Mario Caddeo

CADDEO SUL CARAVAGGIO


                                            SCOPERTI DA MARIO CADDEO E MARIO PRILI                                           DOCUMENTI INEDITI DEL ‘600 - ‘700 - ‘800                                    RICONDUCIBILI ALLA NOBILE FAMIGLIA "COLONNA"                                                                         ED AL CARAVAGGIOAlla vigilia di Natale del 2013, il Comm. Mario Prili, Ispettore Onorario del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, aveva donato al Centro Sociale Anziani di Paliano ben 1200 volumi e tre bellissimi quadri, acquistati dal grande architetto Giulio Gra (Il progettista del Grande Raccordo Anulare di Roma) e dall'Avv. Ripa di Meana e (galleria), collocati nella sala dedicata allo scomparso Giuliano Gemma, unitamente al quale, a seguito di una precedente visita, si era ripromesso la concretizzazione dell'evento, prima che un fatale incidente stradale strappasse alla vita il grande attore, nonchè scultore di talento.Col prezioso supporto dello stesso Prili, tempo addietro collaboratore degli storici dell'arte Giuliano Briganti e Maurizio Marini, insieme al quale, tra l'altro, anni addietro aveva riportato proprio a Paliano la "Maddalena in estasi" del Caravaggio, pertanto, fin dagli anni '60, già antiquario famoso per il rinvenimento di varie opere attribuite al Perugino, al Guercino, al Botticelli ed al succitato Caravaggio, queste ultime dipinte durante la fuga dell'artista in direzione di Napoli, della Sicilia e di Malta, attraverso i feudi Colonna, dopo Marino, Palestrina e Zagarolo, a Carpineto Romano, Paliano, Anagni e Veroli, lo storico dell'arte Mario Caddeo, già funzionario di zona per Genazzano, ora in quiescenza, nel 2014 aveva scoperto una raccolta epistolare del ‘600 - ‘700, attinente alle vicende della nobile famiglia nel contesto del cosidetto "Stato di Genazzano" e del "Regno di Napoli", nonchè una singolare pubblicazione storico-devozionale dell'800 ed una rara stampina devozionale, rappresentante la vera immagine mariana, venerata nel locale Santuario del Buon Consiglio, incisa da T. Viero, all'incirca nel 1811, presso il calcografo Natale Salvardi in Piazza del Pavaglione a Bologna.  In verità il Caddeo aveva intrapreso una ricerca di ulteriori tracce e testimonianze sulle mosse caravaggesche in questo circoscritto ambito, e particolarmente in merito al transito del Merisi ed alla sua presenza anche presso il castello di Genazzano, di cui l'attuale Soprintendente per le Belle Arti e Paesaggio del Lazio, Agostino Bureca, diresse i complessi lavori di consolidamento strutturale e di restauro architettonico ed artistico ai tempi del Giubileo 2000. Nella quadreria di detto Palazzo Colonna, nel Salone degli Armigeri, secondo gli inventari a partire dal 1611, sempre il Caddeo aveva appurato che, tra l'altro, figurasse un S. Gerolamo dalla mano sinistra cromaticamente incompiuta, come se, propendendo per l'indiziaria attribuzione al grande artista, questi fosse stato bruscamente interrotto nella sua opera, a quanto risulta acquisita dal collezionista Luigi Marcucci di Olevano Romano e poi da un professionista salentino, all'epoca delle dismissioni degli arredi prima dell'alienazione del palazzo, dovendo precipitosamente riprendere la fuga, peraltro risultando ormai disperso l'epistolario del medesimo artista, scoperto sempre dal Prili nel secretaire di un mobile del ‘700 e donato a fine secolo scorso alla contessa Bucci-Casari, discendente del ramo Tomacelli-Colonna di Paliano.I dieci manoscritti inediti ritrovati, anche se non contengono notizie storiche rilevanti, attengono all'ordinaria giurisdizione civile e criminale tenuta dall'Uditore, cioè il giudice feudale. Tra gli altri, ci si sofferma su un documento, datato Roma 11 agosto 1764, con sigillo originale, che fa riferimento ad una questione giudiziaria ed è emblematicamente indirizzato da Lorenzo Colonna all'Uditore, cioè il giudice del tribunale dello Stato di Genazzano. Si tratta del dominio amministrativo, economico e giudiziario dei Colonna, duchi dal 1569 e principi dal 1571, tra l'altro aventi titolo di Gran Contestabile del Regno di Napoli, peraltro delegati dal governo della Santa Sede, debole perifericamente, quali vicari, o di fatto, in quanto proprietari di castelli, secondo una forma di feudalesimo particolare, esistente soltanto nel Lazio, laddove non erano concesse investiture, come nelle altre dinastie europee, ma si consentiva il potere autonomo del signore sui vassalli.In merito alla loro provenienza, si può ipotizzare la dispersione dell'Archivio Colonna di Genazzano, avvenuta soprattutto nel 1979, quando Aspreno Colonna, in procinto di alienare per prelazione il castello al Comune, sulla scorta di talune fonti, avrebbe asportato arredi, armature, quadri e suppellettili, peraltro raccogliendo atti e carteggi in diversi sacchi, non si sa bene se per trasferirli altrove o che altro, ben consapevole della loro valenza storica ed archivistica, ma tant'è che diversi manoscritti dispersi sono stati successivamente localizzati presso gli Archivi Vaticani, mentre altri ancora sono rocambolescamente pervenuti alla collezione dello scultore Tommaso Gismondi di Anagni, o addirittura spacciati al mercato romano di Porta Portese.Esperite doverose indagini archivistiche, bibliografiche e storiche, studi paleografici, riscontri ed approfondimenti vari da parte del Caddeo, con l'imprescindibile contributo scientifico di Piero Scatizzi, massimo esperto ed ordinatore degli Archivi Colonna, nell'interesse istituzionale e della pubblica fruizione, avendo dapprima interpellato l'Archivio di Stato, la Soprintendenza per i Beni Archivistici del Lazio e l'Istituto Nazionale per la Grafica, per quanto di stretta competenza, il 24 marzo 2015 i succitati documenti recuperati sono stati oggetto di donazione, disponendosi la collazione dei carteggi epistolari al fondo dell'Archivio Storico presso la Biblioteca del Comune di Genazzano, diretta da Anna Rita Floresta, alla presenza dell'Assessore alla Cultura Michela Lucci, mentre l'incisione dell'immagine mariana e la pubblicazione storico-devozionale sono state collocate presso l'Archivio Storico della Biblioteca Vasqueziana, diretta da Cinzia Di Fazio, attinente al Convento Agostiniano, annesso al Santuario di S. Maria del Buon Consiglio, sempre a Genazzano, di cui sono responsabili Padre Giovanni Gisondi e Padre Felice Perrino, aperto regolarmente al pubblico ed inserito nel sistema organizzato dall'Ufficio Nazionale Beni Culturali della CEI.