Prigioniera di se stessa. Nell eterna ricerca di una risposta alla sua sete di vivere, alla sua fame di amore. Incapace di legarsi perché ogni cosa è una catena che non la fa respirare. Soffre di una sofferenza oscura che non si preannuncia, maiNon bussa alla porta, non chiede udienza: s'intrufola tra un sorriso e un bacio, arriva e riempie la stanza. Da piena di luce, a buia. Da giocosa e ciarliera, a muta. Eppure per scardinare quella catena ancor più pesante, parla. Si descrive, cerca di tirar fuori da sé il più possibile, perché nulla resti a stagnare fra lo stomaco e il cuore. Entrambi addolorati e doloranti.Le ombre cangianti del soffitto sono la meridiana del suo dolore. Sempre, passa. Ma è sempre troppo intenso. A volte pare più intenso di altre. Come oggi, che mi fa scappare perché ho paura dei lacci della quotidianità.
Non stringere forte
Prigioniera di se stessa. Nell eterna ricerca di una risposta alla sua sete di vivere, alla sua fame di amore. Incapace di legarsi perché ogni cosa è una catena che non la fa respirare. Soffre di una sofferenza oscura che non si preannuncia, maiNon bussa alla porta, non chiede udienza: s'intrufola tra un sorriso e un bacio, arriva e riempie la stanza. Da piena di luce, a buia. Da giocosa e ciarliera, a muta. Eppure per scardinare quella catena ancor più pesante, parla. Si descrive, cerca di tirar fuori da sé il più possibile, perché nulla resti a stagnare fra lo stomaco e il cuore. Entrambi addolorati e doloranti.Le ombre cangianti del soffitto sono la meridiana del suo dolore. Sempre, passa. Ma è sempre troppo intenso. A volte pare più intenso di altre. Come oggi, che mi fa scappare perché ho paura dei lacci della quotidianità.