dagherrotipi

LA SIRENETTA, NO. NON S'E VISTA


Io, invece, sono andata a Copenhagen. E mi son comprata pure un paio di scarpe pesanti: sai, la pioggia, io freddo... e se poi nevica??Certo, quando compri scarpe pesanti di solito le indossi pèer qualche ora, in modo che il piede s'abitui. invece io le ho messe subito e son salita sull'aereo, e ho camminato e camminato ... che mia figlia, se il mondo l'han creato in sei giorni, lo vuol vedere in tre!E io e i bambini, appresso, e chi si lamenta per il freddo, chia per la fame, chi perché ha bisogno del bagno, chi perché: ma è mai possibile girare a vuoto in sta maniera???Mette a dura prova il viaggio quando anche lo fai con persone che ami, si battibecca, si molta tutto e si torna a casa prima (io), ci si guarda in giro straniti in terra straniera, ospitale, umana, ma straniera. il clima: va da se, che fa freddo. Ma è un freddo caldo, temperato dall'aria del mare che arriva, anche se ti sembra lontana (mica tanto), ma arriva. La tundra è qui in castello, con annessi dolori reumatici e scricchiolii. A Copenhagen, se ti vesti bene senti freddo, ma non umido. E poi c'è il vento. Tipo bora: compare all'improvviso e sbatte per terra biciclette e tenta anche con le nonne. Ma io sono come Susanna tutta panna...trasporti: assolutamente bibiblette. che fanno anche un po' ridere, perché la gente sembra seduta a tavolino, drtitta impalata con un manubrio altissimo, a seconda della loro altezza. Bibiblette di tanti colori, quelle usate dagli studenti stranieri. nere o rosse, quelle immagino dei danesi. Ma per spostarsi basta prendere la metro o l'autobus: ne passa uno ogni due minuti.. un record !! E' la fonte maggiore di spesa mensile. per questo vanno tutti in bicicletta. Ma ci sono anche le macchine, si capisce, piccole, modello city car.. La lingua: loro parlano tutti l'inglese. Così se ti vedono per strada con una cartina in mano, o ti sentono parlare un altro idioma, si fermano e cercno di spiegarti tutto, t'aiutano. In inglese.  Ma io lo capisco poco e lo parlo meno. I gesti, quelli si, mì arrangio, egentilmente loro non ridono. Cos' ho scoperto che Toilette che mi pare una parola inglese, io la dico alla francese e quindi loro non capivano. Isa lo capisce bene, e s'arrangia benissimo. Jaky, ormai, ci sogna in inglese.. Diego e Rocco... eran tutto un Hai...! fankiu!..Il cibo: ho scoperto che i danesi mangiano a tutte le lore ed ovunque: stai facendo la spesa? c'è senz'altro un tavolinetto a disposizione dove puoi mangiare qualcosa di fresco preparato nel negozio. Sei per strrada? Girati attorno e scegli quel che preferisci: dolce o salato, danese o palistano, vegetariano o carnivoro... basta mangiare per combattere il freddo pungente, ma secco, che ti si infila d'appertutto. E poi bevi.. grog speziato, vino puro caldo, birra, succhi di ogni tipo, e quell'orrenda brodaglia marroncina che loro chiamano caffè e che fa molto film americno..I bambini: ce ne sono tantissimi. Sono una delle popolazioni più giovani d'europa. Mediamente tre/quattro bambini. in passeggini doppi/tripli, in bicicletta dentro uno scatolone tutto coperto che li ripara da qualsiasi intemperia. Coccolati, amati, viziati... Negozi di giocattoli meravigliosi dove i bambini non solo guardano, ma giocano, creano, disegnano. Persino in chiesa, protestante, c'è un posto riservato per i bambini, dove possono disegnare anscoltando la funzione. E per loro ci sono fogli e colori. E poi c'è Tivoli, pensata e voluta da un re per garantire svago al suo popolo: se il popolo è felice e si diverte, non protesterà mai. Tivoli è l'isola che non c'è per grandi e piccini. Negozietti, ristorantini, chioschi, giostre fiori, colori, luci.. pulizia, ordine, .. la moda: mi aspettavo di vedere donne in pelliccia, grandi colbacchi... invece le biondissime signore indossano grandi cappotti dall'aria molto costosa tutti annodati in vita, e sotto: nero. Neri gli abiti dei ragazzi, le magliette, i pantaloni, i cappotti, con qualche eccezione cammello. Solo i bambini danno colore, che in questa stagione vestono tute da sci coloratissime. Per il resto il colore imperante è il nero. E nei negozi il rosso. I negozi più brutti son quelli di scarpe. le candele: le candele le trovi ovunque. in casa, nei locali, nei negozi, lungo la via. Sempre bianche e sempre accese. Mentre cammini per strada vedi la loro fiammella sui davanzali delle