pensiero libero

Auguri!


Dalla Vigilia a Santo Stefano si celebra una colossale seduta di auto-analisi collettiva che, negli anni di profonda depressione economica come l'attuale, serve a mantenere volitivo un popolo che, altrimenti, potrebbe collassare. Poiché nella nostra psiche, generale ed individuale, dominano prepotenti i tratti genetici dei contadini che fummo, il cibo, specie se sgargiante, fastoso e strabocchevole, placa di colpo paure profonde, libera fantasie positive, rassicura e risponde alla domanda più segreta: vinceremo la morte? Questo è il senso del rito che capitoni, cappelletti in brodo, capponi e tante altre specialità locali ( un autentico diluvio ) sono chiamati ad officiare per lenire insicurezza ed ansia del domani. " Se oggi siamo in grado di imbandire questa tavola ricca di colori, densa di sapori, esuberante ed esplosiva significa che possiamo ancora sperare ": questo il messaggio che ci trasmette la vista di contenitori e vassoi sapientemente disposti, ancor prima e ancor meglio di iniziare a masticare. Noi italiani, e supposti cristiani, celebriamo il Natale come la festa della rassicurazione: il piatto colmo, la pancia tesa, il frangere delle posate e il tintinnio dei bicchieri ci dicono che abbiamo preso il tempo per i capelli. Anche quest'anno. Ergo, riusciremo anche il prossimo. E tutti quelli che seguiranno. Una nebbia di vivaci odori di cucina vela pian piano le realtà più temute, rende ai commensali l'ardire e la visione. Mangiare e veder mangiare dona un incomparabile senso di benessere: auguri!