dagherrotipi

THE LONG DAY IS OVER


Quando meno te lo aspetti arriva, e con un artiglio ti toglie di nuovo qualcosa di te. Angolo dopo angolo, pezzetto dopo pezzetto. Tu le dici che ti fa male, lei dice che non è vero, è la tua immaginazione, sei tu che inventi tutto, l'artiglio, le parole, il dolore. Tutto.Allontanarsi, separarsi, smettere di farsi del male, perché insopportabile da gestire. ll dopo è un vuoto in cui macerarsi, è puzza subito di marcio, colpa del caldo, il corpo, il cuore con i suoi stupidi pensieri e desideri marcisce subito. Nemmeno cibo per cani resta. Niente.Eppure sembrava che potesse andar bene, credo mi avesse sorriso la prima volta che mi prese in braccio. Nemmeno me lo ricordo, ma credo che sia cosi. Magari forse, come tutte le madri fanno, mi avrà anche stretto forte a lei e baciata e avrà pensato: che bella bambina ho. Mi consola pensare che se lo fanno tutte le mamme anche leo lo abbia fatto. Però è sempre stata un po' diversa dalle altre madri, magari vedendomi avrà pensato: ecco, c'ho messo nove mesi per vedere sta roba..Perché siamo dove siamo? Non bastano la mia imperfezione, il mio essere molesta, i miei errori a capire perché siamo dove siamo.Oppure si, siamo così assurdi noi genitori che ci aspettiamo di veder realizzati i nostri sogni, e non accettiamo che i nostri figli abbandonino un sogno e ne intraprendano un altro. Ci sentiamo traditi, E vorremmo cambiarli. Parlo per te, parlo per me. Ormai siamo madri entrambe e per ognuna Dio ha riservato una buona dose di guai. E delusioni. E amarezze. Ce ne saranno ancora.Forse ho capito male, ma mi hai chiesto di tacere di stare male, di trovarmi in difficoltà. Smettere d'importunare gente che è stanca di sentire sempre le stesse catastrofiche storie. Ora tutti sanno, nessuno doveva sapere. Dovevo farmi trascinare dentro questa ruota che gira e gira e stritola uomini come grano. Dovevo farlo in silenzio. Ho avuto paura, e la paura porta ad urlare, a strisciare, a dimenticare pudore e vergogna.Ho la colpa di avere chiesto. Ho la colpa di essere me stessa.E' una sera in cui le saracinesche scendono facendo un rumore assordante, l'unico che si sente in questo borgo afoso. Scendono su spezzoni di vita, giorno dopo giorno, ad arrangiarsi a sopravvivere ed elevare il tutto, a vita, semplicemente, con la costanza di chi intreccia il nulla pur di far qualcosa per se.Ho chiuso la porta a chiave. Aspetto che si rinfreschi l'aria. Aspetto che arrivi dicembre
(ascolta)