Questa è la storia di un duro scontro che ha come protagonista un gallo: insomma, un De Bello Gallico dei giorni nostri. Un operaio di Sedini, in provincia di Sassari, denunciato per il furto di un pennuto, durante il processo ha tenuto a specificare in presenza del giudice di non essere un volgare ladro di polli ma un “sequestratore di galli”. Non essendo riuscito a ottenere un riscatto pecuniario, ne ha cercato almeno uno morale. L'uomo infatti si è giustificato dicendo di aver preso in ostaggio l'animale.E questo perché il proprietario gli doveva dei soldi, due intere giornate di lavoro. Per fortuna, le forze dell'ordine sono riuscite a catturarlo prima che tagliasse un bargiglio al rapito e lo spedisse in busta chiusa, secondo la crudele tradizione dell'anonima sequestri. Ciò che colpisce in questa vicenda è la strenua volontà dell'imputato di rivendicare una qualifica più dignitosa di quella di “rubagalline”. L'operaio di Sedini, con questo suo gesto ruvido e orgoglioso, non ha fatto altro che seguire una tendenza molto diffusa a livello nazionale, anche se forse non gli è convenuto: il giudice lo ha condannato a tre mesi di carcere, convertiti poi in una multa di 3.600 euro. Se avesse accettato la più modesta qualifica di “ladro di polli”, se la sarebbe cavata certamente con meno.
Post N° 27
Questa è la storia di un duro scontro che ha come protagonista un gallo: insomma, un De Bello Gallico dei giorni nostri. Un operaio di Sedini, in provincia di Sassari, denunciato per il furto di un pennuto, durante il processo ha tenuto a specificare in presenza del giudice di non essere un volgare ladro di polli ma un “sequestratore di galli”. Non essendo riuscito a ottenere un riscatto pecuniario, ne ha cercato almeno uno morale. L'uomo infatti si è giustificato dicendo di aver preso in ostaggio l'animale.E questo perché il proprietario gli doveva dei soldi, due intere giornate di lavoro. Per fortuna, le forze dell'ordine sono riuscite a catturarlo prima che tagliasse un bargiglio al rapito e lo spedisse in busta chiusa, secondo la crudele tradizione dell'anonima sequestri. Ciò che colpisce in questa vicenda è la strenua volontà dell'imputato di rivendicare una qualifica più dignitosa di quella di “rubagalline”. L'operaio di Sedini, con questo suo gesto ruvido e orgoglioso, non ha fatto altro che seguire una tendenza molto diffusa a livello nazionale, anche se forse non gli è convenuto: il giudice lo ha condannato a tre mesi di carcere, convertiti poi in una multa di 3.600 euro. Se avesse accettato la più modesta qualifica di “ladro di polli”, se la sarebbe cavata certamente con meno.