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Una forza che non mi fa avere paura di nulla..

Post n°227 pubblicato il 26 Marzo 2013 da butterflyblack07


 

Di errori ne ho fatti parecchi, di cattive azioni mai.

Non dimentico i torti subiti, spesso non li perdono,

ma non mi vendico: la vendetta è volgare come il rancore.

Questo mi dà una tal forza da leoni.

Una forza che non mi fa avere paura di nulla.

(Anna Magnani)

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top077
top077 il 26/03/13 alle 13:17 via WEB
Un leone somiglia a un leone. Un ragno somiglia a un ragno. Ma dietro gli occhi di un uomo può esserci chiunque a guardarti. Mi hanno detto parole che mi si sono aggrovigliate al collo e hanno serpeggiato fra i miei capelli. Spesso sono sembrata più felice di quanto fossi. I sorrisi attirano il veleno dei serpenti. Colom Teresa.
 
 
butterflyblack07
butterflyblack07 il 26/03/13 alle 13:27 via WEB
Aveva il sorriso contagioso di chi aveva sofferto tanto. Era dannatamente bella, vestita dei suoi sbagli. (Lara Adrian)
 
   
top077
top077 il 26/03/13 alle 14:07 via WEB
È una povera donna, mite, fine, che non ha quasi coraggio di essere, e se ne sta nell'ombra, come una bambina, coi suoi radi capelli, le sue vesti dimesse, .ormai, e quasi povere, su quei sopravvissuti segreti che sanno, ancora, di violette; con la sua forza, adoperata nei muti affanni di chi teme di non essere pari al dovere, e non si lamenta dei mai avuti compensi: una povera donna che sa amare soltanto, eroicamente, ed essere madre è stato per lei tutto ciò che si può dare. La casa è piena delle sue magre membra di bambina, della sua fatica: anche a notte, nel sonno, asciutte lacrime coprono ogni cosa: e una pietà così antica, così tremenda mi stringe il cuore, rincasando, che urlerei, mi toglierei la vita. Tutto intot:no ferocemente muore, mentre non muore il bene che è in lei, e non sa quanto il suo umile amore, poveri, dolci ossicini miei possano nel confronto quasi farmi morire di dolore e vergogna, quanto quei suoi gesti angustiati, quei suoi sospiri nel silenzio della nostra cucina, possano farmi apparire impuro e vile... In ogni ora, tutto è ormai, per lei, bambina, per me, suo figlio, e da sempre, finito: non resta che sperare che la fine venga davvero a spegnere l'accanito dolore di aspettarla. Saremo insieme, presto, in quel povero prato gremito di pietre grige, dove fresco il seme dell'esistenza dà ogni anno erbe e fiori: nient'altro ormai che la campagna preme ai suoi confini di muretti, tra i voli delle allodole, a giorno, e a notte, il canto disperato degli usignoli. Farfalle e insetti ce n'è a frotte, fino al tardo settembre, la stagione in cui torniamo, lì dove le ossa dell' altro figlio tiene la passione ancora vive nel gelo della pace: vi arriva, ogni pomeriggio, depone i suoi fiori, in ordine, mentre tutto tace intorno, e si sente solo il suo affanno, pulisce la pietra, dove, ansioso, lui giace, poi si allontana, e nel silenzio che hanno subito ritrovato intorno muri e solchi, si sentono i tonfi della pompa che tremando lei spinge con le sue poche forze, volenterosa, decisa a fare ciò che è bene; e torna, attraversando le aiuole folte di nuova erbetta, con quei suoi vasi pieni d'acqua per quei fiori.. Presto anche noi, o dolce superstite, saremo perduti in fondo a questo fresco pezzo di terra; ma non sarà una quiete la nostra, ché si mescola in essa troppo una vita che non ha avuto meta, Avremo un silenzio stento e povero, un sonno doloroso, che non reca dolcezza e pace, ma nostagia e rImprovero, la tristezza di chi è morto senza vita: se qualcosa di puro, e sempre giovane, vi resterà, sarà il tuo mondo mite, la tua fiducia, il tuo eroismo: nella dolcezza del gelso e della vite o del sambuco, in ogni alto o misero segno di vita, in ogni primavera, sarai tu; in ogni luogo dove un giorno risero, e di nuovo ridono, impuri, i vivi, tu darai la purezza, l'unico giudizio che ci avanza, ed è tremendo, e dolce : che non c e mai. disperazione senza un po' di speranza.
 
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