Allora, vediamo se mi riesce di riprendermi un po' da questa ormai lunghissima pigrizia che mi occlude il centro creativo del cervello. Che poi non è del tutto vero, nel senso che di creatività sono soggiogata, ma più per cose manuali, concrete, che per parole.L'ho sempre pensato che, almeno nel mio caso, il malessere, grande malessere, fosse foriero di discorsi, frasi, parole, a volte penso anche belle, nel senso piacevole del discorso.Ma da quando sono qui, per un verso o per l'altro, la mia vita ha assunto un andamento talmente stabile che i balli in piedi sui tavoli del Rangon sono archeologia; le serate interminabili sotto i portici delle colonne a giocare a Macchiavelli, i balli scatenati a ritmi di musica tunisina .... protozoico.Qui ho imparato a fare marmellate, il pane, cucinare le ortiche (ho preparato i tortelli...aspetto una serata doc per assaggiarli), ho vendemmiato, raccolto bacche di rosa canina e fatto la marmellata, chiamata nettare degli dei....; ho preso un gatto a cui ho dato nome Olivia...; ripreso a lavorare a maglia quindi berretto e sciarpa per gli gnomi.... e letto tanti di quei libri che ora mi ci vorrebbe un carico di libri da leggere.Tutto questo girando attorno al castello, conoscendo la gente del luogo, chiacchierando del più e del meno, tanti sorrisi per vincere l'iniziale titubanza, poi pacche sulle spalle e tartufi in regalo. Se mi guardo indietro vedo che tutta quella spregiudicatezza, quella trasgressione, quel vivere costantemente sopra le righe, si sono ora convogliati in un unica strada: quella della serenità. Ancora mi chiedono: ma non ti annoi, li da sola? non hai paura? (di che??...), non senti la mancanza di.....Rispondo che no, non mi annoio perché sono sempre molto stanca dopo il lavoro, le passeggiate nei campi, l'orto... ; non ho paura di nulla però mi sono intagliata Jack in una delle zucche del mio orto e l'ho acceso sulla torre di guardia a controllare tutto il borgo, e no, non sento una grande mancanza di certe cose.
GLI STRANI CASI DELLA FAMIGLIA G.
Allora, vediamo se mi riesce di riprendermi un po' da questa ormai lunghissima pigrizia che mi occlude il centro creativo del cervello. Che poi non è del tutto vero, nel senso che di creatività sono soggiogata, ma più per cose manuali, concrete, che per parole.L'ho sempre pensato che, almeno nel mio caso, il malessere, grande malessere, fosse foriero di discorsi, frasi, parole, a volte penso anche belle, nel senso piacevole del discorso.Ma da quando sono qui, per un verso o per l'altro, la mia vita ha assunto un andamento talmente stabile che i balli in piedi sui tavoli del Rangon sono archeologia; le serate interminabili sotto i portici delle colonne a giocare a Macchiavelli, i balli scatenati a ritmi di musica tunisina .... protozoico.Qui ho imparato a fare marmellate, il pane, cucinare le ortiche (ho preparato i tortelli...aspetto una serata doc per assaggiarli), ho vendemmiato, raccolto bacche di rosa canina e fatto la marmellata, chiamata nettare degli dei....; ho preso un gatto a cui ho dato nome Olivia...; ripreso a lavorare a maglia quindi berretto e sciarpa per gli gnomi.... e letto tanti di quei libri che ora mi ci vorrebbe un carico di libri da leggere.Tutto questo girando attorno al castello, conoscendo la gente del luogo, chiacchierando del più e del meno, tanti sorrisi per vincere l'iniziale titubanza, poi pacche sulle spalle e tartufi in regalo. Se mi guardo indietro vedo che tutta quella spregiudicatezza, quella trasgressione, quel vivere costantemente sopra le righe, si sono ora convogliati in un unica strada: quella della serenità. Ancora mi chiedono: ma non ti annoi, li da sola? non hai paura? (di che??...), non senti la mancanza di.....Rispondo che no, non mi annoio perché sono sempre molto stanca dopo il lavoro, le passeggiate nei campi, l'orto... ; non ho paura di nulla però mi sono intagliata Jack in una delle zucche del mio orto e l'ho acceso sulla torre di guardia a controllare tutto il borgo, e no, non sento una grande mancanza di certe cose.