CAFFE' AMARO

LIVE FROM BELARUS: 8 maggio


Il visto per entrare in Bielorussia vale anche per l’ingresso in Russia. E la Russia ha inasprito le misure di sicurezza e di controllo all’ingresso. Quest’anno – dicono i membri dell’associazione Help for Children che hanno partecipato più volte ai convogli umanitari – i poliziotti bielorussi sono stati particolarmente meticolosi nell’analizzare i camper alla frontiera.  Sono entrati a bordo di ciascuno, verificando l’identità dei passeggeri, chiedendo di aprire i bagagliai e in molti casi anche i singoli pacchi.Con il convoglio l’associazione porta materiale per le famiglie e le scuole con cui ha in piedi dei progetti ma deve attenersi scrupolosamente alle quantità di prodotti consentiti. Molti sono espressamente vietati, come i medicinali, la carne in scatola e i liquori. Ore e ore di incartamenti, controlli e verifiche e controverifiche. I responsabili di ciascun camper hanno dovuto seguire una trafila burocratica assurda.Ho avuto l’impressione che tanta rigidità serva solo a costruire un’immagine di terrore: i poliziotti severamente proibivano alla gente di scendere dal camper durante l’attesa estenuante alla frontiera (5 ore) infestata da zanzare e da una puzza di fogna indescrivibile, proibivano di scattare fotografie, controllavano e ricontrollavano i camper come fossimo dei potenziali terroristi, tenendo lo sguardo serio nonostante sui camper gli italiani stessero allegramente cenando a suon di soppressa, formaggi e vino.Un clima di terrore finto, anacronistico, di cui proprio non c'è bisogno e al quale in Europa non siamo più abituati, che si avverte anche quando poi si parla con i singoli bielorussi, così restii a usare una parola di troppo per raccontare del loro paese. Un clima pesante che si cerca di mascherare colorando le staccionate delle case e le facciate dei palazzoni di tinte pastello. A spese del governo.