dagherrotipi

per Malene


Si schiarisce la voce. Prova. Prima piano. Poi più forte, modulando un'impazienza che non sente.Alzati o fai tardi a scuola.E scivola silenziosa in cucina.Il caffè. Quella goccia di latte caduta sul tavolo. E il profumo di vaniglia della scatola di cereali aperta.Riprova, questa volta con quel po' di urgenza in più. Si ascolta. Cosi è più convincente.Dai, alzati, è ora. Non puoi far sempre tardi.Sorride a due occhi di fronte ai suoi.E formula le domande di sempre.Stai bene? Cos'hai oggi a scuola? Hai fatto i compiti? Le interrogazioni…? Con Filippo, risolto il problema?Sorride a se stessa, mentre ascolta il suono del cucchiaino contro la tazzina.Lentamente. Mentre ritrova la voce in controcanto col tic tac stanco dell’orologio del mattino.È il momento delle raccomandazioni.Telefonami quando torni a casa. Ti lascio la pasta in frigorifero, la scaldi quando arrivi.E del gesto.Lo accarezza mentre esce di casa. Che ormai è grande e i baci gli sembran troppo. La mano che chiude la porta.Seduta, Malene sorride. Il caffè ormai freddo.Apre gli occhi.Guarda le carte sul tavolo. I bolli, i timbri. Le richieste e le autorizzazioni. Il visto negato. Quei numeri di telefono, chiamati chissà quante volte ormai. Prova a contarle, ma si perde in un vicolo che non porta a nulla.E richiude gli occhi, Malene.Vuol sognare ancora.Giocherà a calcio. O magari suonerà. Si inventa un domani. Prova e riprova i discorsi. I gesti. I suoni. Il tono della voce e l'espressione del viso.Riprova.Un giorno forse sarà vero.Quando suo figlio sarà tornato di nuovo a casa con lei.Riapre gli occhi, Malene.Sospira e ricomincia il suo giorno.(Sandali al Sole)