SEMPLICEMENTE NOI

Perigeo ...


Ammetto che non lo sapevo. Ammetto che di fisica, astrologia e astronomia non me ne intendo. Ed è un limite dell'età se penso che, da bambino, volevo fare l'astronauta. Certo poi, crescendo, ho capito che per arrivare nello spazio non bastava attaccarsi un razzo alla schiena ma volare ... lontani ... nel vuoto. Desiderio accantonato. La luna posso abbracciarla da qui. Una matita, un foglio di carta e un pò di inchiostro. Basta e avanza. Sta di fatto che non lo spavo. Del perigeo dico. Del punto in cui la luna è più vicina alla terra. Che poi di per sè fa sorridere. I chilometri sono 356.000. Non proprio bruschette. E dico bruschette perchè i bruscolini sarebbero infinitamente di più. Eppure ieri, è vero, la luna sembrava diversa. Piena. Rotonda. Luminosa. Nuda. Mi affascina guardare il cielo, mi affascina pensare a quanto arroganti siamo nel ritenerci unici, perchè in fondo noi, piccoli e minuscoli uomini, non siamo che briciole che si muovono su una pallina rotante sbattuta in un centimetro quadrato dell'universo! La luna ieri voleva anche farci capire questo. O forse ieri, facendola mia, voleva solo regalarmi quella sensazione che ho vissuto quando sono salito sulla mia auto dopo aver accompagnato Lydia. Avrei voluto indicarle quella luna, dirle che poi, chissà quante volte, nottate come questa (magari meno fredde) le potremo passare comodamente insieme all'aperto di quel gazebo, guardando il cielo con le sue le stelle censurate da qualche nuvola, magari con una luna così luminosa che quasi ti minaccia di non accendere alcuna luce per goderti il disegno di una campagna che, in quelle tonalità, sa essere bella come non mai. L'ho pensato salendo in macchina, l'ho immaginato specchiando il gazebo nel retrovisore, c'ho sorriso fino a casa quando non ho potuto fare a meno di uscire sul balcone per guardare ancora una volta questa luna che in effetti, emozioni alla mano, è stata davvero vicinissima a noi.