faccio parte di quella folta schiera di ragazzi ed ex-ragazzi che sono andati negli scout.anni e anni di partecipazione e di messe. non so dire quante, so che sono molte. ai campi estivi ed invernali, ai miei tempi, una al giorno. forse oggi le cose son cambiate.ma allora era un momento di partecipazione. ci mettevamo in cerchio attorno all'altrare costruito da noi, faceva parte delle prove per il brevetto di costruttore, sceglievamo i canti, le parole da dire, le letture, e partecipavamo.era il modo, giusto, per introdurci, prendendosi per mano, ad una liturgia difficile da capire. a volte vissuta come noiosa. ma pur sempre un momento importante nella giornata di un buon cristiano.quello che ci colpiva era l'idea di farne parte. parte attiva e cosciente. ascoltavamo le parole, ci insegnavano a seguire passo per passo ogni movimento dell'officiante, perchè aveva un suo significato. e dovevamo capirlo. non era solo una messa in scena. uno spettacolo.se c'è qualcosa che mi ha allontanato dalla chiesa non è stata di certo la celebrazione della messa. oggi leggo che si dà la possibilità di un ritorno alla messa in latino. e passi per i nostalgici che ci sono sempre stati e sempre ci saranno. ma chi la capisce?? e poi c'è questa idea dell'officiante con le spalle rivolte ai fedeli. non l'approvo. per niente.mi sa di distacco, di qualcosa che non deve esserci. di una trovata che nei secoli è servita a frapporre tra i fedeli e la chiesa una barriera. tutto il contrario di quel che diceva cristo. che tra i fedeli ci stava in mezzo, al centro.lo so, per alcuni non cambia nulla, per altri men che meno. ma per quelli che ogni giorno faticosamente cercano dio in ogni atto, in ogni segno, questo è un segno al contrario.e m'è venuta in mente l'iconografia di quella che per me è la rappresentazione della messa: l'ultima cena.bene, anche a cercarla non ne ho trovata una dove cristo dia le spalle ai suoi discepoli.
tema: della messa e di come potrebbe venir detta
faccio parte di quella folta schiera di ragazzi ed ex-ragazzi che sono andati negli scout.anni e anni di partecipazione e di messe. non so dire quante, so che sono molte. ai campi estivi ed invernali, ai miei tempi, una al giorno. forse oggi le cose son cambiate.ma allora era un momento di partecipazione. ci mettevamo in cerchio attorno all'altrare costruito da noi, faceva parte delle prove per il brevetto di costruttore, sceglievamo i canti, le parole da dire, le letture, e partecipavamo.era il modo, giusto, per introdurci, prendendosi per mano, ad una liturgia difficile da capire. a volte vissuta come noiosa. ma pur sempre un momento importante nella giornata di un buon cristiano.quello che ci colpiva era l'idea di farne parte. parte attiva e cosciente. ascoltavamo le parole, ci insegnavano a seguire passo per passo ogni movimento dell'officiante, perchè aveva un suo significato. e dovevamo capirlo. non era solo una messa in scena. uno spettacolo.se c'è qualcosa che mi ha allontanato dalla chiesa non è stata di certo la celebrazione della messa. oggi leggo che si dà la possibilità di un ritorno alla messa in latino. e passi per i nostalgici che ci sono sempre stati e sempre ci saranno. ma chi la capisce?? e poi c'è questa idea dell'officiante con le spalle rivolte ai fedeli. non l'approvo. per niente.mi sa di distacco, di qualcosa che non deve esserci. di una trovata che nei secoli è servita a frapporre tra i fedeli e la chiesa una barriera. tutto il contrario di quel che diceva cristo. che tra i fedeli ci stava in mezzo, al centro.lo so, per alcuni non cambia nulla, per altri men che meno. ma per quelli che ogni giorno faticosamente cercano dio in ogni atto, in ogni segno, questo è un segno al contrario.e m'è venuta in mente l'iconografia di quella che per me è la rappresentazione della messa: l'ultima cena.bene, anche a cercarla non ne ho trovata una dove cristo dia le spalle ai suoi discepoli.