ADALBERTOBUONOFIGLIO

Chi più ne sa...


Allocco, Babbeo, Beota, Citrullo, Demente, Ebete, Folle, Fobico, Grullo, Idiota, Innocente, Invasato, Matto, Mentecatto, Mongoloide, Nevrotico, Ottuso, Paranoico, Pazzo, Poveretto, Psicopatico, Psicolabile, Ritardato, Scemo, Schizofrenico, Sciocco, Sempliciotto, Squinternato, Stolto, Stupido, Tonto, Zuccone... ...giusto una manciata di termini, fra saccenza popolaresca e cultura scientifica, che nei miei anni di vita ho sentito usare dalla gente per parlar d'Amerigo.Sinceramente ci ho messo un bel po' per capire che si parlasse sempre di lui...Fino ai sei sette anni, a sentir tutti questi termini ho creduto che il buon vecchio PierManfredo Santacroce avesse sfornato figli allo stesso ritmo dei suoi quadri che tempestano le mura di casa. E per un po' ho pur vissuto nella colpa d'esser, io, sempre e soltanto Adalberto per tutti. Un buon strizzacervelli direbbe complesso d'inferiorità.Poi, in un giorno della primavera dei miei sette anni, don Michele, parroco del paese mi sedette sulle sue ginocchia e mi spiegò che il buon Dio, quando fa le persone, per ognuna decide una bravura o una qualità che crescendo gli servirà per aiutare il mondo. Ci sono alcune volte però, che anche il buon Dio può essere stanco e confuso e allora in certe persone, per non sbagliare, le qualità ce le mette tutte. Ma tutte le qualità sono così tante che poi anche la persona cresce confusa e fa le cose strane... E poi, facendo le cose strane confonde pure la gente... e la gente, poverina è così confusa che non sa più come chiamarlo... Per Amerigo è andata così...E per un po', io ci ho creduto. In fondo me l'aveva detto don Michele che era un buon uomo e che col buon Dio ci parla tutti i giorni... che motivo avevo di non credergli?