dagherrotipi

SOSPESI NEL NULLA


Mi capita, a volte sempre più raramente, ormai, di imbattermi in posti che prima erano pieni di vita. Ora rimane solo un vago ricordo di quel che furono: giochi di parole, risate, battibecchi, civettuole conversazioni, amori nati esplosi e implosi.Niente. Pare non resti più niente. Eppure ... eppure si sentono ancora gli echi di certe sensazioni che provammo. Quel certo tipo di brivido che scendendo lungo la spina dorsale sanciva l'affiatamento con chi avevamo di fronte. Eppure non c'era.Restano orme sparse, briciole di feste mai realizzate, nel lavabo cumuli di tazzine in cui bevemmo un caffè per finta.Per alcuni tutto è "per finta". Che mi chiedo voglia dire anche "è un gioco". Da bambina quando giocavo alla mamma lo facevo per finta, ma quando divenni mamma sapevo che non era proprio un gioco.Facevo finta di essere quel che non ero anche quando amai, ma non per cattiveria, più per sperimentare la mia personale dose di fascino. Intrappolavo e dopo poche lusinghe ed alcune torture, lasciavo la preda. Ho sempre lasciato io, anche quando il destino ha scritto la fine di sua iniziativa.A volte ho pensato a cosa si prova a ritornare sui propri passi e vedere quel che eravamo, quel che abbiamo scritto, quel che abbiamo costruito: possibile che niente ci spinga a riprovare?Fuori piove, l'autunno è cominciato, e alla sera, davanti alla televisione, mi avvolgo in un morbido plaid del color dell'alloro.