dagherrotipi

25 APRILE


"Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa, tu devi realmente esistere, perché lui esista: chi era coperto di croste è coperto di piaghe, il bracciante diventa mendicante, il napoletano calabrese, il calabrese africano, l’analfabeta una bufala o un cane. Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa, sta per non conoscerti più, neanche coi sensi: tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie, ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli." Pier Paolo Pasolini (da un contributo di TerzaPagina)la guerra di piero"LA QUARANTASETTESIMA"  di Ubaldo BertoliNato a Solignano di Parma il 1° Gennaio 1909, Bertoli è comandante partigiano con il nome di “Gino” dal 1944 al 1945.A partire dal 1945 si occupa di giornalismo redigendo e illustrando il Vento del Nord, organo dell’ANPI di Parma. Successivamente passa alla redazione della Gazzetta di Parma e ne cura la terza pagina. Nel 1956 lavora per alcuni mesi a Milano nella redazione del Giorno e in seguito è a Roma come redattore del quotidiano La sera di Roma. All’ENI è all’ufficio stampa e nelle riviste aziendali Il Fuoco e Il Gatto Selvatico, poi torna a lavorare al Giorno come inviato speciale.Nel 1961 pubblica per Guanda La Quarantasettesima, con prefazione di Attilio Bertolucci, riedito poi nel 1976 da Einaudi e nel 1995 da Bompiani. Qui Bertoli ricostruisce gli eventi relativi a una brigata partigiana attiva in Emilia rielaborando la memoria in una felice prosa narrativa. Le passioni personali, le azioni, le tensioni politiche dei protagonisti compongono un romanzo dove il confronto tra l’”irrazionalità” dei partigiani e la “razionalità” degli ufficiali inglesi è metafora dell’istinto vitale e dell’ideologia che muove gli animi alla Resistenza.Le stesse tensioni poi si tradurranno iconograficamente in segno incisivo nelle sue rappresentazioni delle figure dei partigiani.Nel 2000 Guanda pubblica La nave dei sogni perduti, a cura di Guido Conti, con tre suoi racconti.Bertoli muore a Bazzano Parmense il 16 settembre 2000.Non ho conosciuto molti partigiani.La mia famiglia non me l'ha permesso. Ma lungo la mia strada ho conosciuto quest'uomo. E' stato mio maestro per molto tempo.Duro, tagliente, ironico, morbido e dolce. E' l'unico partigiano che abbia mai abbracciato in vita mia. Ma ogni volta mi donava il senso della libertà.ANDREA