ADALBERTOBUONOFIGLIO

nella terra dei ciechi l'orbo è re


Guardo la tv con Amerigo. Difficile non inciampare nella cronaca attuale. L'incidente della nave da crociera tiene banco ovunque.Amerigo è attonito. Una volta siamo andati insieme in Grecia e naturalmente abbiamo usato il traghetto. Il viaggio di ritorno fu un po' agitato per via del mare mosso, e pur senza aver corso reali motivi di pericolo, da allora ha sempre avuto reticenza all'idea di ritornare in nave.Eppure Amerigo è molto più lupo di mare di me.Amerigo è quello che, mentre ancora una volta si tornava dalla Grecia per mare, ma stavolta in barca a vela, armeggiava fra rande, cime e scotte, contro l'impeto di onde di un mare a forza sette, mentre altri confidavano l'anima al Signore e l'intestino a Nettuno.Ho provato a chiedergli il perchè di questa strana incoerenza e la sua risposta mi ha affascinato. Una poesia della vita e della vitalità che con somma ingiustizia riporto molto sinteticamente:"Lì, su quella barca a vela lui poteva far qualcosa,là, su quel traghetto lui poteva solo aspettare che facessero qualcosa."Ricordando il senso di quella sua risposta, mi approccio alla tragedia della Concordia con un senso di responsabilità diverso. Ancora una volta è Amerigo che mi apre ad uno sguardo altro sulle realtà.Non mi piace giudicare, nè ergermi ad opinionista saccente, sport sin troppo diffuso in questo nostro paese, ma un paio di riflessioni, senza pretesa, ho il desiderio di condividerle, anche perchè, per un eccesso di zelo, mal sopporto l'eccidio della lingua italiana e troppo mi pesa l'abuso di alcune parole, che dovrebbero esser usare con preziosità e cautelaeroe...da wikipedia per comodità, ma l'avrei potuto fare da qualsiasi dizionario mi riprendo la definizione di "eroe" ovvero:colui che compie uno straordinario e generoso atto di coraggio, che comporti o possa comportare il consapevole sacrificio di se stesso, allo scopo di proteggere il bene altrui o comune.Sicuramente eroe non lo è stato il comandante Schettino e su questo poco c'è da dire, per quanto, più che un criminale, nella sua figura sia più propenso a vederci un uomo inadatto e incapace, sopraffato da un ruolo che abitava abusivamente. Non un tentativo di scagionarlo. Impossibile anche solo sfiorarne l'idea. Tuttavia ha senso delinearne la figura per non cadere nella tentazione di accontentarsi di un Signor Malaussene di turno (e chi non sa chi sia, vada a leggersi Pennac).Ma quel che più sgomenta è la facilità con cui l'etichetta di eroe la si sia affibbiata ad un'altra figura abbastanza retorica di questa storia, il capitano Da Falco, solerte ufficiale, che resterà alla storia soprattutto per aver dato alla lingua natìa, con quel suo vada a bordo cazzo, un altro imperituro motto alla stregua del più poetico, d'annunziano,"memento audere semper".Figura al quale sicuramente riconoscere onore per la risolutezza con cui ha preso in mano la situazione e e per la modestia con cui egli stesso ha cortesemente declinato il titolo affibbiatogli dalla faciloneria giornalistica.De falco è però una figura con la quale occorre confrontarsi per comprendere e comprenderci nella nostra più intima natura.Nella terra dei ciechi l'orbo è resi suol dire, e riconoscere eroicità in chi semplicemente ha adempiuto ad un suo naturale compito, non significa altro che ammetterci tutti "comandanti Schettino"L'errore di lettura in questa storia è quello di aver voluto cercare, per facilità narrativa,l'uomoel'Uomoquando in realtà, quel che il convento offriva eranol'uomo, sperduto nel freddo buio del mare di notte, sprofondato nel tormento della sua mortale inettitudine, annichilito dalla sua pochezzael'uomo, radicato nel suo asciutto ufficio, che con risolutezza da manuale gestisce una tragica situazione e che con autoritario zelo rispedisce il mostro nel suo inferno.da manuale......è l'innocenza di Amerigo che spalanca la futilità di quel vada a bordo cazzo che oggi sembra esser diventato la bandiera dell'italica redenzione.per far cosa? (sua, la domanda)perchè era così fondamentale che quell'uomo, inetto e annullato, incapace di qualsiasi sensata decisione ormai, tornasse a bordo di quell'inferno galleggiante?perchè l'eroico Da Falco, nella necessità di fronteggiare l'inettitudine del collega, si impiglia per lungo tempo nell'arduo compito di rimettere l'inutile Schettino laddove sarebbe stato più pericoloso, per se stesso e per gli altri, che non laddove ormai era?pedissequa manualistica, mi vien da dire.Sarò fin troppo zelante io, ora, ma in tutto questo bailamme non riesco a leggerci la storia dell'uomo e dell'Uomo.Sarà il mio maledetto vizio di leggere fra le righe e di ascoltare nei silenzi fra le parole, ma c'è un'assenza mostruosa in questa narrazione. L'assenza degli Uomini.Non che non ci siano stati... anzi, ce ne sono stati migliaia, con divise di marinai,di hostess, di camerieri, ma anche con gli abiti bagnati dei semplici passeggeri. Coloro che hanno imposto la calma, coloro che hanno prima di tutto assicurato un posto in scialuppa ad anziani e bambini.Ma si sa, l'italiano ha da tempo smesso di essere popolo e ormai s'accontenta d'esser bianco muro su cui affiggere fugaci icone