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torna vivere resurrezione piero della francesca


Dopo tre anni di studi e restauri, torna a mostrarsi nella sua lucentezza la Resurrezione, capolavoro assoluto e iconico di Piero della Francesca, che il Vasari definì "di tutte le sue, la migliore", addirittura "la pittura più bella del mondo" nel 1925 per il romanziere inglese Aldous Huxley, oggi pietra miliare di ogni studioso di storia dell'arte e simbolo di quello scrigno di capolavori che è il piccolo comune toscano di Sansepolcro (AR) e del suo Museo Civico. Un lungo intervento, realizzato dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e dalla Soprintendenza di Arezzo e Siena, reso possibile dal mecenatismo di Aldo Osti, manager della Buitoni a lungo vissuto qui, che ha messo 100 mila euro pur di salvarlo. Poi la scena torna tutta a "Piero", come lo chiamano qui, e alla Resurrezione, opera intimamente legata alla storia di Sansepolcro e anche sua salvezza, quando nel '44, il giovane capitano di batteria dell'esercito alleato, Anthony Clarke, all'ultimo non la bombardò ricordandosi di quel capolavoro che avrebbe rischiato di distruggere. Il restauro ha salvato il dipinto murario dai segni del tempo e dei sismi, di una canna fumaria che ne minava la sopravvivenza e persino di precedenti interventi che avevano fortemente aggredito l'opera (si contano circa 40 piccole puliture), "lavata" nell'800 pure con soda caustica.