pensiero libero

Dai "Diari del signor Rossi"


A mezzanotte e un minuto scoppiò in casa la febbre dei saldi. I ragazzi erano usciti su You Tube da dove messaggiavano a mezzo Facebook con un gruppo musicale eschimese. Il cucciolo di Labrador stava ripassando il lato destro della scarpa sinistra del signor Rossi trovata sotto la poltrona del salotto. Fu la signora, sentinella avanzata del progresso e nume della comunicazione familiare a fare la scoperta. "Caro, gridò, facendolo uscire a piedi pari da un sonno ristoratore consumato sulla sedia a dondolo: i saldi!!!". Lui vide per prima cosa la propria scarpa semi divorata e credette che quello fosse l'oggetto dell'allarme. "Bestiaccia!!!", rispose con quanto fiato aveva in gola. "Caro, o mi chiedi scusa in ginocchio per avermi chiamato bestiaccia, o domani mattina avrai novità dal mio avvocato". "Cara, sono confuso e addolorato: intendevo rivolgermi a quel mascalzone di cane..". "Caro, ora dovrai chiedere scusa a quattro zampe al ragazzo peloso: lui non si permetterebbe mai di chiamarti mascalzone, anche se..". "Cara, proviamo a riavvolgere il nastro: cos'è successo esattamente?". "I saldi, caro, cinguettò lei sventolandogli sotto il naso un settimanale. Domani mattina, anzi, da un minuto è iniziato ufficialmente il periodo dei saldi". "Ma sono settimane, cara, che tutti i negozi hanno in vetrina la scritta SALDI". "Affinché il popolo si prepari, caro..". "A cosa, cara?". "A mettere via i soldini, caro?". "Noi li abbiamo messi via, cara?". "Non so tu, caro, né voglio saperlo. Io sì". Fu così che il conto corrente di lui fu decimato da una raffica di acquisti che lei fece per onorare il periodo dei saldi. Lui ebbe una scarpa sinistra simile a quella divorata dal cane: l'intero paio era in saldo al 50%.