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Tiriamo a campare?


Scarsa produttività e bollette energetiche troppo elevate. Sono queste due tra le ragioni più citate per spiegare i ritardi e la limitata competitività dell'industria italiana. Ma, mentre ci si accapiglia a lungo in oziosi dibattiti e convegni ( cui partecipano i soliti annoiati giornalisti, sindacalisti e opinionisti ), c'è un'altra strada dai risultati garantiti che quasi nessuno sta percorrendo. E' la strada dell'efficienza energetica, una vera e propria miniera inesplorata di vantaggi. L'ultima testimonianza su questa opportunità che fatica ad essere colta non arriva da una sognante associazione ambientalista, ma dall'autorevole Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. Il secondo Energy Efficiency Report presentato questa mattina spiega come nel nostro Paese ci sarebbe il potenziale per dimezzare la bolletta energetica dell'industria, tagliandola, per quel che riguarda la sola elettricità, di 64 TWh entro i prossimi otto anni. Risultato che potrebbe essere ottenuto, secondo quanto stabilito dai ricercatori del Politecnico, con le tencologie già esistenti attraverso investimenti capaci di ripagarsi in un arco di 3-7 anni. Risultati che possono apparire sorprendenti, ma che sono in linea con le analisi realizzate negli Usa. Amory Lovins, uno dei massimi esperti mondiali di efficienza energetica, dimostra come sia possibile ottenere nel 2050 un raddoppio della produttività energetica statunitense applicando modelli operativi che si avvalgono delle conoscenze tecniche già possedute dall'industria. Il Report del Politecnico giunge alla sconsolata conclusione che ciò che blocca in Italia l'avvento e la realizzazione di questi potenziali sta in un "deficit culturale", non tecnologico. Insomma, tiriamo a campare.