dagherrotipi

dell'imperfezione che è segno distintivo


Se si scrive delle proprio imperfezioni bisognerebbe farlo almeno con ironia. Per dare una chance al nostro io ormai un pochino manomesso da decenni di rimostranze.So perfettamente che un bel corpo, secondo i canoni del nostro secolo, che poi cambiano con la stessa frequenza dei listini della Borsa di Milano, sarebbe desiderio di tutti, uomini e donne (per inciso, quando faccio discorsi di questo tipo, mi riferisco anche all altra metà del mondo, ed alla parte di transizione.. tutti abbiamo le stesse paure),ma certi desideri portano alla follia, come quella donna che ha fatto non so quante operazioni per sembrare Barbie che, immagino, fosse il prototipo per lei bambina, della donna di fascino e successo.La sua insicurezza non penso vivesse dentro di lei alimentandosi dei suoi pensieri: la sua insicurezza avrà trovato di che nutrirsi dagli sguardi delusi di chi la guardava esteriormente senza andare oltre; dalle parole di sconforto di alcune madri/padri alla ricerca nei propri figli del raggiungimento di ciò che non hanno mai avuto nella loro vita; le nostre insicurezze sono colpa degli altri. Punto. Lo dico perché so di cosa parlo. Ho sempre avuto la sensazione, o la certezza che per mia madre non fossi ciò che lei desiderava: poche sere fa, dopo una discussione accesa, dopo averla fatta piangere, sono andata da lei, mi sono sdraiata vicino a lei e le ho chiesto: Ma tu, quando sono nata io, cosa ti aspettavi?- Per me dovevi essere una principessa. Volevo che la fossi.- Mamma, io mi sento una principessa. Ho avuto una vita difficile, ma io dentro mi sento una principessa- ma ti comporti come una bambina di 15 anni: t'innamori come una bambina di 15 anni; non ascolti nessuno; non fai quello che ti dicono.....Mia madre mi ha sempre vista grassa. E la sono. Ma lei voleva che io coprissi il mio corpo, io volevo scoprirlo, volevo che si vedessero le mie forme. Ho combattuto una guerra incessante sul fronte del: quello ti fascia troppo... dovresti usare colori più scuri.. meglio maglioni lunghi.... Questa guerra è diventata per lei una sconfitta nel momento in cui perdendo la vista può solo immaginare come mi vesto.E i capelli: li ho sempre portati lunghi, sono mossi naturali, poi li ho tagliati cortissimi, ed oggi voglio farli crescere... ma sempre sotto il suo occhio spento ma vigile... le unghie "non rosse!"... però, senz'altro vorrei dimagrire. per me stessa e per indossare abiti che ora non posso ma che mi fanno impazzirePuoi vivere solo nell'insicurezza in una situazione del genere, nel non accettarsi per quello che si è: io non mento mai sul mio aspetto... e non è sempre facile, sopratutto quando quel qualcuno ti interessa. Posso non piacere ad un uomo, anche a due, o tre, ma devo fondamentalmente piacere a me stessa, e stare bene col mio corpo.  Poi, quando mi accorgo che un uomo non mi piace, banalmente per il suo aspetto fisico, mi rendo conto che quel senso di frustrazione legato alla mia grossezza non ha alcun fondamento: una persona ti piace o non ti piace per fattori che vanno ben oltre il peso, o l'altezza, o le gambe storte. E comunque questi son fattori comuni a tutti, uomini/donne/trans. E quando guardi negli occhi della persona che ti vede per la prima volta uno sguardo perso, vacillande, deluso, beh, riflettiamo che sempre chi esce dai canoni desta stupore, a volte ribrezzo, ma anche amore. E passione. In televisione c'è Cocciante: 1,40 di talento e sensibilità... ma è proprio bruttino, dai là!! Comunque ha scritto canzoni stupende, e ha una moglie bellissima..  Ritengo sia un uomo compiuto, nel senso che si accetta e si ama.E allora vorrei dire alle donne che scrivono "non mi piaccio", facciamo pace con noi stesse: Siamo differenti, siamo uniche, siamo insostituibili. Eterna