dagherrotipi

BARRIERE


dicono che quando si esce da un tunnel e se ne conosca gli effetti che questo transito ha prodotto su di noi, la paura di tornarci resti sempre. forte.il tunnel che io ho percorso anni fa era buio, fatto di silenzi verso l'esterno e urla dentro. era fatto di isolamento, di immobili giornate trascorse trascinando la mia persona, cercando sempre di camuffare quello che avevo dentro per non turbare i miei figli. ci si ammala per tanti motivi. io per sensi di colpa. per non essere stata la figlia che i miei genitori volevano, per non essere stata una figlia, per aver tradito un uomo che diceva di amarmi. e che poi è morto. ho pensato che tutte le colpe della vita fossero mie. e che in qualche modo dovevo pagare, espiare. certo di fronte alla morte di una persona non si potrebbe mai finire di espiare. eppure alla fine ho cominciato a guardare me ed il mondo con occhi diversi. e mi sono detta che mai più avrei permesso a nessuno di farmi del male. nemmeno a me stessa. non è facile. anzi. è la cosa più difficile da attuarsi. ma ci sto riuscendo. il più ce lo  metto di mio, un po' ce lo mettono i miei figli, e un po' tanto ce lo mettono altri. ma a volte ci sono situazioni, eventi che intaccano il mio equilibrio. e capisco che lì devo tirar fuori la mia "grinta"... nessuno puù aiutarmi. solo io.allora, innalzo delle barriere, alte, e so che qualsiasi cosa possa accadere io starò dietro a queste barriere e le difenderò. ciò che succederà al di là delle barriere non sarà cià che io vivrò. e nessun obbligo di famiglia o altro riuscirà a scalfirle. qualsiasi cosa succeda. perchè il dolore è troppo forte e io non posso permettere che torni dentro di me.