pensiero libero

Dai "Diari del signor Rossi"


Il telefono squillò d'improvviso. Tre suoni brevi e uno lungo. Poi silenzio. Erano le tre e venticinque di un mattino nebbioso. Lei balzò a sedere sul letto. Lui si girò sul fianco e riprese a russare con convinzione. "Caro..". "Carooo..!". "Aiutooo..!". Lui saltò in piedi, tese i pugni come aveva visto fare Cassius Clay in un famoso incontro per il titolo mondiale, e starnutì. "Caro, ci stanno spiando..". "Perché?" . "Vorrei saperlo, caro. Fai qualcosa..". Lui fece tre flessioni pancia a terra poi si ricordò di non essere l'atleta olimpionico che stava sognando al momento del brusco risveglio. "Cara, cosa è successo esattamente?". "Siamo circondati, caro." Il cucciolo di Labrador a questa notizia emise una sorta di latrato che suonò particolarmente sinistro nel cuore della notte. "Gli animali, caro..". "Cosa, cara?". "Loro sentono, hanno premonizioni molto prima di noi umani, caro..". "Davvero, cara?". "L'ho letto dal parrucchiere, caro..". "La cosa mi dà da pensare, cara.". "Il parrucchiere, caro?". "No, la Cia, cara.". "Poveri noi, caro, i bambini..!". E si precipitò nella stanza dove i ragazzi avevano appena spento la luce avendo sentito le grida d'aiuto della madre. Capì che i suoi timori erano infondati. Andò in cucina, aprì il frigorifero ed iniziò a prepararsi un panino con gorgonzola, prosciutto e maionese. "Caro, ho appena avuto un attacco di panico..". "Veramente, cara, sembrerebbe appetito..". "Sei il solito criticone, caro: sai benissimo che gli attacchi di panico stimolano i succhi gastrici..". "Incredibile, cara.". "L'ho letto non ricordo dove, caro..". "Scommetto, cara, che era stampato..". "Come fai ad essere così intuitivo, caro?". "Una dote di famiglia, cara, quasi non ci faccio più caso.". Bevvero acqua e limone e tornarono sotto le coperte. Lui emise un fischio leggero. "Caro, cosa dicevi a proposito della Cia?". "Ha telefonato, cara..?" chiese lui già prossimo a russare di nuovo.