Il Burchiello '82

Quando si dice il divertimento


Ieri sera ero un po' giù. Mi lascio convincere da mio fratello e dalla sua ragazza ad uscire con loro e degli amici comuni. Di solito a queste domande rispondo secco "no...grazie, veramente... ma domattina mi devo svegliare presto", anche se in realtà non ho nulla da fare.Ma ieri, sarà stato il tempo, sarà stato l'umore, mi lascio convincere. Incontriamo questi amici (che sinceramente fatico a chiamare tali, mentre lo sono di mio fratello e soprattutto della ragazza) e facciamo un giro. Si va prima al Kebab in zona stazione, dove stanno due tipi un po' strani, anch'essi da includere nella categoria degli "amici" e che parlano, sempre, esclusivamente, senza tregua, di sesso.Poi, per passare la serata, l'autista di turno decide che si va ad una sorta di pizzeria/discoteca/pub/balera e non so cos'altro, poco fuori città. Il locale a Foggia è un "must", mi dicono... ed infatti ne ho spesso sentito parlare, declinando pur sempre l'invito a vederlo dal vivo. Ed invece ieri ne ho varcato l'ingresso colorito. Entriamo in quest'enorme villa, con tanti gazebo sotto i quali mangiano beati famigliole e coppiette; al lato c'è un barman ingelatinato che versa alcolici senza fermarsi, e nell'aria un fragore di musica ad alto volume. C'è anche una zona che pare sia un po' più "in", con i tavolini posti sotto una vigna. Si, avete letto bene, una vigna!La variegata umanità che ho incontrato è allucinante. C'è il mio ex compagno di scuola che, oggi, pare faccia il ballerino di professione, ed è già sposato, divorziato e con un bambino piccolo. C'è il sessantenne che fa il giovane con una granita, che accavalla le gambe manco fosse la Parietti, e si atteggia come un attore con quella che, forse, un giorno sarà la sua terza moglie. C'è soprattutto una marea di ragazzi e ragazze, tutti e tutte uguali, tutti e tutte vestiti alla medesima maniera: camicia stretta, scollata, pantalone alla moda, capelli sistemati, atteggiamento che pare voglia essere sexy. Sono davvero tutti uguali, altro che i cinesi! Si scambiano saluti mandando giù gli Havana Club; ballano freneticamente, si sdraiano sui divanetti unti, formano conciliaboli in cui si discute non so proprio di che.Ad un certo punto c'è bisogno di spostare una macchina fuori dal locale. Vorrei andare io, giusto per scappare gambe levate avendo una scusa. In mezzo a tutto questo, aleggiava, infatti, una domanda nel mio cervello assopito di questo periodo: MA IO CHE CI FACCIO QUI?