dagherrotipi

Post N° 655


.....Verrebbe da dire: me la sono cavata,fermo al tavolo della cucina,mentre tuttidormono e fuori la pioggia ha battuto la nottee le dita del mattino animale azzurroscavano nel buio.Verrebbe, macos'è ancora questo vino luminosoe amaro che mi esce tra i denti,non si dissolvono i fantasmi d'amore seduti,la luce sale, li sbianca,sono il visodi donne, le mani di stracci, carta pestanell'acqua degli anni.Me la sono cavatanel passaggio da un giorno all'altrosu questo buio braccio di mare - ma lei è così lontana, la vitaè così lontana, il mio amoreè inseguimento di chi è sempre presente.Forse perché sul molodi Stone Island, in un mattino splendidoe ghiacciato, nel mezzo della corsadella mia vita, sentiitutta l'oscurità del mare,l'enigma e il suo inesausto parlareche arriva in questa cucina, in una cittàitaliana, nel silenzio spogliato - è il vibrare del frigorifero a trovare la stessa nota dell'oceano, o la luce del videoacceso a nessunorende a queste stanze un chiarore di fondale.Verrebbe da dire: me la sonocavata, ma non è mai detto e non è nemmeno giusto da direse l'infinito un giorno e molti giorni in una vitati è venuto a visitare....................................Tu sei questa improvvisa mossa dell'ariache non si sa da dove vienecorre lungo le pareti e forse spinta dai pennelli verdescuro degli alberida qualche mano bambina alla finestrada un ridere argentino e perduto tra i tavolie ora viene a gonfiare i vestiti sottilidell'uomo solo sulla piazza, la biciposata al fianco, le braccia che si alzano piano, a far andar viala parte volatile della malinconia…(Davide Rondoni)