dagherrotipi

ANOTHER WORLD


Quand'ero bambina, oggi, era il primo giorno di scuola. Poteva esserte proprio il primo in assoluto, o il rientro dopo le vacanze con la speranza di ritrovare gli stessi amici, di raccontarsi l'estate. Suonava la campanella, oggi come allora, e indossavamo dei praticissimi grembiulini con collettino bianco. Il mio era fatto all'uncinetto dalla nonna Rosa, con punti molto elaborati, era una specie di gara fra nonne, più erano difficili, più il risultato finale indossato dalle amate nipotine le avrebbe rese orgogliose. Mancava il fiocco, enorme, fatto dalla mamma, che essendo modista, di fiocchi se ne intendeva parecchio. Eravamo inamidati, in ordine perfetto, scarpine lucidissime, calzine bianche, gonna o pantaloncini al ginocchio. Ci sono delle foto che ricordano quei tempi, a guardarle sembra sia passato un secolo.La cartella, poi, era la cosa più bella che ti fosse mai capitato di possedere, piu bella ancora della bambola del compleanno, più bella ancora delle scarpe nuove per Pasqua.La cartella era qualcosa di tuo, solo tuo. Io ho sempre avuto un debole per quelle con l'inserto di cavallino. Non ricordo se ne ho posseduta una, so per certo che era la mia passione. Dopo quanrant'anni andai da uno che lavorava la pelle, faceva selle per i cavalli, e mi feci fare una borsa di cavallino. Ahimè, il pellame non era ottimo e in poco tempo si rovinò. Lascia perdere, ma m'è rimasta nel cuore.Mi ricordo, credo di ricordare, che quando al mattino entravi in classe la campanella suonava, le suore ci chiamavano e io salutavo la mamma che teneva per mano un fratellino e l'altro sul passeggino. E forse un quarto in ventre. Eravamo tanti, credo che fossimo gli unici in quella realtrà, e tutte le volte che mi chiedevano: ma quanti fratellini hai? subito alla mia risposta seguiva la seconda odiosa e incomprendibile domanda: ma siete meridionali? Dico la verità, ero una bambina e vado scusata, ma nella mia testa quel: siete meridionali? suonava quasi come un insulto. Io dicevo no! Ma loro ancora ad insistere sulle origini dei nonni , insomma avevo occhi grandi e scuri, capelli neri e ricci, carnagione calda, dovevo per forza venire da un altro pianeta (perché per me il meridionale era un altro pianeta, non sapevo nemmeno cosa volesse dire..)Allora quando arrivava la mamma coi piccoli, biondi, quasi bianchi e i riccioli a cadere sulla fronte, io mi rincuoravo, perché se erano i miai tratti a confinarmi in un mondo che non conoscevo, i miei fratelli mi riscattavano con l'oro che avevano in testa. Dei putti, praticamente. Il mondo comincia ad esserti ostile molto presto, e i bambini non è vero che siano buon i, sono pesti, odiosi e predisposti all'emarginazione. Probabilmente ascoltano troppo gli adulti.
(ascolta)