dagherrotipi

incominciai male, ma finii .... temo che lo saprò solo la settimana prossima, o giù di lì


(l'immagine di prototipo d'idraulico)la settimana iniziò con la caldaia rotta. improvvisamente dalla sera alla mattina l'acqua calda non entrava in circolo. disperazione mia (per via dei costi degli idraulici) e di Jaky (per via di quella mezz'ora x2 in cui gode del piacere dell'acqua calda sotto la doccia). consapevole che l'igiene nel periodo della crescita è tutto chiamai l'idraulico dopo aver prelevato una cospicua somma di denaro in banca.Lui venne. alto due metri, aitante, entrando mi diede la mano presentandosi (e io pensai: questo mi fa pagare pure l'educazione). gli dissi: -sempre dritto, poi giri a destra (a destra c'è il muro, la cucina è a sinistra...).già questo particolare gli diede la visione dell'insieme. depose gli attrezzi del mestiere, si avvicinò con sguardo intelligente all'enorme bidone sospeso a mezz'aria e disse:- la caldaia s'è spenta ieri sera?io: no, il problema è che resta con la fiammella e non va in circolo, era senz'acqua, l'ho riempita e non va piùcon la mano fa un leggero movimento rotatorio sul bidone- no, perchè vede signora, se lei mantiene la fiammella sull'accensione è impossibile che funzioni. guardi, la manopola deve sempre stare quiahhhhh... mi dispiace, mi scusi..... io ho visto disegnata una fiammella più alta e l'ho girata..... - niente, tutto risolto!!quanto le devo??- niente signora. si ricordi di non toccare nulla, però!!
(immagine di prototipo di dentista)la settimana proseguì sdraiata sulla sedia del dentista, in ospedale. rimbambita di analgesici che oramai non facevano più nulla, in preda a dolori lancinanti ed alla disperazione, avevo persino pensato di legarmi un filo attorno al dente collegando l'altra estremità ad una porta, e poi di farla chiudere a mio figlio. come le sbatte lui le porte non le sbatte nessuno. ma quel briciolo rimastomi di buon senso, e l'idea che solo mio padre era bravo in questa operazione, mi fecero desistere e presi la strada del buonsenso.il giovane medico, alto due metri, aitante, mi visitò la bocca, e sentenziò: -lei ha un bell'ascesso, signora.... ci va mai dal dentista?solo in casi estremi.... e da 23 anni non se ne sono presentati...- scommetto che ha paura...si, lo confesso....- va bene, ora le do gli antibiotici, le faccio fare le lastre e l'aspetto qui giovedì prossimo..... non mi scappi però, mi raccomando..- no, no...stai sicuro.... (mmmmmmmhhhhh....)distesa sul letto, agonizzante, aspettai tre giorni che l'effetto dei medicamenti si sentisse. a rendere ancor più lenta la guarigione contribuì il dueemezzo d Jaky in matematica, segno inequivocabile della sua predisposizione per le materie....oniriche!discussioni e chiarimenti a non finire, lacrime (finte) mie, incazzatura (vera) sua, insomma...andammo avanti finchè....finchè m'imbattei in me stessa. ma di questo ne scrissi, riuscii a scassare i coglioni pure all'uomo che amo, ma lui, paziente, se li ricostruì, belli come prima, e mi ri-prese come sono: simpaticamente zanzara ...
(protoripo di meta schiacciata)ormai fuori dal dolore, e sicura che la vita mi sorride, ier sera andai alla partita di mio figlio. freddo polare non certo mitigato dal vestito quasi impalpabile che indossavo, e dalle scarpe più aperte che chiuse, benchè invernali. ma la gioia fù grande e pure la soddisfazione, nel vedere in azione il mio ragazzo in una meta da manuale: venti metri dalla linea, calcetto in avanti e corsa braccato da due avversari, tuffo con scivolamento sulla palla e.... meta!!!lui felice come mai l'avevo visto, soddisfatto di se, i compagni di squadra a congratularsi, l'allenatore felice. i genitori all'intorno che mi fanno i complimenti:-beh, jaky è un finto lento, a quanto pare!!io: si, in effetti, m'ha sorpreso... riuscisse a sorprendermi anche a scuola-scusa, ma tu come fai di cognome? (quello che parla è un papà ex giocatore, molti colpi in testa)io: ghini-e allora che pretendi di più??io: ma va a cagare!!!recuperai il mio ragazzo raggiante, gli feci i complimenti, calorosi e sinceri e ne ricevetti una risposta secca-ecco, così la smetti di dire che io non mi applico nelle cose che faccio!in silenzio me lo portai a casa, meditando sulle sue parole e sulle mie, cercando il bandolo di una matassa, quella del dialogo, che pare essere introvabile....a casa il pargolo sdraiato accusò un dolore ad un braccio...io: ossignurr, quale? mica il destro, vero? no... il sinistro
(Parmenide, mentre legge il compito del mio figliolo)giustizia è fatta! e che oggi Parmenide abbia pietà di te, figlio mio....