pensiero libero

Andare per nuvole


 Presto andremo tutti sulle nuvole. Meglio, sulla "Nuvola" (Cloud computing). E' un bene, un male? Nessuno lo sa, nessuno se ne occupa. Ovvero la tendenza prossima di Internet, molto prossima, è di cambiare totalmente pelle, e non solo. Diventare cioè un modulo profondamente sfasato: dati, notizie, informazioni, sapere e conoscenze depositati in non molti luoghi ben vigilati, segreti, manipolati da pochi, dagli stessi erogati solo con procedure riservate. Quindi, fine della orizzontalità, gratuità e circolarità di Internet per quanto attiene alla cultura reale. Mentre le chiacchiere a ruota libera, i "social" (cioè i pettegolezzi travestiti da democrazia) seguiterebbero a ingigantire per dar modo alle pubblicità più insignificanti e volgari di prosperare. Questa sarebbe la buccia della Rete che rimarrebbe di pubblico godimento. Una prospettiva non allettante. Né da un punto di vista sociale, né tecnico. Socialmente, e politicamente parlando, il sapere e il suo divenire inizierebbe a sfuggire sempre più a un controllo, magari primitivo e ruspante, della totalità dei naviganti, essendo trasferito dentro recinti non comunicanti tra loro, non accessibili liberamente. Tecnicamente, si passerà da strumenti "forti" come i computer a "ricevitori" deboli come gli smartphone, tanto non occorre più accedere, verificare, rettificare, ma semplicemente visionare. Si perderà progressivamente la capacità di interagire e reagire, migliorando tuttavia l'agilità e la sensibilità reattiva dei pollici (mano destra, o sinistra, fate voi). Ripeto: un bene, un male? Chi se ne frega, l'importante è che qualcuno (chi?, chi se ne frega di nuovo) ci dia istruzioni tramite Facebook o Twitter. Meglio ancora: chattandoci addosso.