Luigi Bracco

Il pensiero dell'io.


La caratteristica dell'uomo per cui dopo subisce le crisi d'identità sta in questo: l'uomo non sopporta che le cose cambino o che le persone che amiamo mutino, perché è fatto per l'immutabile, nonostante che lui subisca tutte le conseguenze di questo mutare delle cose, ne soffre, ne patisce, eppure lui rimane sempre se stesso, cioè rimane sempre un io, una persona. Il che vuol dire che non è l'oggetto del suo pensiero che fa essere l'uomo, chi fa essere l'uomo è Dio. L'uomo è creatura di Dio. Quindi l'uomo ha la consapevolezza del suo io, di essere persona che resta come io, nonostante tutti i mutamenti che lui subisce, tutte le crisi che subisce. Per cui noi possiamo subire tutte le crisi di questo mondo, possiamo anche morire ma restiamo un io, restiamo un io non per volontà nostra ma, per volontà di Colui che ci ha fatti essere, per volontà del Creatore, per volontà di Dio. Quindi il nostro io è costituito dalla presenza di Dio, da questo "Tu" immutabile in noi eterno ed è questo che ci fa essere, ci fa essere come io, come persona, però Dio abita in noi e costituisce qui il nostro io, per cui il nostro io è fatto in coppia, fatto dalla presenza di Dio e dal nostro pensiero che pensa Lui. Dio abita in noi, non è detto che noi abitiamo in Dio. Tutte le crisi sono date da questo fatto: Dio abita in noi, non è detto che noi abitiamo in Dio. Noi abitiamo là, dove pensiamo, abitiamo là dove dedichiamo il nostro pensiero. E il nostro pensiero, noi lo determiniamo attraverso le scelte che facciamo ogni giorno, ciò per cui noi viviamo. Ogni giorno noi facciamo delle scelte e ogni giorno quindi determiniamo l'oggetto del nostro pensiero. Se l'oggetto del nostro pensiero non è Colui che ci fa essere, qui si crea (una parola che non vorrei usare) una dicotomia. Cioè si crea una rottura, si introduce un altro fattore che ci fa essere. Perché quello che ci fa essere è quello che noi eleggiamo con il nostro pensiero, dedicando nostro pensiero a-, siamo determinati da quello, però quello che ci fa essere è Dio. Se l'oggetto del nostro pensiero non è Dio, qui creiamo una frattura tra ciò che noi siamo per effetto di ciò che noi abbiamo eletto nel nostro pensiero e ciò che veramente ci fa essere cioè Dio. Tutte le crisi nascono da questa frattura che si forma in noi. L'unico modo è quello di far coincidere l'oggetto del nostro pensiero, l'oggetto della nostra vita, con il Principio della nostra vita oggettivo, cioè indipendente da noi, farlo coincidere con Dio. Il nostro principio è Dio che ci fa essere indipendentemente da noi, ciò per cui noi viviamo personalmente, quindi soggettivamente, deve coincidere con il nostro Principio oggettivo in noi, indipendente da noi. Solo da questa armonia, da questa coincidenza noi viviamo e quindi abbiamo come genitore il nostro vero padre Dio e abbiamo qui la possibilità allora di evitare tutte le crisi d'identità, le crisi esistenziale che si formano nella nostra vita quando noi abbiamo come genitore altro da Dio.(LUIGI BRACCO)