Mario Caddeo

L'ORIZZONTE


L’ORIZZONTE L’orizzonte è una linea ingannevole,meta tanto irraggiungibile quanto omerica sirena irresistibile…Dopo Colombo l’uomo ha navigatosempre più lontano,dopo Gagarin ha volatoancora più in alto, ben oltre quantopoteva spaziare lo sguardocon l’inesauribile volontà dell’animoe ancor più con l’immaginazione,per poi ineluttabilmente sfumare in uno spettro cromatico indefinito…La luce del faro tra le nebbieesplora l’improbabile orizzonte fittiziolaggiù dove l’amplesso del cielosembra inghiottire il mare… laddove gli arcani svanisconoe poi si rigenerano e s’infittiscono, il bene talvolta prevale sul male,la vita lotta avvinghiata alla morte,la quiete s’alterna alla tempesta, forse…Inutile riflettere su tutto questo, chi sono io del resto?dal momento che non ha sensovoluttuosamente inebriarsi d’immenso, particella pulsante dell’universo, equazione di materia, spazio e tempo,oltre l’impercettibile confine virtualeavanzato sistematicamente al di là del limite,riproposto più avantidal momentaneo illusorio orizzonte …tra il chiarore del giornoe l’oscurità della notte,tra la luna nascente  ed il sole che muore,tra la felicità e l’amarezza,tra la consapevolezza e l’incertezza, tra la gioia e la disperazione,tra la follia e la ragione, tra il sogno e la realtà, tra il peccato ed il riscatto,sul pentagramma dei miei sbalzi d’umorein un crescendo di botte da matto,tra l’amore e l’odio,tra ciò che sono e quanto ancora voglio…   (Mario Caddeo, 2009)