pensiero libero

Civili?


Noi abbiamo bisogno del "mostro". Ce ne serve sempre uno pronto e fresco da stampare sui giornali, o da proiettare sullo schermo del televisore. Ci è utilissimo perché aiuta ciascuno di noi a dimenticare quello che ci abita dentro, e non vorremmo mai uscisse. Tanto meno fosse visto da altri. Quindi lo sovrapponiamo ad uno noto e pubblicizzato, in modo da poter dire, indicandolo con il dito: eccolo il mostro, è proprio quello! Facevo queste riflessioni mentre ascoltavo il can can che in una trasmissione del mattino si stava facendo sulla pelle di un piccolo imprenditore reo di voler assumere Erika De Nardo, notissima assassina, al termine della pena. E' chiaro che, personalmente, con quella tizia non prenderei neanche un bicchiere d'acqua, ma è altrettanto vero che - a destra come a sinistra - è un continuo sbraitare sulla necessità di recuperare gli ex detenuti mediante il lavoro. Allora? Il problema è che anche gli ex, o i prossimi ex, detenuti vengono classificati dai media (ormai sovrani nel pensare al posto nostro) in due categorie: quelli che fanno e quelli che non fanno notizia. Ai primi viene appiccicata l'etichetta di "mostro", con generale sollazzo e godimento, come si diceva agli inizi. Così Vallanzasca viene cacciato a furor di interviste da un modesto lavoro di commesso, Erika inquisita perché tenterebbe di lavorare. Attenzione: o tutti santi, o tutti mostri. Nel secondo caso, precipitiamoli all'inferno e dimentichiamoli! Vogliamo la vendetta? E vendetta sia. Senza, però, l'ipocrisia di dirci "civili".