pensiero libero

Per quanto ancora?


Il ceto medio che rappresenta oltre il 50% delle famiglie sta subendo un netto declassamento, retrocede. Come una roccia ridotta ad ammasso di ghiaia "smotta" verso una quota più bassa. I suoi redditi si contraggono, la ricchezza posseduta diminuisce, il posto di lavoro salta. Sotto i colpi della crisi la società, dunque, subisce un profondo mutamento. I commercianti abbassano le saracinesche, gli artigiani non ce la fanno a reggere l'urto della recessione e delle tasse, il management intermedio è il primo a pagare le politiche di ristrutturazione aziendale, i piccoli professionisti viaggiano spaesati. Il fenomeno non è unicamente italiano, tocca tutti i Paesi sviluppati. Attenzione, nello "smottamento a valle" entrano anche sommovimenti verso il basso delle componenti socio economiche e demografiche: l'innesto, legale e non, nel tessuto dei Paesi occidentali di nuclei familiari provenienti da regioni del mondo più sfortunate determina un diffuso scadimento della capacità di reddito e risparmio, oltre ad un immediato aumento delle risorse che la collettività deve offrire per il loro welfare. Si sta materializzando un effetto "clessidra" che vede nella parte alta dell'ampolla i ceti benestanti sempre più arroccati nei loro privilegi, nella parte inferiore crescere nuove povertà. Dal collo centrale, sempre più stretto, defluiscono verso il basso i ceti medi. Per quanto ancora?