pensiero libero

Quando la smetteranno?


Siamo in una situazione a dir poco paradossale. Da un lato abbiamo dichiarato all'universo mondo che avremmo spremuto dalle nostre tasche fin l'ultimo centesimo pur di ricomprare un bene assolutamente volatile e fortemente ambiguo detto: "la fiducia dei mercati". ( Quali mercati, in mano a chi, portatori di quali interessi? ). Dall'altro stiamo buttando le chiavi delle nostre imprese, stiamo condannando i nostri giovani a vagare nel limbo del non lavoro in modo che i "mercati" possano misurare quanto siamo vulnerabili, quindi globalizzati e contenti. Poi ci sarebbe qualche milione di persone che non sa materialmente come sfamarsi, ma, come insegnava Trilussa, se la metà della popolazione mangia un pollo intero e l'altra metà nulla vuol dire che tutti mangiano mezzo pollo a testa. E sembrerebbe quasi vero, visto che ancora nulla è successo tranne qualche flebile fischio in piazza. Lo abbiamo già detto e, forse, compreso: la rappresentazione dell'impegno quotidiano per produrre beni e servizi, il denaro, è stato staccato nettamente dal rapporto con la realtà e sequestrato in troppe poche mani ( i famosi "mercati" ). Lì viene "giocato" molto al di sopra delle necessità di chi lo realizza e lo suda ogni giorno, in un astratto "divertimento" ( molto proficuo ) cui è piaciuto dare il nome di: "spread". Noi poveri mortali seguitiamo a sgobbare e strizzare gli ultimi centesimi intanto che l'oggetto misterioso ci svolazza amabilmente sulla testa. E pensiamo: ma questi "mercati" quando la smetterano?