dagherrotipi

MARIO TOMMASINI


TERZAPAGINA mi ha gentilmente trovato questo pezzo che parla di un uomo che vorrei ricordare: MARIO TOMMASINI. E' morto ieri sera, ed è stato un uomo che si è battuto per l'applicazione della legge Basaglia, per la reintegrazione dei detenuti attraverso il lavoro in cooperative, e per l'apertura di case appartamento per gli anziani. Mia nonna ha vissuto gli ultimi anni della sua vita in uno di questi mini appartamenti seguita da infermiere, assistenti sociali, e tombolate ad ogni ricorrenza.... insomma, voleva stare per conto suo, non finire in un ospizio e c'è riuscita anche grazie alle lotte di quest'uomo. Che io ho conosciuto negli anni in cui ho lavorato in una delle prime radio private della mia città dove lui veniva ogni giorno con un altro grande giornalista Ubaldo Bertoli a sorriderci e darci coraggio e fiducia .... Uomo affascinante, intelligente, vivo. Grazie ESSERE DIVERSI:Il Nostro Inviato nelle Terre dal Volto Umano O parmigiano, portami via... Mario Tommasini, l’uomo che nella provincia di Parma fece chiudere manicomi, brefotrofi e scuole speciali, mantiene una promessa, e toglie gli anziani dagli ospizi di Natascia Ronchetti ------------------------------ TIEDOLI. Tutto cominciò nel 1971, nel refettorio di un ospizio, tra gli odori stagnanti della vecchiaia. Un giorno Alvaro Zucchi, ex partigiano con quasi ottanta primavere sulle spalle che lì stava concludendo la propria esistenza, ricevette la visita di una delegazione della sezione Pci del proprio quartiere. I compagni lo avevano raggiunto riverenti, in quella sua ultima dimora forzata, per onorarlo di una medaglia d’oro, tributo del partito al suo valore di combattente antifascista. Erano pronti a incorniciare quell’omaggio con le belle parole e la commozione che compongono la memoria della Resistenza. Mai avrebbero immaginato che il vecchio Zucchi li avrebbe gelati con tutta l’asprezza della sua dolorosa solitudine; che ritto fieramente in piedi avrebbe squadrato da capo a piedi gli ex compagni di tante battaglie con i quali aveva condiviso sogni e paure; e che poi avrebbe piantato gli occhi in faccia all’amico Mario Tommasini, scandendo duro il proprio tormento: «Voi avete permesso che io finissi in questo posto… Se siete venuti per portarmi via, allora posso anche prendere la vostra bella medaglia d’oro del partito, altrimenti ve la potete mettere nel culo». Fu allora, davanti a quel vecchio al quale gli acciacchi non avevano rubato la dignità né domato la collera, che Tommasini pensò – nel silenzio imbarazzato e contrito dei presenti – che dopo aver liberato i matti dai manicomi e i bambini dai brefotrofi, avrebbe liberato i vecchi dagli ospizi. Zucchi sarebbe morto lì dentro qualche anno dopo; trent’anni prima che, a Tiedoli, nel parmense, quella promessa fosse finalmente mantenuta. Qui, infatti, stanno tentando di dimostrare che è possibile invecchiare e morire liberi. Tra i propri mobili, nel proprio letto, tra le cristallerie di famiglia, le foto degli avi, i luoghi dell’infanzia e della familiarità. Decidendo quando alzarsi, quando andare a letto, a che ora spegnere la luce. Rivendicando il diritto di scegliere come condurre la propria esistenza anche quando il corpo tradisce i desideri e disobbedisce al cuore e alla mente. Tiedoli è un minuscolo borgo di montagna, 700 metri sul livello del mare; un’appendice del Comune di Borgotaro, che ha poco più di 7 mila abitanti e si misura con la scarsità delle nascite e l’angosciante prospettiva di vedere dimezzata, in trent’anni, la propria popolazione. Ci si arriva, a Tiedoli, salendo tornanti davanti ai quali, intermittente, si spalanca la bellezza silenziosa della valle del Taro. Tutt’intorno ci sono boschi di castagni e case incorniciate dai pini. C’è una chiesa del 1600, con due campanili, costruita intorno a una cappella di tre secoli prima che preserva maestosi portaceri e un san Rocco della scuola del Parmigianino. Da queste parti abitano una settantina di anziani. Molti sono soli. Le feste del circolo Acli e le visite del parroco don Lelio Costa – che non rifiuta mai un bicchierino di vino in compagnia – li aiutano a spezzare l’isolamento con conversazioni infarcite di nostalgie.... Mario Tommasini, al centro della foto, all'inaugurazione di Tiedoli.