dagherrotipi

le rezdore


vengo da una famiglia dalle solide tradizioni gastronomiche.le mie nonne si giocavano ogni anno la reputazione in cucina destreggiandosi in quelli che per noi erano, e sono, i piatti della tradizione della vigilia e del natale. tortelli di erbette, zucca, patate, e ahimè, una volta ma ora non più, anche castagne, per la vigilia, anolini per il natale.la nonna materna, originaria di fiorenzuola con diramazioni nel bacedasco, e poi sposata nella bassa, era addetta alla sfoglia. tirata col mattarello diventava trasparente, ma ruvida. la nonna paterna originaria delle colline verso sala baganza, era addetta ai ripieni. ognuna con il suo segreto ben custodito, che guai a svelarlo all'altra. il giorno della vigilia, ci riunivamo tutti e ci si metteva di prima mattina a fare la pasta e a disegnare con la rotellina le forme squadrate dei tortelll: mi raccomando, schiacciali bene, che non resti l'aria, altrimenti si rompono!!!- non farli così grandi, non deve esserci troppa coda...- usa il bicchierino di legno, ma sciacciali bene prima...- .. contali, che voglio sapere quanti sono...!!quello del schiacciarli era un movimento di  particolare sapienza: bisognava accerchiare il ripieno con le dita e premere con decisione ma delicatezza, facendo in modo che non si rompesse il sottile velo di pasta e che non restasse aria tra il ripieno e il velo.poi, venivano allineati spra canovacci, in file perfette,  in una stanza arieggiata ma fresca. dovevao seccare, ma non troppo.il giorno di natale, la nonna preparava i lessi, e già verso le nove si sentiva il profumo di brodo per casa. non ho capito come facesse. ma a lei veniva il brodo buono e la carne ottima. mentre oggi pare che si debba decidere tra un brodo buono ed una lesso mediocre.di solito era accompagnato dalle salse: verde a base di prezzemolo, uovo, pane,  e aglio; di verdure tritate e cotte con salsa di pomodoro, e, infine,  rossa normale. quelle che avevano maggior successo erano la verde e le verduri cotte. ricordo che alessandro se ne mangiava un pentolino da solo. e mia nonna rideva contenta... eravamo in tanti, otto noi, due la nonna e il nonno e poi a volte qualche zia. tutto filava liscio fino al momento di sparecchiare. allora era un tormento. perchè tutto il servizio buono della nonna doveva esere lavato accuratamente e riposto pezzo per pezzo fino a pasqua. ... e guai a rompere o scheggiare qualcosa. era una tragedia assicurata.poi son venuti gli anni del lago santo. in quel periodo le nonne venivano su in montagna e festeggiavamo la vigilia da soli, e ci sembrava una conquista. che poi, il giorno di natale, c'erano già persone che: ma non sanno dove andare....??e noi ragazzi ci sentivamo privati della nostra intimità. io più di tutti. comunque, questo lungo preambolo per dire che oggi, il signor giovanni, mi ha portato in omaggio un sacchetto di anolini fatti in casa. lui e sua moglie hanno trascorso un pomeriggio in cucina e ne hanno fatti 500... e a me ne hanno regalati circa 50...so che è un regalo di valore. primo perchè si espone di  persona. secondo perchè le cose buone si fanno per la famiglia,  per chi amiamo. terzo perchè oramai nessuno più fa la pasta in casa.l'ho ringraziato. ed ora non mi resta che trovare la carne migliore per fare il brodo... il tipo di carne lo so, me lo son fatto dire, ma dove comprarla ... temo che dovrò chiamare in argentina ... per farmi suggerire i fornitori in loco...