cafetera

Post N° 27


Questa è la storia di un duro scontro che ha come protagonista un gallo: insomma, un De Bello Gallico dei giorni nostri. Un operaio di Sedini, in provincia di Sassari, denunciato per il furto di un pennuto, durante il processo ha tenuto a specificare in presenza del giudice di non essere un volgare ladro di polli ma un “sequestratore di galli”. Non essendo riuscito a ottenere un riscatto pecuniario, ne ha cercato almeno uno morale. L'uomo infatti si è giustificato dicendo di aver preso in ostaggio l'animale.E questo perché il proprietario gli doveva dei soldi, due intere giornate di lavoro. Per fortuna, le forze dell'ordine sono riuscite a catturarlo prima che tagliasse un bargiglio al rapito e lo spedisse in busta chiusa, secondo la crudele tradizione dell'anonima sequestri. Ciò che colpisce in questa vicenda è la strenua volontà dell'imputato di rivendicare una qualifica più dignitosa di quella di “rubagalline”. L'operaio di Sedini, con questo suo gesto ruvido e orgoglioso, non ha fatto altro che seguire una tendenza molto diffusa a livello nazionale, anche se forse non gli è convenuto: il giudice lo ha condannato a tre mesi di carcere, convertiti poi in una multa di 3.600 euro. Se avesse accettato la più modesta qualifica di “ladro di polli”, se la sarebbe cavata certamente con meno.