono nelle idee di Evola. Secondo il pensiero di Evola nel vecchio sistema dell’ordine mondiale il re era considerato un essere sacro. Le virtù e i poteri divini discendevano su di lui. Le istituzioni tradizionali erano basate su lasciti sacri. Lo stato stesso aveva un significato trascendente. Evola faceva riferimento inoltre a una qualità speciale del sangue che egli dichiarava esistere un tempo nelle case regnanti. Soprattutto ammirava come re ideale Goffredo di Buglione, primo re latino di Palestina subito dopo la prima crociata, il lux monarchorum (luce dei monarchi). L’uomo poteva solamente innalzarsi, scriveva Evola, per mezzo del governo di una élite spirituale, di coloro che vestono la cintura o corda degl’iniziati che segna i “portatori dell’influenza invisibile”. Tutte queste idee permeano il pensiero del “Priorato”, mentre i “documenti del Priorato” richiedono persino, ai membri, d’indossare una corda nel momento dell’iniziazione. Per creare il concetto del lignaggio, le idee di Evola vennero amalgamate con quelle provenienti da un’altra fonte, la dissertazione per il dottorato di Gualtiero Johannes Stein, pubblicata originariamente in Germania nel 1928. In questo lavoro, intitolato Il Nono Secolo: Storia del mondo alla Luce del Santo Graal, Stein, un conoscente stretto di Rudolf Steiner, evidenziò ciò che egli credeva fosse lo sfondo storico e simbolico dietro alle saghe del Graal. Come appendice aI “Nono Secolo” si trova una tavola genealogica che Stein chiama il “lignaggio del Graal”. Di quest’albero, un lato si estende alla casa reale di Francia e l’altro fa capo a Goffredo di Buglione. Una parte della tesi di Stein è che gli eventi delle vite di figure storiche reali possano aver servito da modelli per alcuni personaggi ed eventi nelle storie del Graal. Secondo Stein gli uomini associati a quest’albero genealogico vennero riconosciuti nel loro periodo come dotati di alta natura spirituale e capacità paranormali. Egli è però convinto che tali capacità fossero svanite centinaia di anni or sono dalle relative famiglie. Un lettore impreparato che affrontasse l’opera di Stein potrebbe facilmente confondere le persone storiche reali con la simbologia adottata. L’intenzione di Stein è invece quella d’illustrare il modo in cui le forze positive spirituali rappresentate dal Santo Graal si manifestino talvolta nelle vite e nelle azioni delle persone, e come queste possano influenzare società ed eventi. Egli non fece alcuna affermazione che potesse implicare il fatto che il Santo Graal fosse o potesse rappresentare un lignaggio reale, sapendo egli perfettamente che così non era. Queste furono le fonti che, adoperate a proprio uso e consumo, furono adoperate per fabbricare la storia dell’esistenza di una speciale linea di sangue, supportata da un’antica società esoterica, che fosse dietro alla maggior parte degli eventi politici chiave e dei misteri della storia francese e perfino dello stesso Santo Graal. Oggi il “Priorato” è parzialmente attivo. Periodicamente alcuni che pretendono di esserne i rappresentanti tentano ancora di influenzare scrittori e ricercatori promovendo nella loro corrispondenza privata le versioni della storia fabbricate dal “Priorato”. Molte persone sono state ingannate da queste menzogne, ma nonostante la disillusione che molti potranno oggi avvertire, è importante sapere che al mondo esistono gruppi e individui sinceramente spirituali, altamente sviluppati, che operano per il beneficio dell’umanità. Questi sono esistiti nel passato, esistono oggi ed esisteranno nel futuro, finché ci sarà anche solo uno sparuto gruppo di uomini con il coraggio di guardarsi dentro e di vivere le proprie vite in armonia con una genuina spiritualità. In ogni modo, a onor del vero, rimane dovere d’ognuno il parlare in nome della verità per controbilanciare il sensazionalismo falso e materialistico dei “Priorati di Sion” nel mondo. Seguendo un simile percorso d’integrità, ciascuno di noi può lavorare al mantenimento di una vera spiritualità, sia all’interno di noi stessi che nel mondo. Solo allora si potrà parlare di un giorno migliore per l’umanità. Si tratta in effetti di una delle lezioni imparate sulla ricerca della gran realtà spirituale rappresentata dal vero Santo Graal.

 
 
 
 
 

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Un blog di: Baphomet6
Data di creazione: 10/12/2005
 

VOCAZIONE DI MATTEO

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MUNCH

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Sono leoni in guerra e agnelli pieni di dolcezza nelle loro case. Sono rudi cavalieri nel corso delle spedizioni mimmagineilitari ma simili a eremiti nelle chiese. Sono duri e feroci contro i nemici di Dio e prodighi di carità verso gli uomini pii e timorati di Cristo.......e tutte le volte che i cavalieri erano chiamati alla battaglia, essi domandavano non quanti fossero i nemici, ma in che luogo si trovassero...

 
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IL SACRIFICIO DI ISACCO

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IL TRIBUTO

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NOLI ME TANGERE

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