ADALBERTOBUONOFIGLIO

L'uomo che accende le luci nelle case altrui


C'è stato un tempo in cui, per mettere da parte qualce soldino per affrontare i miei studi universitari fuori sede, l'estate lavoravo come operaio di una ditta di impianti elettrici.Era un lavoro che mi piaceva.Mi piaceva soprattuto entrare nelle case della gente, la mattina, appena al risveglio.Lo confesso, era una sensazione un po' voyeuristica. Mi affascinava guardare i piccoli universi privati di una persona, o di una famiglia, nel momento di quella intima fragilità che è il risveglio, sospesi fra il torpore della notte appena dormita e la necessità di riguadagnare vitalità.Le case del mattino sono un universo vario e variegato... talvolta avariato...C'erano quelle case che sembrava non ci avessero neanche dormito. Linde e ordinate, senza profumo di caffè e marmellata.Poi c'erano le case di quelli che si svegliavano con te. Quelli che ti aprivano la porta con i capelli ancora arruffati e biascicando qualche mezza parola ti accomodavano in cucina, mettevano sul fuoco la moka del caffè e ti chiedevano di spegnerla, casomai... prima di sparire nei bagni per infinite toeletteC'erano le case con le donne fantasma... quelle che non comparivano mai, che sentivi sfaccendare nelle altre stanze senza che s'affacciassero neanche per darti il buongiorno. E poi c'erano le case con le donne ammiccanti...  che ti giravano intorno chiedendo mille cose e lasciandoti intravedere scampoli di pelle sotto vestaglie slacciate ad arte. A volte c'erano le donne materne... quelle che si preccupavano ogni dieci minuti della tua sete, della tua fame, della tua incolumità mentre armeggiavi con i ferri del mestiereMa c'erano soprattutto le case con gli uomini...Le case con gli uomini mariti che prendevano ferie dal lavoro, perchè sia mai le loro moglie fossero sole in casa con un rappresentante del sesso maschile.Le case con gli uomini suoceri, quando i mariti proprio non potevano esser guerrieri pronti ad attendere alla difesa dell'onorata virtù dell'angelo del domestico focolare.Le case con gli uomini mariti che con studiata nonchalance s'assicuravano tu potessi vedere un letto così disfatto, da sembrarci essere passata una mandria di buoi, e con l'ebete sorriso sulla ebete faccia cercavano di farti immaginare di quale notturna foga fosse stato testimone quel talamo...Mi piaceva entrare nelle case al mattino presto, perchè entrare in una casa al mattino presto è un po' come entrare nella vita di una persona quando è più indifesa.Questa è una cosa che non ho capito subito, però...Anzi è una cosa che ho capito solo ora...ora che nelle case ci entro lo stesso per lavoro, ma non più per accendere le lampadine appese al muro quanto per provare ad accendere luci di nuove speranze nelle persone.