ORDINE DEL GIORNO

"Sono giovane e spero in un mondo migliore" cit.


  "Oggi sono tre mesi che mia madre non c'é più - dice guardando in faccia i giornalisti quasi intimoriti da tanta serena forza -tutti i progetti di vita che avevo fatto già dalla sua morte si sono nuovamente stravolti, quindi ora si ricomincia, si rifà un altro piano, un altro progetto, altre speranze, altri obiettivi e vedremo finalmente di portarli a termine". "Ora -dice con una forza straordinaria -devo stare accanto a questa famiglia al momento sgangherata".  "Sono fiera ed orgogliosa di lui- dice e si commuove -mio padre che ha dedicato tutta la sua vita al rispetto delle istituzioni, le istituzioni che ieri con orgoglio stava vigilando". Non c'é rabbia nelle sue parole né nel suo sguardo, a tratti smarrito.Ma per ora, riflette, non c'é spazio per perdonare Preiti,quell'uomo che ha lacerato la vita sua e del padre."Tra i due chi ha perso sono stata io- dice netta -quindi non so, non penso.Ora non mi interessa. Ora penso a mio padre e a me perché siamo due. Noi ci definivamo un piccolo esercito, ora siamo solo un mezzo esercito. Quindi - ripete - penso a noi ora".E' una piccola donna Martina e sa già quale è il suo dovere. "Ho lavorato fino a ieri -dice pianificando un futuro da rifare -Mi sono licenziata. Per seguire papa, mi sembra doveroso e l'ho già fatto quando mia mamma stava male. Lo rifaccio per mio padre come è giusto che sia". Andare avanti con dignità.Forse l'unica lezione di questa brutta storia finita nel sangueè quella che arriva oggi da Martina Giangrande,la lezione di un'Italia giovane ma forte che spera, nonostante tutto,"in un mondo migliore".