dagherrotipi

il difficile percorso dell'amore


"Essere se stessi spesso implica una sorta di crudele onestà nei propri confronti innanzitutto, soltanto in un secondo momento nei confronti degli altri, soprattutto quelli che più amo.Ecco perchè a volte divento impopolare, esprimendo il mio parere nei confronti di persone amiche, quando queste non sono predisposte a sentirsi dire che, chi le ascolta non condivide.Ma ditemi, se si vuol bene a qualcuno, ci si può limitare ad ascoltarlo e a dargli ragione sempre e comunque, solo perchè così si avvalla un comportamento?Come posso io essere disonesta nei confronti di chi amo?Ho avuto coraggio nelle mie battaglie quotidiane, in ogni ambito, duri momenti, che spesso hanno portato ad una solitudine cosciente e consapevole che, malgrado tutto, non mi faceva deragliare da ciò che pensavo e da quello in cui credevo.Ed infine, il coraggio di essere sincera con me stessa."Ho letto queste parole nell’ultimo post di Billie Holiday e la mia mente mi ha riportato immediatamente a mia madre.Ed alla determinazione e precisione chirurgica con cui demoliva illusioni. Le mie.Io ero già da ragazza predisposta ai sogni, e le sue parole mi riportavano, con sorprendente insuccesso devo dire, alla realtà. Più lei si accaniva a mostrarmi il “vero” più io lo rifuggivo, scappavo dall’evidenza, non tolleravo questa invadenza nel “mio mondo”.Uno degli aspetti terribili del suo amore materno era quel suo volermi mostrare “com’ero” Io, penso come tutte le adolescenti e le donne comuni, mi vedevo non bella ma nemmeno bruttissima, e azzardavo voli pindarici a volte con un taglio di capelli diverso, altre con un abito nuovo, e via discorrendo. Il mesto responso che ottenevo era: ma non ti vedi?Queste quattro parole avevano il potere di far crollare il castello di una realtà modificata, plasmata a mio piacere.Certo lei usava quest'arma a fin di bene. Sono convinta che nella sua mente la ricerca della perfezione per sua figlia passasse attraverso la negazione del suo essere.Ma questo ha prodotto danni devastanti in me.  Al punto che io non so guardarmi. Non so vedermi. E quando qualcuno mi dice come mi vede io allibisco. Esce dal racconto una sconosciuta, un essere che di famigliare non ha nulla. Eppure mi ricorda quella me che avevo cercato, e che avrei voluto essere. Ma è talmente discordante con quello che ho pensato per anni, da averne paura.La sincerità verso le persone che ami è essenziale. Però c’è una sincerità positiva ed una negativa.. C’è l’osservazione propositiva e quella distruttiva. Credo dipenda molto dalle persone. Dal loro modo di porsi. Forse è questo che a volte rende difficile il capire o accettare che una cosa sia fatta a fin di bene.Abbattere una casa che ha dei difetti per ricostruirla nuova non vuol dire amare quella casa, ma pretendere che sia diversa da quello che è.Sicuramente questo post non ha attinenza col post di Billie. Ma in qualche modo lo ha ispirato.Come un grido di dolore.