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ATHOS PASTECHI NON SI DIMETTE


Riportiamo integralmente un interessante articolo tratto da lagazzettadiviareggio , rubrica: Ce n'è anche per Cecco a cena, che ben evidenzia lo stato attuale in cui oggi versa l'Italia politica. Nel nostro piccolo, il caso Pastechi è a dir poco vergognoso. Accusato di bancarotta, nonostante la condanna del giudice a scontare 3 anni di galera e a stare lontano dalla politica per almeno 5 anni, lui che fa? Non si dimette. Resta sulla poltrona e nemmeno il Sindaco o qualcuno della Giunta ha il coraggio di dire una parola in merito. Dove sono i veri valori che formano la persona, che la fanno maturare? Con questi esempi non c'è futuro per i giovani e  personalmente non vedo via di uscita!  Senza vergognagiovedì, 7 giugno 2012, 10:29Mi dispiace ripeterlo ancora una volta anche se, onestamente, di qua dal monte e sul mare è, forse, la rima volta che chi scrive ne fa uso. Una volta, quando ancora le cose si chiamavano con il loro nome e un ladro era un ladro, una prostituta una prostituta e la dignità una cosa seria, dalle industriose e industriali province lombarde si era soliti spedire i propri figli, quelli meno dotati, a Roma a occuparsi di politica invece di lasciarli, a fare danni, ai vertici delle imprese di famiglia. Con il tempo non solo questa sana abitudine è andata scemando, ma, addirittura, oggi non si riesce più a distinguere chi sia e dove si trovi un figlio più o meno dotato di un altro con la conseguenza che, negli affari e nella politica, tutti si occupano di tutto e i risultati eccoli lì, tutt'altro che entusiasmanti. Nella nostra repubblica ideale che non è, è bene sottolinearlo, quella di Platone dal quale non vogliamo, certo, prendere in prestito principi e istituzioni, oltre alla pena di morte per alcuni, odiosi, reati, il processo penale avrebbe, non più, tre gradi di giudizio come adesso, ma soltanto due. Poiché, però, gli azzeccagarbugli di questa penisola hanno bisogno di vivere e coloro che sono chiamati a difendere necessità di delinquere, si finisce anche per avere un terzo grado che dovrebbe giudicare solo nella forma e che, invece, finisce per decidere, inopinatamente, anche nella sostanza. Dicevamo questo per, poi, passare alla vicenda Athos Pastechi, un assessore alla polizia municipale in carica nella giunta Lunardini condannato a oltre tre anni di reclusione, in primo grado, per il reato di bancarotta fraudolenta. Una volta, quando la dignità aveva la lettera iniziale maiuscola e quando chi usciva per strada teneva al saluto e al rispetto sostanziale della comunità, un evento del genere avrebbe generato chissà quali istinti suicidi di espiazione. Oggi, purtroppo o per fortuna, non è così e come si vanta il secondo o il terzo matrimonio, così si celebrano anche i propri fallimenti o le proprie vicissitudini giudiziarie. Noi non conosciamo, personalmente, Athos Pastechi, ma non ci strapperemo i capelli per questo anzi, gli consigliamo, casomai, di strapparseli lui. Conosciamo, però, il sindaco Lunardini, il pacioccone, simpatico, accattivante, disponibile e libertario, ma, a nostro modesto avviso, limitato: nella capitale, a onor del vero, si è soliti dire Ma c'è o ci fa?Ecco, noi non abbiamo ancora compreso se Luca Lunardini è proprio così o se il suo è un ruolo nel quale è costretto. Gli domandiamo: per cacciare un assessore condannato a oltre tre anni, che cosa aspetta, la sentenza definitiva? Per quell'epoca ci auguriamo che la sua esperienza amministrativa così come quella di tutto il Pdl colpevole di aver tradito la fiducia e le speranze di milioni di italiani nel post-Tangentopoli, abbiano una fine molto più repentina. L'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi si dimise, è bene ricordarlo, per un avviso di garanzia!!! Oggi, al contrario, le dimissioni non piovono nemmeno dopo una condanna a tre anni e passa!!!! La dignità, cari politicanti, ce l'avete ancora per mostrarvi davanti alla gente che, la mattina, si alza per portare a casa i soldi per vivere e la sera va a dormire per poi ricominciare? Lei, caro assessore Pastechi è, davvero, senza vergogna e non sappiamo come sia possibile non avvertire il benché minimo senso di disagio e di imbarazzo e come, in giunta, ci sia ancora chi non è stato capace di alzarsi in piedi e dire, senza tante seghe, te ne vai o no te ne vai sì o no...Il Direttore Aldo Grandi