case con enormi finestroni. Non amano molto le tende e quello che succede dentro è affar loro, e se proprio ti interessa, anche tuo. Ma la città ad una certa ora è tutto un luccichio di luci candele.. candele... candelela popolazione: magri (ma ci sono anche grassi omoni su d'età), alti, biondi, con pelli che vanno da una gradazione super bianco al bianco che più bianco non si può! Barbe lunghe e ben curate, capelli corti, ma dato che c'è Christiania, ci sono anche i reduci degli hippie... tutti sono gentilissimi, sembrano assolutamente tranquilli. Dice mio figlio: qui vale la regola delle tre otto: otto ore di lavoro, otto ore di svago, otto ore di riposo. E mi pare che la regola funzioni benissimo. ottima l'integrazione, per quel che ho visto, tra popoli diversi, Ho conosciuti italiani sposati in loco, ho visto donne con velo bero dalla testa ai piedi, ma il viso scoperto, quasi tutti i tassisti sono di colore, insomma è vero che in Danimarc c'è posto per tutti.le case: a parte le modernisimeche sono moderne dappertutto, a pate l'alloggio di mio figlio che si è scoperto essere non solo ancora in via di strutturazione, ma pure con un permesso abusivo, le case dicevo, anche quelle popolari di una volta sono belle fuori e credo anche dentro. In legno, tanto legno, tetti spioventissimi, grandi finestre, scarpe fuori dalla porta, e , ahimè.... bagni formato treno. Nel senso che in una toilette del treno ci stava il nostro bagno che era di una casa per due persone, dove ospitano anche quattro persone. Se facevi la doccia non potevi fare la cacca, nemmeno i bambini... e viceversa...  ma forse siamo noi abituati a qualcosa di esageratamente grande e costruito.. i mobili e il concetto dell'aredamento credo rispecchi il mondo IKEA, con aggiunte di qualche pezzo di famiglia. Ma il legno, tanto legno a farla da padrone, rende tutto caldo e accogleinte.Christiania: è il quartiere "verde". Ha una storia. All'inizio era una base militare della marina. poi è stata occupata e trasformata in questo posto. Ogni villino ha un colore suo, edifici enormi su più piani contengono locali dove la gente va a passare le serate ascoltando musica dal vivo e non. All'ingresso, sopra una cancellata c'è una scritta bifrontale: di qua entri a Christiania- di qua torni nell'UE. Si perché questo quartiere, che come tutti i quartieri di Copenhagen è retto da un consiglio, con a capo un sindaco, ha delle regole tutte sue. tra le quali vietato fotografare, vietato correre , vietato urlare. E in quel quartiere non ci vivono solo gli spacciatori , ma anche famiglie, ci sono negozi, supermercato, falegnameria, scuola, silo. il tutto autogestito. Se vuoi andare a vivere li (per altro le villine sono bellissime e immerse nel verde) devi essere valutato da tutti gli abitanti ed accettato dagli stessi. Altrimenti niente da fare.. Passetggiando con i miei nipoti non ho trovato ne li, ne in giro per la città, ubriachi, drogati, gente molesta. C'è un rispetto reciproco ed una pulizia pure al Christiania, che danno dei punti a molte vie italiane. Comunque la roba si comprare a prezzi bassissimi, vista la concorrenza, in botteghini che sembrano vuoti dall'esterno. Tu non vedi nulla, uno si avvicina e vedi solo una mano che prende ed una che da.. E non pensate a mani di disperati... Ho visto uoni e donne molto eleganti e per bene, camminare e fare compere..  In tutta la città ho contato DUE bottiglie rotte per terra....mio figlio: quando l'ho visto in aeroporto mi sono sentita male. Per una madre è già difficile stare lontana dal proprio figlio. Quando poi l'occhio di rimanda ad un po' di trascuratezza, ti sembra stanco, ti vengono le lacrime agli occhi perché pensi: ma come vivrà?!? Vive come tutti gli altri, maschi, ma forse anche le femmine, e studia, e si diverte, fa qualche cazzata, cucina per se e per gli amici, ma è pur sempre il tuo bambino .. Non son salita in camera sua, ero sicura che mi sarei sentita male, non hanno l'armadio e da sei mesi vive con la roba nelle valige, sottosopra... .. Spero che l prossima destinazione sia migliore. Certo che l'unico momento in cui l'abbiam visto sollevato e quasi ciarliero è quando, dopo il terso giorno, c'ha messe sulla metro per lì'aeroporto: praticamente RISORTO! gli ho rotto le balle all'infinito: e questo non va, quell'altro come mai? , e perché questo... ma come si fa a tacere? non lo so, ditemelo voi...