pensiero libero

Dai "Diari del signor Rossi"


L'uomo e la femmina avanzano guardinghi, intimamente spavaldi, nella giungla di cartelli multicolori e suoni ripetitivi. Spingono ciascuno un carro di ferro su ruote ( "Caro, meglio prenderne due, l'occasione scade a mezzanotte" ) e, ogni tanto, si scontrano con altri carri di ferro che nella fretta di strappare ad anonimi concorrenti l'ultima occasione non rispettano il diritto di precedenza. Luigi era stato categorico: "Portatemi quello che vi ho detto!". Si tratta forse dello scalpo di un noto fuorilegge, o il trofeo celato nella terza grotta a sinistra del popolo segreto? L'uomo e la femmina tentano di avanzare nel fiume ondeggiante di corpi sudati, di ascelle e piedi sollecitati dal caldo torrido del luogo, di voci concitate che s'incitano a predare: "Prendi quello..!, prendine tre, non farti fregare come al solito, guarda la scadenza..". I carri di ferro traboccano cigolando e inclinando malamente di lato sotto il peso di pile mostruose di cibo, di asciugatoi in carta arabescati da famosi artisti di strada, di fiaschette panciute che promettono inenarrabili godimenti alle stoviglie, ai pavimenti, alle tazze dei cessi. E' tutto un correre frenetico, un rimescolìo di incitamenti, grida di sconforto e urla belluine: "L'ho vista prima io, l'occasione è mia! Giù le mani o gliele taglio!". "Mario, non cedere, quello è arrivato dopo di noi!". "Imparate a rispettare gli anziani, vergognatevi. Vi tengo d'occhio, cosa credete?". L'uomo e la femmina ora s'insinuano tra paurose cataste penzolanti di carni affettate crude, pesci uccisi con coltelli affilati e stretti tra lamiere litografate da Picasso, superano agilmente ostacoli promozionali ( PREDA IN OFFERTA SPECIALE ) ed infine, con un malcelato ghigno di trionfo, approdano alla coda del serpente che sbuffa, soffia e fischia al cospetto di colei che tutto struscia ascoltando il suono pasciuto e soddisfatto che esce dalle viscere del dio. ( "Cara, abbiamo preso tutto?". "Caro, ora controllo.."). A casa, dopo aver passato due lunghe ore a classificare le prede, metterle a congelare, raffreddare, impilare, scartare, annusare, coccolare con lo sguardo, cercare disperatamente ( "Eppure me lo ricordo benissimo.." ), stivare, enunciare ( "Un affare.., te l'avevo detto! Cosa ti avevo detto? Prendiamone dodici.., tu no: bastano otto. E adesso? Adesso come la mettiamo?" ), si rendono conto con orrore di aver dimenticato: il dentifricio ermafrodito, la crema snellente al gusto ananas, gli assorbenti rosa con inserti ecologici, la zuppa al colore di coniglio per il cane, e le ciabatte in panno blu notte d'inverno da regalare a Natale alla zia Clotilde. Proprio quelle che sul volantino trovato nella cassetta della posta erano fotografate in primo piano con la scritta in rilievo: DA NON PERDERE.