Il Burchiello '82

Deliri metropolitani


38 di febbre. Sabato sera trascorso tra la Notte della Taranta in tv e un msn perennemente vuoto. E giustamente vuoto. Imperterriti solo passano di tanto in tanto pensieri, anzi deliri metropolitani ed estivi che mi potano a scrivere questo post con gli occhi chiusi, facendo fede nella mia bravura appresa ai tempi della De Meo (la prof. ssa di Trattamento testi famosa più per i suoi isterismi che per altro).Penso, mentre partono i Watussi in sottofondo, che in fondo nella vita siamo soli. E più ti circondi di persone più te ne rendi conto. Ognuno di noi è pur sempre un animale a sè stante, con le proprie aspirazioni, i propri guai e le proprie paranoie, le proprie gioie nascoste, i propri segreti invalicabili dall'esterno, fosse anche il Padre Eterno.Siamo soli. Maledettamente lo siamo. E per colpa di questa maledizione qualcuno si è ucciso. Qualcun altro va con le ragazze di strada, altri bevono, altri ancora, come me, aprono un blog che non legge nessuno, per il puro gusto di pilludersi di essere, per almeno un attimo, in sintonia con qualcuno, il lettore, nella speranza, sempre e costantemente disillusa, che questi si immedesimi nelle tue storie e ti senta come se stesso."Mi sono innamorato di una stronza..." Questo canta non so chi ora alle casse del pc. Un altro che si è fidato, che cercava un'esistenza meno grama. Amo la stazione di notte, quando tutto è buoio, nelle notti d'inverno. Solitari viaggiatori, isolati clochards (gli unici che abbiano realmente capito tutto della vita), furtivi migranti senza permesso e volontari in ricerca d'amore. STo benissimo nella sal d'aspetto, vedendo i treni sfrecciare senza pena. Dentro la gente dorme beata, incognita di dove sia, che faccia, donde sia diretta. Quando si sveglia è già arrivata a destinazione, pronta a illudersi ancora nuovamente di non dormire.Deliri metropolitani. Sulle spiagge della città, riparato come dal vento di favonio in anfratti definiti case, me ne sto febbricitante. Riaffiorano desiri. La popolarità. Chi non l'ha mai sognata? Chi non ha mai credutodi acciuffarla? La stima della gente, il rispetto, l'ammirazione. Tutti surrogati dell'amore vero. Quello che non è dato di vivere su questa terra torrida. Giornate passate in un ufficio, tra scartoffie e libri, arrivo a rivalutare. Vita sprecata non è, è solo un pezzo di questa fantastica illusione che ci coinvolge. E ci stravolge. E mi porta a chiudere questo post senza voler riaprire gli occhi affannati dalla temperaturra e dalle miserie, in modo che domani, quando sarò di nuovo assuefatto a questa vita, a quest'illusione, mi ricordi di questi deliri metropolitani, contandone gli errori ortografici.Spero solo che la De Meo non abbia fatto un gran lavoro.