ADALBERTOBUONOFIGLIO

Musica e parole


Amerigo mi guarda, mentre guido, con il suo sguardo stranito.Lo so cosa sta pensando...In radio scorre una canzone di Giorgio Canali. Non poteva essere diversamente, visto che ho inserito un cd con una selezione dai suoi album...La canzone è Mostri sotto il letto, ma non sarebbe stato diverso se fosse stata Swiss Hyde o Savonarola o qualsiasi altra.Semplicemente non riesce a capacitarsi di come io possa ascoltare quella musica.Ma non è colpa sua. Purtroppo per lui, papà Antonio l'ha cresciuto a pane, Gigi D'Alessio e tutta un'altra pletora di neomelodici napoletani e non. Sono traumi da cui non si esce indenni, questi.Mi fa tenerezza quel suo sguardo di insofferenza verso il mio mondo musicale e stacco il cd. Non ho, fra le mie raccolte, qualcosa che possa condividere con lui, ma posso sempre lasciargli il timone della radio.In segno di affettuosa resa gli cedo la manopola del tuner... gli dico che può provare a trovare qualcosa che possa piacergli, o al limite, che possiamo spegnere e parlare un pò. Ma è troppo stanco per l'intensa giornata trascorsa a far le prove per lo spettacolo teatrale che stanno preparando e opta per la prima soluzione.L'orario è fuori dalle punte e il traffico scorre pigro. Abbiamo un po' di strada da fare per uscire dalla città e poi, ancora, per arrivare nel nostro paesino di provincia.Un po' temo quello che potrà propinarmi, ma il suo sorriso non ha mai, per me, un prezzo troppo alto. La sua ricerca dura un po'. Staziona da una frequenza all'altra con gesti lenti. Concede pochi secondi di attenzione e poi scivola via.D'un tratto inciampa. Non riconosco la canzone, nè la cantante, ma questo è abbastanza scontato. E' una voce femminile, delicata. Scivola via leggera su un motivetto orecchiabile e senza presunzione.Poi inciampo anch'io. Sulla nenia s'insinua un violino e la voce di Mauro Ermanno Giovanardi, storica anima dei fu La Crus, sempre apprezzabile nonostante la radicale svolta attuale verso sonorità più commerciali.Non c'è caos intorno e Amerigo è silenzioso. Ascoltare le parole di quella canzone è gioco forza obbligato. Non è un'opera d'arte... Anzi, piuttosto banale e pedissequa dei più radicali clichè della musica leggera italiana. A conferma di questo, Amerigo mi puntualizza che è un brano del recente SanremoParla del dolore della fine di una storiaOgni percorso di vita, per quanto voglia atteggiarsi ad una certa originalità, ha i suoi deserti di banalità. Ed è sorprendente come sia semplice ritrovarsi poi, nudi ed inermi di fronte a quanto o a chi, senza tanti fronzoli letterari, ci restituisce i contorni nitidi e lineari della nostra fondamentale "umanità".Ed anche se a raccontarla non è la verve letteraria di un Canali, di un Lindo Ferretti, di un Gaber o di De Andrè, ma una voce sconosciuta (a me, sicuramente) passata da Sanremo, rimane pur sempre vero che...Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare perché mi porto un dolore che sale... e... non si vuole fermare... Prosegue nella sua corsa si prende quello che resta Ed in un attimo esplode e mi scoppia la testa Vorrebbe una risposta ma in fondo risposta non c’è...Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà... La vita può allontanarci l’amore continueràL'amore può allontarci la vita continueràDura poco però questo momento di alta introspezione psicanalitica. Un isterico colpo di clacson vibrato da un guidatore impaziente, incrina l'atmosfera e ad Amerigo sgorga, istintivo dalla bocca, un molto prosaico "vaffanculo"Avrei dovuto rimbrottarlo per questa sua intolleranza. Non mi piace che possa comportarsi come uno scaricatore di porto, ma l'atmosfera di quella canzone rischiava di trascinarmi in un melmoso pantano di sensazioni autocommiseranti e quella sua imprecazione è stato quanto più salvifico e liberatorio potessi aspettarmi in quel momento.L'ho guardato e sono esploso in una calda e solare risata, subito contagiosa. Ha cominciato a ridere anche lui. Così tanto che abbiamo dovuto fermarci a margine della strada.E vero, forse...Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare...ma... vi assicuro... qualche volta può esser più che sufficiente un sano e liberatoriovaffanculo