dagherrotipi

"Ricordi di un vicolo cieco"


La settimana scorsa, prima di prendere il treno, mi son comprata un libro. Ho un po' girato, guardato, toccato con le mani, poi mi son fermata su una copertina bianca con una bocca e fiori gialli: la signora Banana Yoshimoto si stava offrendo alle mie mani. L'ho preso e ho iniziato a leggere: Ricordi di un vicolo cieco.Forse ci son anche libri migliori. Ma quello era il mio libro. O meglio, io ero la sua lettrice predestinata. E ringrazio il cielo di averci fatto incontrare. "..........................Abbi cura di teAnche tu. Sii felice!Spero che lo sarai anche tu, e che vedrai tante cose meravigliose.Anche a me salirono le lacrime agli occhi, e quando ebbi riagganciato piansi un poco. Erano lacrime buone, lacrime di gratitudine per il mistero del flusso del tempo, che scorrevano scintillanti e struggenti.Capii che adesso tutti e due, ognuno sotto un diverso cielo, sentivamo una nostalgia così forte da far male, e allora il paesaggio che vedevo dalla finestra al primo piano di quel locale e il mondo silenzioso e dorato ricoperto di strati infiniti di foglie di gingko affiorarono ancora una volta in me, fondendosi uno nell'altro.Pensai che l'avrei custodito nello scrigno del mio cuore, e anche se avessi finito col dimenticare in che situazione e con quale stato d'animo l'avevo visto, al momento della mia morte sarebbe stato uno dei paesaggi luminosi che mi sarebbero venuti incontro scintillando, come un simbolo di felicità"